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L'ultima addio a Berlusconi di Marina Berlusconi e Marta Fascina

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L’addio a Silvio Berlusconi, l’uomo più divisivo d’Italia fa nascere nella nazione la voglia di pacificazione

L’ultimo saluto, l’addio a Silvio Berlusconi è nel segno della pacificazione. È la fine definitiva della Seconda Repubblica. Il politico più divisivo degli ultimi trent’anni se ne va davanti a una piazza Duomo gremita che lo acclama e lo saluta per l’ultima volta. Alle 15.11 ha inizio il funerale di Stato con tanto di lutto nazionale, come in occasione degli ex presidenti della Repubblica Leone e Ciampi. Il feretro è scortato, davanti all’altare maggiore, da carabinieri in alta uniforme. La celebrazione liturgica è presieduta dall’arcivescovo di Milano, Mario Delpini.

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La fila di destra è riservata alla famiglia e agli uomini e alle donne delle aziende del gruppo. La fila di sinistra ai politici, e dunque alle cariche istituzionali. Da Giorgia Meloni, accompagnata da Patrizia Scurti, a Sergio Mattarella. Matteo Salvini è con la fidanzata Francesca Verdini. Svetta tra le prime file il presidente ungherese Viktor Orban. E poi i presidenti del Senato, Ignazio La Russa, e della Camera, Lorenzo Fontana. E ancora: in rappresentanza della Commissione europea Paolo Gentiloni, tre ex premier: Draghi, Renzi, Monti. C’è tutto lo stato di maggiore di Forza Italia, i ministri, i dirigenti del Pd, la segretaria Elly Schlein, il capogruppo al Senato, Boccia, Franceschini.

I PRESENTI ALL’ADDIO A BERLUSCONI

La lista dei presenti è lunghissima, non basterebbero cento righe. È più facile fare l’elenco degli assenti. Ci sono tutti i mondi del Cavaliere, il calcio, con tutti i giocatori del Milan degli anni di Arrigo Sacchi e Fabio Capello. Ecco Massimiliano Allegri, l’ultimo allenatore del Diavolo presieduto dall’inquilino di Arcore. Assente Giuseppe Conte, per scelta. E poi gli amici del Cav: Marcello Dell’Utri, Fedele Confalonieri, Adriano Galliani. Chi ha lavorato a Cologno Monzese: da Gerry Scotti a Maria De Filippi, da Barbara D’Urso a Silvia Toffanin, che è anche la compagna di Pier Silvio.

C’è un atmosfera di pacificazione. La presenza del capo dello Stato, dicono gli osservatori, va in questa direzione. Perché Mattarella non è solo l’inquilino del Colle, ma anche il fratello di una delle vittime di Cosa Nostra. In tutto questo, il rumore di sottofondo che attraversa il Duomo di Milano rimanda a una domanda: e adesso cosa succederà?

Una questione che viene solo rimandata di qualche ora. Prima c’è il funerale. La commozione avvolge la famiglia di Silvio Berlusconi non appena il feretro dell’ex premier arriva davanti all’altare nel duomo di Milano. In lacrime la primogenita Marina, la compagna Marta Fascina e il figlio Pier Silvio che, prima di sedersi, ha abbracciato Maria De Filippi. Barbara e Pier Silvio si sono stretti per un istante la mano. Quando il feretro del Cavaliere entra nel duomo, parte un applauso lunghissimo e commosso. Poi cala il silenzio.

L’OMELIA

L’arcivescovo Delpini, nel corso dell’omelia, fa un ritratto asciutto e perfetto dell’ex premier. Con tutte le contraddizioni, una fotografia di un’esistenza piena, dove si sono mescolate le diverse vite del Cavaliere. Con un passaggio nemmeno tanto velato alle feste. E con una sottolineatura di quanto la felicità sia effimera.

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Ecco il passaggio conclusivo: «Quando un uomo è un uomo d’affari, allora cerca di fare affari. Ha quindi clienti e concorrenti. Ha momenti di successo e momenti di insuccesso. Si arrischia in imprese spericolate. Guarda ai numeri e non ai criteri. Deve fare affari. Non può fidarsi troppo degli altri e sa che gli altri non si fidano troppo di lui. È un uomo d’affari e deve fare affari. Quando un uomo è un uomo politico, allora cerca di vincere. Ha sostenitori e oppositori. C’è chi lo esalta e chi non può sopportarlo. Un uomo politico è sempre un uomo di parte».

«Quando un uomo è un personaggio, allora è sempre in scena. Ha ammiratori e detrattori. Ha chi lo applaude e chi lo detesta. Silvio Berlusconi è stato certo un uomo politico, è stato certo un uomo d’affari, è stato certo un personaggio alla ribalta della notorietà. Ma in questo momento di congedo e di preghiera, che cosa possiamo dire di Silvio Berlusconi? È stato un uomo: un desiderio di vita, un desiderio di amore, un desiderio di gioia. E ora celebriamo il mistero del compimento».

LACRIME E CORI PER L’ADDIO A BERLUSCONI

E mentre Delpini scolpisce queste parole, scorrono gli ultimi trent’anni della Repubblica italiana: la discesa in campo di Berlusconi, il bipolarismo, il tentativo di riformare la forma di Stato, lo scontro tra il centrodestra e il centrosinistra, la personalizzazione della politica, il leaderismo, le leggi ad personam. Tutto questo avvolge la celebrazione del funerale. E si legge negli occhi di ogni singolo presente. Piangono ex parlamentari e parlamentari in carica. Si appoggia al legno del banco Gianni Letta e lo stesso fa un sofferente Marcello Dell’Utri. Piange la famiglia, soprattutto Marina Berlusconi. E piange a dirotto Marta Fascina, l’ultima quasi moglie di Berlusconi. Qualche fila più dietro, mentre passa il feretro e poi anche durante i canti del rito, si scorgono decine di cellulari che raccolgono in un video l’ultimo saluto al Cavaliere.

C’è chi nasconde il gesto, chi – come i deputati che espongono le spillette di Forza Italia e non nascondono le lacrime – mostra la telecamera e la alza fin sopra la testa dei presenti. Qualcuno scatta anche qualche selfie. A questo punto nelle navate del Duomo suonano le note del Silenzio d’ordinanza, eseguito da un trombettiere dell’Aeronautica militare. È il momento che precede il rito della benedizione della salma. Alla fine si leva un lungo applauso. La benedizione eucaristica impartita da monsignor Mario Delpini conclude la Messa funebre di Silvio Berlusconi.

Fuori si contano 9 mila persone. Parte il coro dei tifosi del Milan: «Un presidente, c’è solo un presidente!». Mattarella e Meloni salutano i figli dell’ex premier. A questo punto l’auto con a bordo il feretro lascia Piazza Duomo. Direzione Arcore. Il cancello di villa San Martino si chiude. Giorgia Meloni celebra il Cavaliere sui social: «Grazie Silvio, non ti dimenticheremo».
Si chiude un’era. Finisce la Seconda Repubblica. E ora inizia una nuova fase per la politica e per il Paese. Con una serie di interrogativi: che ne sarà di Forza Italia? Ci sarà una successione dinastica o gli azzurri diventeranno una corrente di Fratelli d’Italia? Chi dei figli prenderà il timone del partito? Domande sospese cui nessuno osa rispondere, perché oggi è il giorno del ricordo e dell’ultimo saluto. Domani è un altro giorno.


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