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Mario Draghi al meeting di Rimini

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Quasi nello stesso istante, il presidente francese, Emanuel Macron e quello italiano, Mario Draghi, hanno avuto un pensiero rivolto alle loro nazioni. Qualcosa di fulminante, di sfuggente, ma che ha espresso un concetto chiaro, i popoli devono rimanere uniti quando l’onda d’urto della stessa potenza fa muovere alle radici le loro case comuni.

Per il presidente Draghi, “gli italiani si aspettano riforme e investimenti”. Il numero uno dell’Eliseo ha dichiarato invece “la fine dell’era dell’abbondanza”. Sembra di assistere alla crisi in diretta che negli anni Settanta decretò l’inizio della crisi energetica.

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Al meeting di Rimini rimbalzano, ormai da giorni, gli stessi temi, con gli stessi problemi sullo sfondo di una crisi politica, ovvero delle elezioni, che è un monito per le nuove generazioni. Draghi ha confermato una vecchia battuta che suona come un ammonimento a fare presto e bene, “anche i banchieri centrali conoscono l’emozione”. Forse intendeva che anche gli austeri signori che hanno in mano il denaro dei popoli hanno un cuore. Ma il senso è lo stesso. Ha comunque rivendicato, con sobrietà, i traguardi importanti del suo governo e invitato le forze politiche a non disperdere i risultati raggiunti, il primo è la coesione.

MARIO DRAGHI NON LASCIA EREDI MA UNA GRANDE EREDITÀ

Come recita una nota di Osvaldo Napoli, della commissione Esteri, Draghi non lascia eredi, ma il suo metodo di governo è l’eredità preziosa a cui “Azione” e “Italia Viva” ispirano la loro opera. Sottolinea Napoli: “Su questo chiedono il voto degli italiani. Vale lo stesso per la politica estera: solidarietà umana ed economica all’Ucraina, sostegno militare al suo popolo. Un contesto da cui l’Italia rischia di essere estromessa con le scelte di Conte, Salvini, Meloni e Berlusconi. Come ogni vero leader, Draghi ha indicato un orizzonte a partiti che non sanno guardare oltre il proprio ombelico”.

Ma il messaggio di Draghi è positivo, sotto vari punti di vista, con un invito ad andare a votare, “certo che il prossimo governo, di qualunque colore politico sarà, riuscirà a superare le difficoltà che sembrano insormontabili, l’Italia ce la farà anche questa volta”.

Anche con le forniture di gas. Per ora il Paese resta in preallerta, la fornitura della Russia cala al 18%, scrive l’AdnKronos. Il piano di risparmio del governo è pronto. Mancano gli ultimi ritocchi, potrebbe essere presentato nella prossima settimana.
Gli ultimi stoccaggi sono all’80 per cento, il gas russo è stato sforbiciato al 18% del totale mentre solo pochi mesi fa eravamo al 40%. E adesso si punta a fare i rigassificatori.

Sull’emergenza rimane in preallerta, non c’è nessun motivo – dicono i tecnici – di passare al livello 2 di allarme.

Ma sconvolge i tecnici, autori delle carte geopolitiche, l’affermazione che Draghi ha fatto ieri, con un messaggio al presidente ucraino, Zelenski, per celebrare la festa dell’indipendenza di Kiev.

In un video messagggio ricorda che l’amicizia fra i due popoli si è rafforzata dopo l’invasione russa che ha visto “il vostro attaccamento ai valori europei come fonte d’ispirazione per tutti noi”.

Sottolinea che il nostro governo vi ha fornito e continuerà a fornirvi “sostegno politico, finanziario, militare e umanitario”. Draghi ha concluso: “Come ho detto durante la visita a Kiev ricostruiremo tutto, insieme”.

Intanto l’Italia ha revocato 10 onorificenze a russi per indegnità, tra loro un vicepresidente della Duma e due viceministri. I decreti sono stati firmati dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lo scorso 8 agosto e pubblicati 12 giorni dopo, in Gazzetta Ufficiale. Nella vicenda sono coinvolti una decina tra banchieri e manager ai quali è stata revocata l’onorificenza nell’ambito delle sanzioni europee.

Nel frattempo, ogni giorno da qui al 25 settembre arriverà dalla Russia una letterina.
È intervenuto Dimitri Suslov, consigliere di Putin in politica estera, auspica una vittoria della destra in Italia.

Questo, sostiene Suslov, cambierebbe il corso della guerra in Ucraina.


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