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I compagni di Eriksen fanno scudo mentre i sanitari prestano i soccorsi al giocatore

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Quella barriera di maglie rosse a proteggere la lotta disperata per la vita di un giovane calciatore e dei suoi soccorritori, non può essere solo un’immagine simbolo di un dramma umano e calcistico.

È un atto di accusa, un messaggio forte, la richiesta di una dimensione personale, intima, al riparo da occhi elettronici che ci scrutano senza conoscerci. Più che persone, siamo figuranti, comparse di frammenti di esistenze fissate sui video, senza rendercene conto.

La parola privacy non è mai stata cosi tanto usata e inflazionata come in questo momento storico, e mai come oggi abbiamo così poca riservatezza. Dalle piccole alle grandi cose esiste sempre qualcuno che sa, conosce un pezzo di noi, dove andiamo, cosa compriamo, cosa leggiamo e vediamo.

Non riusciamo più a essere irrintracciabili, indefiniti, impalpabili. La barriera dei calciatori danesi dimostra che il grande occhio non si chiude e si distrae neanche davanti ai rantoli che sanno di morte. Kjaer e i suoi compagni hanno subito capito che non ci sarebbe stato nessuno scrupolo in grado di impedire il giro del mondo del dramma di Eriksen.

Le immagini sarebbero diventate il tam tam dei guardoni da display, al punto che avrebbero potuto cannibalizzare e prendere il sopravvento sulla tragedia. Questo siamo diventati. Un‘umanità che non sa immaginare neanche un dramma come un attacco cardiaco; deve vederlo, consumarlo, scrutarlo nei particolari. Vedere, vedere, vedere, altrimenti si fa fatica a capire, a farsi un’idea.

Quella barriera di maglie rosse è un monito. Per chi guarda e chi riprende. Siamo passati dalle palafitte ai microchip con secoli e secoli di conoscenze tramandate senza immagini, video. Il mondo non si ferma, il progresso e le tecnologie hanno migliorato le nostre esistenze.

Ma lasciamoci per ciascuno di noi momenti solo nostri, con tutti i limiti, le paure, le fragilità. Qualcosa che appartenga solo a noi, senza che un altro qualsiasi ci butti un occhio e sappia.


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