X
<
>

Condividi:
3 minuti per la lettura

Attacco del governatore di Bankitalia Ignazio Visco sui rialzi dei tassi: «Non apprezzo le dichiarazioni di alcuni miei colleghi circa futuri e prolungati aumenti»

Il governatore della Banca d’Italia rompe gli indugi. Che serva cautela nelle decisioni di politica monetaria lo ha ribadito più volte. Ma stavolta Ignazio Visco punta apertamente il dito contro i falchi: «Non apprezzo dichiarazioni di miei colleghi circa futuri e prolungati aumenti dei tassi», dice parlando a un evento alla Farnesina. L’incertezza, ricorda, è «così elevata che come Consiglio direttivo della Bce abbiamo concordato di decidere riunione dopo riunione, senza indicazioni preordinate».

VISCO SUI RIALZI DEI TASSI: «NON SI SA ABBASTANZA»

Non sappiamo abbastanza, ribadisce il numero uno di Bankitalia, ricordando che «non si può escludere che ulteriori sviluppi negativi di natura geopolitica possano determinare nuovi rincari, oltre che per il gas naturale, per il petrolio e suoi derivati». E «per questo posso solo dire, ricordando Eugenio Montale, “ciò che non siamo, ciò che non vogliamo”, in questo caso un’inflazione alta e prolungata».

L’accelerazione della crescita dei prezzi ha imposto, dalla fine del 2021, un deciso cambio di orientamento della politica monetaria della Banca centrale europea, ricorda il governatore, citando la riduzione degli acquisti netti di titoli che ha preceduto il cambio di politica sui tassi, «innalzati per complessivi 300 punti base» ed è con l’intenzione «di accrescerli ancora di 50 punti nella riunione che terremo la prossima settimana».

Ma «anche se la politica monetaria ha finora avuto successo nello stabilizzare le aspettative, la grave situazione geopolitica rende molto difficile prevedere i futuri andamenti macroeconomici – ribadisce Visco – La politica monetaria dovrà muoversi con prudenza, facendosi guidare dai dati che via via si renderanno disponibili, in modo da riportare l’inflazione all’obiettivo del 2 per cento nel medio periodo, senza mettere a rischio la stabilità finanziaria e minimizzando gli effetti negativi sull’ancora fragile ripresa».

E la prudenza impone anche di «evitare che lo shock di offerta, che il drammatico conflitto in Ucraina ha reso ben più persistente di quanto inizialmente previsto, dia luogo nel complesso dell’area dell’euro ad aumenti dei costi del lavoro e dei margini di profitto non coerenti con il ritorno in tempi abbastanza rapidi all’obiettivo di stabilità dei prezzi».

La “tassa” costituita dall’aumento dei costi dell’energia, ribadisce Visco, «va assorbita, come abbiamo più volte sottolineato, non generando vane e dannose rincorse tra prezzi e salari».

FED E BANK OF ENGLAND

Da Ginevra, la presidente Bce Christine Lagarde ricorda che «dobbiamo fare quello che dobbiamo fare e lo faremo, e ripristineremo la stabilità dei prezzi. E faremo tutto il necessario per farlo» e usa la frase whatever it takes, espressione ormai celebre del suo predecessore Mario Draghi.

Anche il numero uno della Fed, Jerome Powell, prova a riportare equilibrio nei suoi messaggi, che ieri avevano affondato le Borse dopo i commenti su una possibile accelerazione nei rialzi. «Nessuna decisione è stata presa sulla velocità dei rialzi dei tassi – ha detto Powell nella sua seconda giornata di audizioni al Congresso – A guidare la Fed nelle sue decisioni saranno i dati e l’evoluzione delle prospettive economiche. La Fed non è su una strada predefinita».

Anche alla Banca d’Inghilterra, però, cresce la fronda anti-falchi. La policymaker della Bank of England, Swati Dhingra, ha chiesto di tenere fermi i tassi d’interesse, avvertendo che un altro aumento rischierebbe di «acuire il dolore» per le famiglie. Dhingra, membro del comitato di politica monetaria della banca, ha detto che una «strategia prudente manterrebbe la politica stabile» dopo aver alzato i tassi per 10 riunioni consecutive. Per Dhingra un’altra stretta «rischia di intaccare inutilmente la produzione in un momento in cui l’economia è debole e di aggravare il dolore per le famiglie quando i budget sono già schiacciati dai costi dell’energia e delle abitazioni».


La qualità dell'informazione è un bene assoluto, che richiede impegno, dedizione, sacrificio. Il Quotidiano del Sud è il prodotto di questo tipo di lavoro corale che ci assorbe ogni giorno con il massimo di passione e di competenza possibili.
Abbiamo un bene prezioso che difendiamo ogni giorno e che ogni giorno voi potete verificare. Questo bene prezioso si chiama libertà. Abbiamo una bandiera che non intendiamo ammainare. Questa bandiera è quella di un Mezzogiorno mai supino che reclama i diritti calpestati ma conosce e adempie ai suoi doveri.  
Contiamo su di voi per preservare questa voce libera che vuole essere la bandiera del Mezzogiorno. Che è la bandiera dell’Italia riunita.
ABBONATI AL QUOTIDIANO DEL SUD CLICCANDO QUI.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE