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Giuseppe Conte e Vladimir Putin

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Il gioco che stanno facendo in casa grillina è quello di tirare la corda a fini mediatici senza spezzarla. A pensarci bene è la stessa corda che sta tirando Putin agli stessi fini mediatici tagliando le forniture di gas all’Europa con una mossa che è oggettivamente da disperato. La situazione economica e internazionale dopo il successo storico dell’iniziativa di Draghi a Kiev con i Capi delle due grandi potenze europee, che sono Germania e Francia, non lascia più spazi per neutralismi di sorta. Bisogna che Conte si renda conto che il tempo dei giochini è finito e che si dibatte di una rottura impossibile. Anche perché se in tutto questo ambiguo girovagare si spezza la corda e casca il governo Draghi non ce ne è più per nessuno tra rischio politico che fa impennare lo spread e l’economia percepita di crisi, di fabbricazione mediatica, che diventa economia reale. Lo stesso vale per Putin. Perché se continua a tirare la corda si spezzerebbero in giro per il mondo anche le residue remore a dare più armi e soprattutto armi più potenti all’Ucraina. Bisogna stare molto attenti a fare i corsari perché non ci si può non rendere conto della complessità della situazione e che la guerra può sfuggire di mano a tutto e a tutti in cinque minuti

C’è un’idea malsana tutta italiana che fa ritenere di potere fare commedia all’infinito tanto non succede mai nulla. Tanto poi si compone sempre tutto. Tanto un compromesso è sempre possibile. È un’idea malsana che appartiene storicamente alle ambiguità della politica deteriore italiana quando accentua i lati demagogici delle sue componenti sovraniste/populiste e che, negli ultimi tempi, si manifesta in forme sempre più vistose dentro l’arcipelago dilaniato dei Cinque stelle che appare completamente sganciato dalle condizioni economiche, sociali e internazionali del nostro Paese.

C’è chi liquida tutto in modo tranchant: non succede niente perché tutti sanno benissimo che i grillini vogliono che la legislatura duri fino all’ultimo giorno e non vogliono fare cadere il governo. E qualcuno aggiunge: sono tutti poltronari, come dire che non è vero come molti dei pacifisti contiani sostengono che Di Maio fa tutto quello che fa perché vuole conservare la poltrona di ministro dell’Estero, perché loro ancora meno vogliono andare a casa.

Ora che si possa ridurre l’atlantismo e l’europeismo professati che appartengono alla storia fondante di questo Paese, ma che sono decisivi nel passaggio che il mondo sta vivendo con l’invasione russa in Ucraina che porterà a ridisegnare l’ordine globale e con un primo ministro italiano come Draghi che è nei fatti il leader istituzionale della nuova Europa, è un qualcosa che fa accapponare la pelle. In una situazione evidentissima di conflitto di civiltà, che è militare e economico allo stesso tempo, venirsene fuori con l’ovvietà assoluta di fare lavorare le diplomazie nel tentativo disperato e sicuramente fallimentare di raccattare qualche voto in più, non si riesce a capire né che cosa dicono, né che cosa vogliono i presunti pacifisti contiani perché questo presunto neutralismo è un evidentissimo schieramento a favore dall’aggressore russo se non un incitamento all’utilizzo della bomba atomica.

Tutto questo per inseguire un presunto consenso mediatico dentro un Paese che con tutto contro – pandemia, guerra, inflazione, prezzi di gas, petrolio, grano alle stelle, spread ballerino – ha un’economia che cresce più del doppio di quella tedesca perché le famiglie e le imprese hanno fiducia in Draghi e avvertono il recupero di reputazione internazionale che l’intera comunità ha conseguito grazie alle riforme che si stanno facendo in casa e alla leadership esercitata a livello europeo. Allora, è chiaro che il gioco che stanno facendo in casa grillina è quello di tirare la corda a fini mediatici senza spezzarla. A pensarci bene è la stessa corda che sta tirando Putin agli stessi fini mediatici tagliando le forniture di gas all’Europa con una mossa che è oggettivamente da disperato. Perché 150 dei 211 miliardi di metri cubi di gas russi, in questo momento, se non li compra l’Europa, non li può comprare nessuno.

Finché giochi a tagliare forniture e ad alzare i prezzi ti va bene, ma se ti arriva il tetto al prezzo e tutti fanno cartello, crollano le entrate valutarie e il default russo è certo. Qui, però, a noi ora preme sottolineare che quello che devono capire i grillini è che non è affatto vero che si può tirare la corda tanto non si rompe. No, non è così. Perché prima o poi si rompe. Non si può continuare a dire noi tiriamo la corda e così guadagniamo in immagine tanto non si rompe. Noi poi facciamo l’accordo che ci farà apparire vincitori anche se non cambia nulla. No, ripeto, non è così perché il gioco è diventato pericoloso.

Questo vale per Conte esattamente come vale per Putin. Non ci si può più comportare in questo modo e ritenere che anche gli altri staranno al gioco. Non può illudersi Conte che gli altri dicano: facciamolo parlare, vediamo che cosa vuole, lasciamogli fare le sue sceneggiate. La situazione economica e internazionale dopo il successo storico dell’iniziativa di Draghi a Kiev con i Capi delle due grandi potenze europee, che sono Germania e Francia, non lascia più spazi per neutralismi di sorta. Bisogna che Conte si renda conto che il tempo dei giochini è finito e che si dibatte di una rottura impossibile. Si fa la scissione e Di Maio resta ministro degli Esteri con i suoi e che ne è dei grillini di Conte a quel punto anche nel rapporto con il Pd? Che fa? L’ennesimo partitello dell’opposizione?

Si tratterebbe di un suicidio politico anche perché se in tutto questo ambiguo girovagare si spezza la corda e casca il governo Draghi non ce ne è più per nessuno tra rischio politico che fa impennare lo spread e l’economia percepita di crisi, di fabbricazione mediatica, che diventa economia reale. Si spezza, appunto, la corda. È la stessa cosa che vale per Putin. Non è affatto certo che tutti stanno al suo gioco mediatico. Il quadro internazionale militare e economico è ormai così intrecciato e sfilacciato, tra isolamento putiniano nell’Occidente e mondo autocratico in movimento con una ricomposizione di interessi che esige tempo, da non consentire più di fare i corsari. Perché se Putin continua a tirare la corda si spezzerebbero in giro per il mondo anche le residue remore a dare più armi e soprattutto armi più potenti all’Ucraina. Bisogna stare davvero molto attenti a fare i corsari perché non ci si può non rendersi conto che la guerra può sfuggire di mano a tutto. Perché Zelensky continua a dire “noi vinceremo”?

Perché anche lui scommette sul fatto che se Putin continua ad alzare la posta in gioco, gli altri sono costretti sempre di più a dargli i mezzi per umiliare Putin. È un gioco terribile dove non può essere consentito a chiunque di muoversi in Italia e fuori senza rendersi conto della complessità della situazione. Senza rendersi conto che nessuno la controlla più e che può sfuggire di mano a tutti nel giro di cinque minuti.


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