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Christine Lagarde

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Un altro neologismo entra nel vocabolario dell’Euro. Si tratta del TPI, acronimo di Transmission Protection Instrument, ovvero lo scudo anti-spread che servirà a proteggere i Btp, ma anche gli Oats francesi, i titoli greci e i Bonos spagnoli. Il nuovo sistema di protezione è stato approvato all’unanimità dal Consiglio direttivo della Bce dopo aver aumentato i tassi dello 0,5%. Primo ritocco verso l’alto dall’aprile del 2011 che pone definitivamente termine all’epoca dei tassi zero.

La mossa annunciata ieri, maggiore di quella di 25 punti base preannunciata nella riunione di giugno ad Amsterdam ma correttamente anticipata dalle indiscrezioni della vigilia, è stata determinata – ha spiegato la presidente Christine Lagarde in conferenza stampa – dal peggioramento delle pressioni inflazionistiche che si sono ancor più allargate a pressoché tutti i settori dell’economia e al rallentamento delle attività come conseguenza della guerra in Ucraina, del persistere delle carenze sul fronte sull’offerta e sul clima di grande incertezza prevalente. Sebbene la Bce escluda uno scenario di recessione sia per il 2022 che per il 2023, l’attesa è che la debolezza dell’economia si estenda anche al secondo semestre e oltre sebbene vi siano fattori positivi di sostegno come il mondo del lavoro.

Oltre allo storico primo aumento dei tassi in oltre una decade, l’altra grande novità della riunione odierna è stata l’annuncio dello strumento di protezione del meccanismo di trasmissione della politica monetaria (TPI). I mercati per tutta la giornata hanno cercato di capire quale sarà il livello di sofferenza che costringerà Francoforte a intervenire. Per questa ragione il differenziale con il Btp è salito fino a 240 punti prima di tornare a 224. Anche la Borsa è andata in altalena con la chiusura a 0,71%. Non è ancora chiaro quale sarà la soglia d’intervento.

L’attivazione si baserà su quattro criteri: il rispetto dei criteri di bilancio indicati dall’Ue, l’assenza di gravi squilibri macroeconomici, la sostenibilità del debito (tramite le analisi fornite dal Fmi, dalla Commissione, dal Mes e dalla stessa Bce), l’adozione di politiche «solide e sostenibili nel rispetto degli impegni presi con il Recovery e con le raccomandazioni specifiche della Commissione europea», ha spiegato ieri la presidente della Bce, Christine Lagarde, ribadendo come la decisione finale sarà presa dal consiglio direttivo dell’Eurotower.

Tutte condizioni note ormai da settimane dalla Banca centrale tedesca, prima ancora che deflagrasse la nostra crisi di governo, mettendo nel mirino la proposta di ridurre gli spread utilizzando i proventi delle obbligazioni in scadenza in Germania e in altre nazioni del nord Europa per acquistare più debito italiano, greco, spagnolo e portoghese. In generale lo scudo potrà essere attivato per contrastare dinamiche di mercato ingiustificate e disordinate. L’Eurosistema sarà in grado di effettuare acquisti sul mercato secondario di titoli emessi in giurisdizioni che subiscono un deterioramento delle condizioni di finanziamento non giustificato dai fondamentali specifici del Paese, per contrastare i rischi per il meccanismo di trasmissione nella misura necessaria.

L’entità degli acquisti di TPI dipenderebbe dalla gravità dei rischi che incombono sulla trasmissione della politica monetaria. Gli acquisti non sono vincolati ex ante ma si focalizzeranno su titoli del settore pubblico (titoli di debito negoziabili emessi da governi centrali e regionali nonché da agenzie, come definiti dalla Bce) con una scadenza residua compresa tra uno e dieci anni. Se del caso, potrebbero essere presi in considerazione gli acquisti di titoli del settore privato. Secondo Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia, i timori degli investitori su un lungo periodo di instabilità politica in Italia possano portare lo spread nel breve termine a 250 punti base e nel medio a 300 punti. Per Unicredit Research ha un primo obiettivo a 225 punti base e forse anche più in alto verso 250-300 punti base se anche la Bce dovesse deludere per quanto riguarda lo scudo anti-spread.

I prossimi rialzi dei tassi, ha precisato la Bce, verranno decisi «volta per volta», in base ai dati macro e ai target dell’inflazione. I mercati si aspettano altri 140 punti base di rialzo dei tassi entro la fine dell’anno, il che suggerisce un movimento costante di mezzo punto percentuale ad ogni riunione. Il deterioramento delle condizioni economiche nei prossimi mesi potrebbe tuttavia portare a una riduzione anticipata del ciclo di inasprimento. In Italia, in quello che potrebbe essere descritto come il peggior momento possibile, la rottura della coalizione di governo e le dimissioni del suo leader Mario Draghi hanno portato a un brusco ampliamento dello spread Btp/Bund, una situazione che potrebbe diventare un ostacolo alla regolare trasmissione della politica monetaria.

Tuttavia, quando è stata ripetutamente interrogata durante la conferenza stampa, la presidente Lagarde si è guardata bene dal rivelare se un inasprimento delle condizioni finanziarie, guidato da politiche interne autodistruttive, avrebbe giustificato l’attuazione del nuovo strumento di protezione del meccanismo di trasmissione della politica monetaria. In questa fase, visto che non c’è stato ancora alcun contagio nei rialzi di spread in altri Paesi periferici, «non lo riteniamo probabile». Nessun accenno, invece sulla crisi politica italiana. «La Bce non prende posizione su questioni politiche».


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