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Mario Draghi con il Primo Ministro israeliano Naftali Bennett

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LA ricerca della pace, con il riavvio dei negoziati tra Mosca e Kiev e il rilancio del processo di pace in Medio Oriente. Lo sblocco dei porti del Mar Nero per “liberare” il grano ucraino che mette a rischio la vita di milioni di persone. E soprattutto la collaborazione sul fronte energetico affinché l’Italia possa affrancarsi dalla dipendenza dal gas russo. Incontrando a Tel Aviv il primo ministro Naftali Bennett, il presidente del Consiglio, Mario Draghi, “mette a fuoco” gli obiettivi della missione che lo porta in Israele – e che fa tappa anche in Palestina – la prima di un capo di governo italiano negli ultimi sette anni, celebrata dal premier israeliano come l’inaugurazione di «un nuovo capitolo» nei rapporti tre i due Paesi su cui garantisce all’«amico» Draghi il suo whatever it takes per portarlo «a nuove vette».

Un impegno che Draghi intende a declinare sui temi che gli sono più “cari”. A Tel Aviv cerca la mediazione di Israele, che ha solidi rapporti con la Russia di Putin, sulla crisi in Ucraina. Sul fronte energetico, chiede di rafforzare la cooperazione per poter centrare l’obiettivo dell’indipendenza energetica da Mosca, incassando da Bennett la disponibilità ad «aiutare l’Italia e l’Europa con il gas», cosa che lo stesso leader israeliano definisce «ottime notizie per il mondo».

Dal premier israeliano quello italiano incassa anche un attestato pubblico di stima, con il ringraziamento davanti alla stampa per i «consigli politici saggi», che segue quello “consegnatogli” durante il pranzo di lavoro: «Ora che Angela Merkel è andata via, l’Europa ha bisogno di una leadership forte e responsabile», gli dice elogiando la sua «leadership». «C’è molto che posso imparare da te e molto che possiamo fare insieme», le sue parole. Draghi arriva all’incontro con Bennett dopo la visita al memoriale dell’Olocausto. Durante le comunicazioni congiunte alla stampa, racconta della sua emozione tra le sale dello Yard Vascem, sottolineando quanto la «testimonianza contro l’odio e la violenza» sia in questo momento importante. E garantisce da parte dell’Italia «massima determinazione» nel contrasto dell’antisemitismo e nella difesa dei «valori della pace, tolleranza e fratellanza».

«Israele è per l’Italia un Paese amico, un partner fondamentale», afferma Draghi, evidenziando la collaborazione in ambito economico, commerciale e sanitario, quest’ultima particolarmente stretta nel periodo della pandemia con lo scambio di informazioni sulle vaccinazioni e per il contenimento dei contagi, e – rivela Bennett – i consigli via whatsapp tra i premier. «Vogliamo che questa collaborazione in campo medico e in campo scientifico prosegua e si estenda anche in molti altri campi”, afferma Draghi indicando quelli più innovativi: la robotica, la mobilità sostenibile, la tecnologia applicata all’agricoltura e l’aerospazio.

Durante i colloqui il premier italiano mette l’accento sulla necessità di maggiori investimenti sul settore dei semiconduttori «per ridurre la nostra dipendenza da Cina e Taiwan», un tema che Bennett propone di inserire nell’agenda del vertice Intergovernativo di ottobre.

C’è poi il tema principe dell’energia: «Lavoriamo insieme nell’utilizzo delle risorse di gas del Mediterraneo per lo sviluppo delle energie rinnovabili. Vogliamo ridurre la nostra dipendenza dal gas russo, e accelerare la transizione energetica verso gli obiettivi climatici che ci siamo dati», afferma Draghi che durante il pranzo di lavoro a Bennett racconta delle strategie messe in campo dal governo per calmierare i prezzi dell’energia, compresa la tassa sugli extra profitti di cui il collega israeliano vuole «sapere di più»: «Questi sono tempi davvero eccezionali», commenta. La ministra dell’energia, Karine Elharrar-Hartstein, anche lei presente al pranzo, sottolinea l’interesse di Israele ad avere investimenti da parte di aziende italiane e europee nell’ambito dell’esplorazione di gas e a cooperare sullo sviluppo delle rinnovabili, come l’idrogeno verde.

Sul fronte del conflitto, Draghi ribadisce la posizione italiana che è quella di un «convinto» sostegno all’Ucraina e al «suo desiderio di far parte dell’Unione Europea», e ringrazia il governo di Israele «per lo sforzo di mediazione» nella crisi in atto. L’obiettivo del governo italiano, afferma, è che «si giunga quanto prima a un cessate il fuoco e a negoziati di pace nei termini che l’Ucraina riterrà accettabili». Draghi sarà a Kiev giovedì, insieme al cancelliere tedesco Olaf Scholz e al presidente francese Emmanuel Macron.

Non solo Ucraina, sul tavolo anche la situazione in Siria e Libano e soprattutto le possibilità di rilanciare il processo di pace con la Palestina. Intanto dal premier Mohammad Shtayyeh, che incontra nel primo pomeriggio a Ramallah, Draghi riceve la richiesta di aiutare la Palestina «a preservare la soluzione a due Stati» nel contesto del conflitto con Israele. Shtayyeh chiede sostegno per indire elezioni palestinesi, anche a Gerusalemme est, denuncia «l’escalation israeliana contro la nostra gente» e sollecita «protezione internazionale per il popolo palestinese».

Il premier italiano sottolinea «il fermo impegno dell’Italia» nel processo di pace tra i due Paesi. «Come ho già detto al primo ministro Bennet – puntualizza – il dialogo deve continuare per ripristinare la fiducia. Dobbiamo continuare a lavorare per ridurre le tensioni a tutti i livelli». E indica l’Unione europea come «un partner molto importante per la Palestina». E il premier palestinese si augura che lo stretto rapporto tra Israele e Ue «possa servire a favorire i negoziati». Intanto con il Paese l’Italia sigla 6 accordi di sviluppo, per un valore di 17 milioni: dalla chirurgia pediatrica all’agricoltura, dall’occupazione giovanile al patrimonio culturale. «Questi fondi – dice il premier – rafforzano i contributi in essere dell’Italia allo sviluppo della Palestina».


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