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Il 2022 si chiude e dall’analisi dei flussi e di datisi evince come si sia trattato dell’anno terribile dei mercati, ecco perché

Il 2022 che sta per chiudersi passerà agli archivi come l’anno terribile per i mercati finanziari. A cominciare dai due investimenti che non mancano in nessun portafoglio: azioni e obbligazioni. Rari i guadagni. Segnaliamo l’oro (invariato se espresso in dollari e +6,2% se espresso in euro).

Il dollaro al top da sette anni (l’indice, che misura il biglietto verde rispetto alle sei principali valute del globo ha guadagnato quasi il +9%) e qualche Borsa minore come l’Argentina (+134%).

La peggiore, è appena il caso di notarlo è quella di Mosca (-43%). L’altro “vincitore”, ovviamente, è il petrolio cresciuto del 40% trainando al rialzo tutti i titoli del settore. La commodity più in forma è stato il caffè salito del 75%.
Il gas è stata l’amara sorpresa dell’anno visti i riflessi che ha avuto sulle bollette. Tuttavia l’incendio, nel verso senso della parola, sembra essere rientrato. Ieri il ribasso ha preso velocità con una caduta dell’11%, segnando nuovi minimi da febbraio. Grazie all’accordo sul price cap e alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento, dicembre registra una caduta del 48% e il bilancio del 2022 si ridimensiona a un modesto +8%. A fine agosto il prezzo risultava quadruplicato rispetto a inizio gennaio.

L’ANNO TERRIBILE DEI MERCATI E LA SPERANZA NEL 2023

L’emergenza sta rientrando aprendo la porta a qualche speranza per il 2023.
II 2022 si è rivelato un anno terribile per il mercato obbligazionario a causa dell’esplosione dell’inflazione e delle drastiche contromisure prese dalle banche centrali. Il Tbond ha perso il 19,20%, il Bund tedesco 22% (non ci sono precedenti simili nella sua storia), e il Btp il -25. Anche per i titoli italiani non ci sono crolli precedenti di questa ampiezza.

I rendimenti sono schizzati verso l’alto e questo rappresenta certamente un’occasione d’acquisto. Tassi così alti, probabilmente resteranno il top per parecchio tempo e se, come immaginabile, la stretta creditizia delle banche centrali si dovesse allentare nel corso del 2023 i rendimenti potrebbero scendere. Di riflesso le quotazioni salirebbero aprendo la strada a possibili capital gain.

L’anno che sta per chiudersi segna anche la fine delle illusioni. A cominciare dal Bitcoin che finisce con un catastrofico -65%. Il fallimento della piattaforma Ftx e l’arresto del suo fondatore Bankman Fried imporranno una lunga riflessione sul futuro delle criptovalute.

IL DOW JONES HA PERSO OLTRE IL 9%

Per le Borse si chiude uno dei peggiori anni della storia recente. A Wall Street l’indice Dow Jones ha perso il 9,2%. Il Nasdaq e’ crollato del 33,8% che rappresenta il risultato peggiore dal 2008. Milano scende del 13% (mai così in basso dal 2018) in linea con l’Eurostoxx 600 che raccoglie le principali società europee (-12%). Le migliori azioni di Piazza Affari, tra i titoli principali, sono state Tenaris (+78,7%) trainata dal rialzo del prezzo del petrolio, Leonardo (+28,5%) perché la guerra ha fatto riemergere la domanda impetuosa di armi e difesa e Banco Bpm (+26,4%) considerata protagonista assoluta del prossimo risiko bancario.

La blue chip peggiore è stata Saipem (-75,2%) che tuttavia a partire da settembre ha conosciuto un recupero strepitose del 78%. In fondo alla classifica anche Tim (-49,7%) e Nexi (-47,5%). La migliore azione in assoluto a Milano e’ stata D’Amico International Shipping (+308%) sfruttando il formidabile rialzo dei noli per le navi che trasportano petrolio e gas liquefatto. Ki Group è stata la peggiore in assoluto con ribasso del 99%. Nel segmento Euronext Growth Milan la migliore performance è stata realizzata da Fope (gioielleria) con un incremento del 141,3%.

I NUOVI INGRESSI IN BORSA

Le società quotate sono 414 contro le 407 dell’anno scorso. E’ il risultato di 29 nuovi ingressi e 22 delisting. Un autentico boom che meglio di qualunque altra considerazione conferma che, secondo il mercato le quotazioni a Milano sono molto basse. Delle 29 matricole tre sono si sono presentate sul mercato principale (Civitanavi Systems, Generalfinance e Industrie De Nora) e 26 su Euronext Growth Milan. A queste operazioni si aggiunge l’ammissione di Iveco Group, a seguito della scissione da Cnh Industrial.

Nel 2022 il totale della raccolta dei collocamenti è stato di 1.450 milioni, oltre a 9 operazioni di aumento di capitale in opzione con un controvalore di 4.755 milioni. Nell’anno le Opa sono state 19, per un controvalore di circa 2.940 milioni.

Gli scambi di azioni, sostanzialmente stabili, hanno raggiunto una media giornaliera di 2,2 miliardi in valore e 303.000 contratti. Complessivamente sono stati scambiati oltre 76 milioni di contratti e un controvalore di 562 miliardi. Il massimo giornaliero per contratti è stato raggiunto il 7 marzo con 854mila contratti scambiati e per controvalore il 24 febbraio con 5,3 miliardi di euro.

Intesa Sanpaolo è stata l’azione più scambiata per controvalore, con un totale di 62 miliardi, e Unicredit la più scambiata in termini di contratti con più di 5,5 milioni di contratti.


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