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La carta populista salviniana di mezza estate della tassa sugli extraprofitti delle banche si somma alla speculazione che rialza i prezzi di benzina e gasolio. Tra mini banche che saltano, stretta del credito all’economia e Mps controllata dal Mef in difficoltà, lo Stato ribusserà alle tasche dei contribuenti per chiedere di più di quanto ritiene di prelevare oggi a loro favore. La Meloni ha sempre smentito tutti i gufi, ma questa volta il Paese rischia. Ponga rimedio cancellando l’incertezza che blocca tutto e facendo educazione finanziaria sui mutui a tasso variabile.
Siamo al primo allarme vero per il miracolo economico italiano. Con il prelievo al 40% sugli extraprofitti delle banche siamo davanti a una pericolosissima mossa di mezza estate che c’è tutto il tempo per correggere in Parlamento, ma coniugata all’aumento dei prezzi italiani di benzina e gasolio che sono determinati dal listino della piattaforma “platt’s cif med” (sta per mediterraneo) e risentono di una speculazione da domanda estiva, può rappresentare una miscela esplosiva per la prosecuzione del miracolo economico italiano.
Il vicepremier Matteo Salvini ha voluto giocare la sua carta populista sulle banche, la Meloni non si è opposta, Giorgetti assente alla conferenza stampa ha approvato un provvedimento che aveva dichiarato di non volere prendere, perdendo giocoforza un pezzettino di sua credibilità personale. Le tecnicalità della decisione non sono ancora chiarissime, la prima sensazione è che nella formulazione attuale vada ben oltre i 2/3 miliardi di nuovi incassi preventivati. Crollano tipo slavina, oscillando con perdite dal 6 al 10%, le banche in Borsa e Milano da sei mesi la piazza migliore in Europa è quella che va peggio a causa proprio della tassa sui cosiddetti extraprofitti bancari.
Indipendentemente dall’andamento quotidiano del listino azionario e di quello dei prossimi giorni, ciò che deve essere chiaro a tutti è che questo prelievo produce effetti di sistema pesanti su una miriade di mini banche che rischiano brutalmente di saltare e sul Monte dei Paschi di Siena che è una banca importante posseduta dallo Stato stesso che si ritroverà di sicuro a bussare alle tasche dei contribuenti per chiedere di più di quanto ritiene di prelevare a loro favore dalle banche stesse. Sarà molto importante capire come è scritto il provvedimento, non è priva di fondamento la finalità redistributiva, ma le modalità con cui si è pervenuti alla decisione senza alcuna interlocuzione preventiva con le istituzioni centrali del sistema creditizio apre più di un punto interrogativo.
Anche se è evidente che le banche continueranno a comprare o meno titoli pubblici italiani sulla base dei rendimenti offerti e delle convenienze aziendali e di sistema, è ovvio che un indebolimento generale dei bilanci di un sistema creditizio già restrittivo e carente nel sostegno alle imprese e all’economia in generale non contribuisce a creare quelle condizioni di fiducia che mettono insieme il circuito virtuoso degli investimenti pubblici e privati e la spesa dei consumatori.
Per questo la mossa buttata lì alla vigilia di ferragosto mentre la speculazione preme sui prezzi energetici, Jacopo Giliberto ne rivela da par suo numeri e dettagli, con i trader londinesi che riaccendono parzialmente il listino del comparto che insieme ai servizi dava più soddisfazione nel percorso di rientro di super inflazione da caro energia, non può non destare più di qualche sorpresa oltre che preoccupazione. Soprattutto, se si pensa che il carrello della spesa alimentare viaggia con rincari medi del 10% e i furbetti del listino al supermercato e nei ristoranti continuano a spellare la clientela estera senza accorgersi che stanno perdendo quella interna.
Questa della componente turistica che si è sviluppata a macchia di leopardo e si è portata dietro il boom dei servizi che hanno mostrato di tenere sotto controllo l’inflazione non può essere affatto sottovalutata. Chiariamoci. Non è affatto in discussione il principio di fare prelievi eccezionali a chi ha guadagnato troppo per sostenere chi soffre troppo.
Sugli extraprofitti energetici proprio il governo Meloni è riuscito a incassare 3,3 miliardi facendo meglio delle previsioni che si fermavano a 2,6/2,8 miliardi. È anche giusto il principio che le banche hanno incassato di più con i tassi rialzati e hanno tenuto bassissimi quelli sui conti correnti, ma il provvedimento a quanto si sa non agisce a favore dei depositi, ma vuole aiutare chi ha visto aumentare la rata sui mutui. Mettendo insieme un problema reale con un tema di educazione finanziaria perché è chiaro a tutti che chi ha sottoscritto mutui a tasso variabile ha pagato tassi zero sfruttando la lunga stagione della politica monetaria espansiva e non ha ritenuto di passare a un tasso fisso modesto quando poteva benché consigliato, mentre chi ha continuato a tenere i suoi soldi sul conto corrente bancario è rimasto sempre a zero e in alcuni casi sotto zero.
Bisogna stare molto attenti a mettere in moto un processo che, perseguendo nobili obiettivi di sostegno a chi soffre con la rata del mutuo o volendo contribuire a mettere in copertura il taglio del cuneo fiscale, innesca un meccanismo che porta al rallentamento della parte industriale italiana che si sta mostrando molto più flessibile di quella tedesca e francese, ma alla lunga non può non risentire delle incognite a livello globale con i blocchi russo-ucraino e il cambiamento radicale del paradigma mondiale con la crisi strutturale tedesca, la reindustrializzazione cinese, e il cambiamento delle catene globali della logistica.
C’è il rischio concreto che ciò che per l’Italia, sia pure in un contesto difficile, può essere addirittura un’occasione, determini quella incertezza e quello smarrimento che rischiano di fare saltare la complementarietà tra investimenti pubblici e privati che solo la fiducia sostiene e che fino a oggi sono stati il motore della nostra crescita. Per la prima volta, da quando è in carica il governo Meloni, che fino a oggi aveva smentito tutti i gufi, il Paese rischia. C’è tutto il tempo per porre rimedio, ma bisogna farlo spiegando e articolando bene l’intervento. Soprattutto, bisogna farlo presto cancellando l’incertezza che blocca tutto.
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