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Giorgia Meloni, presidente del Consiglio

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Il ministro Sangiuliano con la scelta di innovare la 18App dimostra che non esiste solo un riformismo di  sinistra, ma anche di destra che unisce moralità, cultura e economia. Il lavoro di Fitto  per rimettere in moto la macchina degli investimenti e attuare il Pnrr superando i tabù della nuova concorrenza e dei nuovi servizi pubblici locali fa altrettanto con intelligenza politica. La Sinistra è costretta a  rendersi conto che in Italia oggi c’è in campo una Destra che vuole affrontare i problemi e risolverli almeno parzialmente. Allo stesso modo se il governo della Destra della Meloni cede alle rendite dei tassisti e dei balneari non fa bene al Paese e taglia le gambe al suo futuro. Si è già sbandato troppo su  marchette varie assortite. L’orgoglio della premier sulla crescita italiana e l’impegno a aiutare le imprese va in senso opposto.

Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, con la scelta di innovare la 18App qualificandola per raggiungere meglio lo scopo nobile per cui è nata ed evitando regali a chi non ne ha bisogno oltre che truffe di pessimo gusto, dimostra che non esiste solo un riformismo di sinistra ma anche di destra. Questo significa unire moralità, economia e cultura in un circolo virtuoso che può fare solo bene al nostro Paese e ai nostri figli.

Il ministro dell’Europa, Raffaele Fitto, facendo tutto quello che sta facendo tra stress test e visione d’insieme per rimettere in moto la macchina degli investimenti pubblici e attuare il cammino riformatore del Piano nazionale di ripresa e resilienza invitando tutti a fare i conti con il futuro legato ai tabù da superare della concorrenza e dei servizi pubblici locali, dimostra che non esiste solo un riformismo di sinistra ma anche di destra.

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, rivendicando con orgoglio che “nell’ultimo trimestre l’economia italiana è cresciuta di più di quella francese, di quella tedesca e di quella spagnola”, che sono queste imprese “che fanno la differenza” e che lei avverte la responsabilità di aiutarle, dimostra di volere percorrere un cammino di governo dell’economia che si muove nel solco delle riforme di struttura tracciato concordandolo con l’Europa e di un conseguente recupero in termini di competitività e di nuova occupazione peraltro entrambi già in atto. Le sue parole, anche quelle di sacrosanta equità sulla carta della cultura, confermano che al centro del programma del nuovo governo c’è la crescita e non può non discenderne che questa crescita futura non si costruisce lisciando il pelo a frazioni di elettori con nuovi tetti al Pos ed altre amenità varie, sollecitate da compagni di viaggio che non avevano capito nulla con il governo Draghi e continuano a capire molto poco ora, ma perseguendo con lungimiranza e determinazione l’attuazione di un conservatorismo moderno che scardina in radice la legge nazionale mai scritta ma oralmente tramandata che la destra non fa le riforme.

Il dibattito della pubblica opinione italiano e il confronto tra i partiti dentro la maggioranza e all’interno della variegata opposizione tra di loro e nei confronti di chi governa, farebbero bene a prendere atto che è pura illusione continuare a ritenere che in Italia solo la Sinistra possa fare le riforme. Che quella legge nazionale oggi non esiste più perché la Destra sta provando a fare le riforme. Che Giorgia Meloni, Sangiuliano, Fitto, Giorgetti hanno consapevolezza dell’itinerario riformatore obbligato che debbono percorrere e hanno anche la determinazione per farlo. Se la Sinistra continua sempre a dire solo di no recita la parte in commedia del fesso e mostra insensibilità pubblica verso elementi di ingiustizia sociale che vanno invece rimossi.

La Sinistra deve rendersi conto che in Italia oggi c’è in campo una Destra che vuole affrontare i problemi, che mostra di poterseli prendere in carico e di potere affrontare e risolverli almeno parzialmente perché la perfezione non è di questa terra e la complicazione del quadro internazionale rende tutto più difficile. Inserire un correttivo molto ragionevole in un solco che ha portato i giovani a tornare a comprare i libri, anche quelli scolastici, anche quelli universitari, puntando a evitare che se ne approfittino congiunti non titolati e i figli dei super ricchi che il concerto possono pagarselo da soli, proprio affinché l’aiuto offerto sia tutelato e funzioni ancora meglio è semplicemente riformismo, null’altro. Esprime ragionevolezza e voglia di governare con efficienza ed equità. Chi ragiona non per partito preso non può non essere d’accordo, perché la gente ragiona come ragionano le persone normali.

Questa maggiore attenzione culturale per chi ha meno dovrebbe appartenere ai cromosomi fondanti della Sinistra e, se sono stati meno evidenti nell’esperienza di governo non c’è motivo alcuno di ripetere l’errore dai banchi dell’opposizione. Non capirebbero gli elettori, non servirebbe al Paese. Allo stesso modo se il governo della Destra della Meloni cede alle rendite dei tassisti e dei balneari non fa bene al Paese e taglia le gambe al suo futuro di governo conservatore riformista. Torna la Destra della legge nazionale che non fa le riforme e cade tutto, come è sempre accaduto. Si è già sbandato troppo su togliere l’obbligo del Pos fino a 60 euro, pensioni minime, tassazioni di favore, contanti e marchette varie assortite. Questo modo di governare non porta neppure consenso elettorale a chi se ne fa portatore come Lega e Forza Italia, a seconda delle circostanze, perché la stragrande maggioranza degli elettori ha capito che cosa serve davvero al Paese e non vuole rompere il giocattolo della fiducia. L’Europa di oggi è in lotta al suo interno per le egemonie future nel nuovo ordine mondiale post pandemia e post guerra di Putin in Ucraina. Ora è anche percorsa da uno scandalo mondiale che mostra quanto le autocrazie possano fare male alle democrazie occidentali e quanto vulnerabile sia la rete dell’Europa stessa agli interessi inconfessabili del Qatar come dei tanti padroni autocratici delle materie prime del mondo.

La Destra e la Sinistra hanno il dovere di fare le riforme che servono all’Italia. Hanno il dovere di abbattere i pregiudizi reciproci. Hanno il dovere di servire l’Italia perché si stabilizzi il cambiamento e non si incrini nel mondo la nuova reputazione che il mondo ha oggi di noi. Tutto il resto è il solito rumore italiano che tanti, tantissimi, non hanno più voglia di sentire e orecchie per ascoltare.


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