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Giorgia Meloni

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All’indomani dell’approvazione nel Consiglio dei ministri del decreto sulla trasparenza dei prezzi dei carburanti (“Norma su trasparenza dei prezzi dei carburanti e rafforzamento dei poteri di controllo e sanzionatori del Garante dei prezzi”) il presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni torna a difendere l’operato del governo, facendo anche riferimento al taglio delle accise chiesto in un video del 2019, quando la leader di Fratelli d’Italia era all’opposizione.

«Penso ancora che sia giusto il taglio delle accise, ma si fanno i conti con la realtà e purtroppo stiamo affrontando una situazione emergenziale che ci impone di fare alcune scelte», ha detto ieri la premier nella sua rubrica “Gli appunti di Giorgia”, su Facebook, in merito al caro carburanti e al mancato rinnovo del taglio delle accise.

MELONI: «MAI PROMESSO IN CAMPAGNA ELETTORALE IL TAGLIO DELLE ACCISE»

«Io non ho promesso in questa campagna elettorale che avrei tagliato le accise sulla benzina – ha detto Meloni – Sono speranzosa che prima o poi riusciremo a fare un taglio strutturale delle accise, ma questo necessita di una situazione diversa e di rimettere in moto la crescita economica, perché per fare certe cose servono le risorse».

«Ho sentito e letto un poco di tutto, con una mistificazione totale si è detto che il governo ha aumentato le accise, e questo non è vero – ha poi detto Meloni – Non abbiamo fatto marcia indietro su un provvedimento dello scorso governo che tagliava temporaneamente le accise. Abbiamo confermato la scelta del precedente governo, quella di una misura temporanea per vedere come andava il mercato. Non abbiamo modificato la scelta del Governo Draghi di far terminare quel provvedimento a dicembre».

«Quanto costa il taglio delle accise fino a dicembre 2022 deliberato dal precedente governo? – ha aggiunto – Circa un miliardo al mese, oltre dieci miliardi l’anno, certo che si poteva fare, ma togliendo le risorse su altre cose come la conferma del taglio del costo del lavoro. Inoltre non avremmo potuto aumentare del 50% l’assegno unico per le famiglie per il primo anno di vita del bambino e per i primi tre anni per le famiglie numerose, non avremmo potuto aumentare il fondo sulla sanità di due miliardi di euro, non avremmo potuto aumentare la platea famiglie con un sostegno dello Stato per calmierare il costo delle bollette domestiche, non avremmo potuto istituire il fondo carrello per fare la spesa, non avremmo potuto mettere risorse per piccole e medie imprese, le avremmo dovute cancellare tutte queste misure dalla legge di Bilancio per prevedere di nuovo il taglio delle accise».

«AIUTARE I PIÙ BISOGNOSI»

«Tagliare le accise sulla benzina – ha continuato la premier – è una misura che aiuta tutti, indipendentemente dalla loro condizione economica. Il taglio avrebbe favorito in egual modo chi ha un’utilitaria e uno stipendio basso e chi ha l’auto di lusso, per paradosso aiutando di più chi ha l’auto di lusso perché consuma più benzina. Anziché spalmare dieci miliardi tra chi prende 500 euro al mese e chi prende 500.000 l’anno, abbiamo preso gli stessi soldi e deciso di metterli a disposizione di chi ha più bisogno».

Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, rispondendo al question time alla Camera illustra quanto deciso dal governo. «Sulle variazioni dei prezzi dei carburanti – dice – le scelte effettuate dal governo vanno nella direzione di tutelare il più possibile i cittadini e le imprese e di monitorare costantemente l’andamento dei prezzi, al fine di adottare ogni misura necessaria qualora emergesse la necessità di intervenire tempestivamente».

Quanto al taglio delle accise, Pichetto Fratin sostiene che «la riduzione strutturale delle accise è una misura di legislatura da valutare con attenzione sulla base dell’andamento dei conti pubblici e sulla base del riordino complessivo, che questa maggioranza ha in piano, delle misure fiscali».

Il ministro sottolinea come «l’abbassamento del prezzo del carburante a dicembre 2022 ha fatto sì che il governo abbia deciso di dirottare le risorse impiegate per il taglio alle accise, di cui beneficiavano indistintamente tutti, verso le misure relative a contrastare il caro bollette, a cui sono state destinati ben 21 miliardi su 30, e a sostegno dei redditi più bassi. È stata dunque fatta una scelta puntuale, settoriale e non generalizzata, per favorire maggiormente le famiglie e le imprese più in difficoltà».

LA PROTESTA DEI GESTORI: «SCARICANO TUTTO SU NOI»

«Rispetteremo, ovviamente, quanto deciso dal governo. Ma certo non era questo il tipo di provvedimento che ci aspettavamo – replica Giuseppe Sperduto, presidente nazionale di Faib Confesercenti – L’esecutivo smentisce se stesso: i dati del ministero dell’Ambiente certificano che l’aumento dei prezzi è stato in linea con il rialzo dovuto al ripristino delle accise, ma il Cdm sceglie di ignorarli e di considerare i gestori come pericolosi speculatori. E per questo vara un provvedimento che scarica su di essi, che non stabiliscono i prezzi e sono evidentemente l’anello più debole della filiera dei carburanti, l’ennesimo assurdo adempimento».


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