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DALLE industrie della carta a quelle agroalimentari, dai ristoranti agli alberghi: è sempre più forte il grido d’allarme sull’impatto delle bollette energetiche ormai impazzite. Senza dimenticare le famiglie. È ormai chiaro che l’autunno sarà caldissimo. Con annunci di chiusure di attività produttive che non reggono i costi alle stelle dell’energia. Il  rischio sempre più concreto è quello di innescare una spirale recessiva e  gravi tensioni sociali. Sui consumatori, infatti,  accanto alle super bollette elettriche e del gas peserà anche il carrello della spesa sempre più caro, per effetto della corsa dei costi energetici che le imprese non potranno che scaricare sui consumatori.  

POLITICA IN SUBBUGLIO

Questo il clima in cui si sta svolgendo una campagna elettorale infuocata  che, dopo le sterili polemiche sulle poltrone, ora sta virando sulle emergenze vere del Paese. E quella energetica, per le ricadute a valanga, è sicuramente al primo posto. E piovono anche proposte. Ieri il leader del Pd, Enrico Letta, ha lanciato  l’idea di un tetto nazionale all’energia.  «I prezzi dell’energia elettrica e del gas – ha detto Letta- sono aumentati di più del mille per cento, prima con l’aumento delle materie prime e poi con la guerra». Nell’agenda dei  Dem ci sono un piano nazionale per il risparmio energetico  e  un tetto europeo del prezzo del gas.

Si tratta, per quanto riguarda quest’ultima misura, della politica che stava perseguendo il presidente del Consiglio uscente, Mario Draghi. Sulla necessità di andare avanti abbattendo il costo dell’energia, anche mettendo un tetto nazionale, si è espresso anche Carlo Calenda. Ma a scendere in campo sui social è stato anche Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, che ha denunciato: «Mentre l’attenzione dei leader politici in questi giorni è tutta concentrata sulle liste e le candidature, sul nostro Paese si sta abbattendo una gravissima emergenza. Il costo dell’elettricità e del gas è cresciuto da 4 a 6 volte in un anno. Molte famiglie rischiano di dover fare una scelta drammatica: pagare le bollette o fare la spesa. Molte imprese rischiano di non farcela, di chiudere o ridurre il personale. Occorre occuparsene subito, con provvedimenti urgenti per sterilizzare gli aumenti e partendo immediatamente con la realizzazione dei rigassificatori, dei termovalorizzatori, delle energie rinnovabili e anche con le ricerche sul nucleare pulito».  

Per Giorgia Meloni bisogna procedere sulla linea Draghi  puntando a un tetto europeo per il gas. Il governo uscente si era subito mosso anche nella ricerca di forniture alternative. Poi lo stop a questo esecutivo.  

LA RINCORSA DEI PREZZI

Intanto sta accadendo quello che era scontato: un mese di campagna elettorale nel periodo più difficile per l’economia italiana. Con la quasi certezza che con la ripresa scoppierà in pieno l’emergenza energetica, legata a filo doppio a quella economica.  L’Arera, già a fine luglio, aveva annunciato che dal primo ottobre sarebbe scattato un nuovo metodo di aggiornamento tariffario mensile per le utenze delle famiglie. Una scelta che, secondo l’Agenzia, è finalizzata a tutelare i consumatori. Ma che nasce, come sottolinea Arera in una nota, dall’ulteriore drammatica crescita dei prezzi all’ingrosso dell’energia legata al conflitto in Ucraina e alla riduzione dei flussi dalla Russia.

Intanto non c’è alcuno spiraglio di luce all’orizzonte. La guerra continua e inesorabile prosegue il rialzo dei prezzi del gas. Ieri  si è registrato un nuovo balzo del gas naturale sulla piazza di Amsterdam a seguito dello stop, annunciato venerdì scorso da Gazprom, al gasdotto Nord Stream verso la Germania. I contratti futures sul mese di settembre hanno segnato un rialzo del 16,85%, a 285,7 euro al MWh, mentre a Londra svettano  a quota  5,4 le sterline per singola Mbtu, con un  balzo del 17,16% rispetto alla chiusura di venerdì scorso. Più calmo l’andamento del petrolio, mentre crescono i listini del grano duro (+0,56%) e tenero (+0,68%). Con queste quotazioni per i beni alimentari, che da mesi stanno trainando l’inflazione,  non potrà che proseguire la corsa. La domanda di energia per le filiere è infatti elevata.

La produzione agricola e quella alimentare, ha sottolineato in un’analisi la Coldiretti, in Italia assorbe oltre l’11% dei consumi energetici industriali totali, per circa 13,3 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti (Mtep) all’anno. Nel sistema agricolo i consumi diretti di energia includono i combustibili per trattori, serre e trasporti, mentre tra i  consumi indiretti ci sono quelli per fitosanitari, fertilizzanti e impiego di materiali come la plastica (4,7 Mtep). Il comparto alimentare “brucia” ingenti quantità di energia, soprattutto calore ed energia elettrica, per i processi di produzione, trasformazione, conservazione dei prodotti di origine animale e vegetale, funzionamento delle macchine e climatizzazione degli ambienti produttivi e di lavoro (8,6 Mtep).  

CONTRACCOLPI A CASCATA

L’esplosione del costo del gas sta avendo infatti   un impatto devastante sulla filiera, dal campo alla tavola, in un momento in cui  la siccità ha distrutto i raccolti con perdite per oltre 6 miliardi, circa il 10% del valore  della produzione. «Un mix micidiale  – ha sottolineato Coldiretti – che costerà  quest’anno alle famiglie italiane quasi 9 miliardi  di euro soltanto per la spesa alimentare, a causa dell’effetto dell’inflazione che colpisce soprattutto le categorie più deboli».  E non stanno meglio le imprese del terziario. Già a fine luglio la Confcommercio  aveva stimato  una spesa in energia per il 2022 di 24 miliardi, più del doppio rispetto al 2021.

Secondo Confcommercio tra luglio 2021 e lo stesso mese di quest’anno gli aumenti della spesa annuale hanno toccato punte del 122% per l’elettricità e del 154% per il gas. Con un costo per la bolletta elettrica  particolarmente elevato per alberghi, negozi di generi alimentari, bar ed esercizi commerciali di beni non alimentari.   Per quanto riguarda il gas, rincari  forti ancora  per il settore alberghiero e della ristorazione, con aumenti fino al 130%. Le quotazioni fuori controllo dell’energia stanno delineando una situazione  drammatica, secondo l’Ircaf (Istituto ricerche consumo, ambiente e formazione) che,  tenendo conto dei livelli dei prezzi del gas, ha valutato per una famiglia tipo da 1400 metri cubi  una spesa per i primi trimestri del 2022 di 1.382 euro: confrontata con quella degli stessi periodi del 2020 segna un aumento del 142%. E se si dovesse registrare un ulteriore aumento delle tariffe fino al 70 centesimi al kilowattora, al primo ottobre l’incremento salirà del 178%. Se si aggiunge anche la bolletta elettrica il costo annuo per una famiglia tipo, secondo l’Ircaf,   sarà più caro del 100% rispetto al 2021 e del 135% sul 2020. 

Con un’inflazione salita  quasi al 9% in Europa e di oltre l’8% in Italia si profila – ha sostenuto l’Ircaf –  una tempesta perfetta tra inflazione e recessione per l’alto costo dell’energia e delle materie prime. Le materie prime agricole sono poi un nervo scoperto. Con un carrello della spesa a peso d’oro si potrebbe aggravare l’indice di povertà già schizzato in alto per effetto del Covid e ora della guerra. Ma se dovessero chiudere industrie e attività produttive in genere bisognerebbe fare i conti con un ulteriore impoverimento del Paese.  Già oggi i prezzi alimentari sono carissimi.

La Coldiretti ha valutato che i consumatori per acquistare verdura dovranno spendere 1,97 miliardi in più, 1,65 per pane, pasta e riso e 1,54 miliardi per carne e salumi.


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