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Viktor Orban

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Il Consiglio europeo raggiunge un tiepido accordo solo su un punto del dossier immigrazione. Dopo anni di stallo le politiche migratorie tornano sul tavolo dei leader europei, su precisa richiesta dell’Italia, ma l’accordo per il momento, si trova solo sulla dimensione esterna, rimpatri e partenariati con Paesi terzi di origine e transito dei migranti.

Restano però, ancora fuori le discussioni chiave del dossier, come la revisione di Dublino, le politiche per l’asilo, i ricollocamenti dei migranti dai Paesi di primo arrivo ad altri stati. «Tra i Paesi dell’Unione, esiste un’ampia convergenza sull’esigenza di superare il Regolamento di Dublino concepito in una fase storica diversa da quella attuale» spiegano fonti governative italiane. «Al momento una solidarietà obbligatoria verso i Paesi di primo arrivo attraverso la presa in carico dei salvati in mare rimane ancora divisiva per i 27 Stati Membri».

Quanto ottenuto dalla riunione dei leader europei, è però secondo l’Italia comunque un primo passo per rispolverare dal cassetto un dossier troppo a lungo dimenticato.

«Un migliore controllo della frontiera esterna dell’Unione può essere la base per un piano più ampio che comprenda anche il tema dei ricollocamenti» affermano le stesse fonti governative. L’immigrazione è «un tema che è parte integrante dell’azione esterna dell’Unione europea e che il governo italiano vuole gestire in modo equilibrato, efficace e umano» sottolineano le fonti.

Il messaggio poi del governo italiano sembra chiaro: «Questa gestione non può essere soltanto italiana – come ha ricordato il premier Draghi – ma occorre che sia pienamente europea, con un impegno comune a contenere i flussi di immigrazione illegali; organizzare l’immigrazione legale; aiutare questi Paesi a stabilizzarsi e a ritrovare la pace».

Il governo italiano ha insistito durante la riunione dei leader sulla necessità di «un’alternativa di lungo periodo, in modo che nessun Paese sia lasciato solo», secondo le fonti. L’Italia riconosce poi che «il Patto sulla Migrazione e l’Asilo proposto il 23 settembre del 2020 dalla Commissione Europea ha il merito di ricercare un cambio di prospettiva». In Consiglio, secondo le fonti, «sta emergendo un terreno comune su diversi aspetti fondamentali, innanzitutto sul riconoscimento delle rotte migratorie come parte integrante dell’azione esterna dell’Unione europea». 

Nel dettaglio, i leader hanno dunque concordato il rafforzamento di partenariati e collaborazioni con i Paesi di origine e di transito, come parte integrante dell’azione esterna dell’Ue per «prevenire la perdita di vite umane e ridurre la pressione sulle frontiere», si legge nel testo di conclusioni. L’approccio «sarà pragmatico, flessibile e su misura, farà un uso coordinato, come Team Europe, di tutti gli strumenti e gli incentivi disponibili dell’Ue e degli Stati membri e si svolgerà in stretta collaborazione con l’Unhcr e l’Oim».

Secondo i leader «dovrebbe affrontare tutte le rotte e basarsi su un approccio globale, affrontando le cause profonde, sostenendo i rifugiati e gli sfollati nella regione, sviluppando capacità di gestione della migrazione, sradicando il traffico e la tratta, rafforzando il controllo delle frontiere, cooperando in materia di ricerca e soccorso, affrontando la migrazione legale nel rispetto delle competenze nazionali e garantendo il rimpatrio e la riammissione».

Il Consiglio invita la Commissione Europea e l’Alto rappresentante, Josep Borrell, a rafforzare immediatamente iniziative e sostegno ai Paesi di origine e di transito dei migranti e a presentare dei piani d’azione entro l’autunno 2021. I leader invitano la Commissione a finanziare misure per l’immigrazione attraverso i programmi pertinenti che ha a disposizione. Infine, il Consiglio europeo condanna e respinge ogni tentativo da parte di paesi terzi di strumentalizzare i migranti a fini politici. Per il presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli «la dimensione esterna da sola non basta se non sapremo darci una politica comune di immigrazione e asilo al nostro interno».

«Il Parlamento europeo sta lavorando alle misure contenute nel Patto per l’immigrazione e l’asilo e siamo pronti a negoziare in modo pragmatico e utile. – ha detto Sassoli in conferenza stampa – È evidente che si tratta di una materia politicamente sensibile, ma non è più accettabile che la sorte delle persone sia legata alle vicende elettorali nei nostri Stati membri». 

I leader hanno poi espresso soddisfazione per i progressi compiuti nella campagna vaccinale per il Covid-19 e per il miglioramento globale della situazione epidemiologica. Il Consiglio sottolinea la necessità di proseguire l’impegno in questa direzione restando vigili sulle nuove varianti. I leader garantiscono che gli Stati membri applicheranno gli accordi raggiunti sul certificato digitale per il Covid per facilitare i viaggi e il ritorno alla mobilità.

Il Consiglio europeo riafferma l’impegno dell’Ue per contribuire ad aumentare la produzione globale di vaccini e l’accesso universale ad essi, in particolare attraverso il Covax. L’Ue si appella agli altri Paesi produttori a fare altrettanto per incrementare la vaccinazione mondiale. Se vogliamo vaccinare il 75% della popolazione mondiale abbiamo bisogno di 11 miliardi di dosi, dobbiamo intensificare lo sforzo di vaccinazione globale e, come ho detto anche al G7, per fare ciò abbiamo bisogno di un piano vaccinale globale” ha ribadito anche il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres intervenendo al Parlamento europeo. I leader accolgono con favore la decisione di una sessione speciale dell’Assemblea mondiale della sanità per il prossimo novembre per discutere una convenzione sulla risposta alle pandemie. Inoltre, l’Ue continuerà a lavorare anche per un «trattato internazionale sulle pandemie».

Intanto i leader hanno discusso delle lezioni tratte dal Covid-19.  Altro tema caldo, è stata la proposta di legge ungherese sull’omosessualità, secondo alcune indiscrezioni, Bruxelles avrebbe inviato una lettera all’Ungheria sulle eventuali violazioni delle direttive sui servizi dei media audio-visivi, l’e-commerce e la Carta dei diritti fondamentali, nel caso in cui la legge anti-Lgbti entri in vigore. I leader discutono anche delle relazioni Ue con la Russia, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese, Emmanuel Macron al loro arrivo al Consiglio hanno insistito sulla necessità di prevedere una riunione con leader russo Vladimir Putin. Il Consiglio sta discutendo sull’ipotesi di un incontro entro la fine del semestre, ma non mancano le divisioni tra i Paesi.


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