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È in dirittura d’arrivo la firma dell’Accordo di Partenariato (Adp) per la programmazione 2021-2027 dei fondi strutturali europei, da cui deriva un’altra sostanziosa quota da investire nello sviluppo del Mezzogiorno: 31,67 miliardi di euro su una dote complessiva di 42,18 miliardi. Chiuso il negoziato con Bruxelles, il ministero del Sud ha trasmesso alla Commissione europea il testo finale dell’accordo. La sottoscrizione formale avverrà il 19 luglio, quando a Roma arriverà la commissaria europea per la Coesione e le Riforme, Elisa Ferreira.

I “nuovi” fondi «consentiranno all’Italia di diventare un Paese più giusto, più moderno e più sostenibile», afferma la ministra per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna, sottolineando che «si tratta della cifra più alta mai assegnata al nostro Paese, circa il 16% in più dei fondi del 2014/20, una importantissima dotazione di risorse che – insieme al Pnrr e al FSC – rappresentano un’opportunità ma anche una responsabilità».

Nel nuovo Accordo di Partenariato, spiega la ministra, «ci sono delle novità assolute», come il Pon Salute, l’estensione del Pon Metro alle città medie del Mezzogiorno per la riqualificazione delle periferie, l’uso di fondi per l’assunzione di nuove professionalità nella PA, o come «la fortissima» concentrazione di risorse sugli obiettivi della transizione ecologica e digitale.

La sfida ora è segnare una svolta rispetto alle programmazioni passate che raccontano della scarsa capacità italiana di spesa, con i ministeri a “contendere” alle Regioni del Sud il primato per l’inefficienza nella gestione delle risorse. Basti pensare che, come emerge dalla Relazione del ministero del Sud al Parlamento, su 206,3 miliardi dei fondi di coesione (tra europei e nazionali) delle passate programmazioni (2007-2013, 2014-2020), ne sono stati spesi solo circa il 46%.

L’obiettivo, dice, quindi, Carfagna, «dovrà essere quello di utilizzare al meglio ogni euro investito. Non un centesimo deve essere sprecato, come troppo spesso è successo in passato: una governance migliorata e la rinnovata consapevolezza di Stato e Regioni ci aiuterà in questa direzione». All’Agenzia per la coesione territoriale sono stati, intanto, affidati compiti di affiancamento, ma anche poteri di sostituzione «in modo da garantire il buon fine degli investimenti».


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