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Un treno per l'alta velocità

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L’ALTA velocità Salerno-Reggio Calabria, Napoli-Bari, e Messina-Catania-Palermo, la linea ferroviaria Adriatica, la Gronda di Genova, l’ammodernamento della Statale jonica. Sono solo alcune delle infrastrutture di trasporto prioritarie per migliorare l’accesso ai mercati di approvvigionamento e di consumo delle imprese e per garantire un salto di qualità allo sviluppo economico del Paese, soprattutto del Mezzogiorno che sconta ancora un notevole divario con le altre macro aree del Paese.

DA CANTIERARE 247 OPERE. VALORE: 202 MILIARDI

Nel complesso, le infrastrutture prioritarie da cantierare sono 247, di cui 57 hanno già aperto i cantieri e di questi 28 sono nel Mezzogiorno. Il loro valore è di 202 miliardi di euro, il 52% dei quali, per complessivi 104,5 miliardi di euro, sono stati finanziati con risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza, con i fondi della Programmazione comunitaria e, in minima parte, con investimenti privati. Il 50% dei 202 miliardi di euro è destinato a realizzare infrastrutture di trasporto e di logistica nelle regioni meridionali. La quota restante dei fondi, circa 98 miliardi, sono ancora da reperire. Sul modello del Ponte di Genova, che ha fatto “scuola”, alcuni interventi sono stati affidati a Commissari straordinari nominati dal Governo che dovranno seguirne la realizzazione e velocizzarne l’iter. Tra questi il completamento del porto di Brindisi, l’alta velocità Napoli-Bari e l’ammodernamento della Statale 106 jonica. Uniontrasporti, Camere di commercio, Unioncamere e Pnrr hanno realizzato una “mappa” delle infrastrutture di trasporto e di logistica che devono essere realizzate in tutto il Paese e lo stato di infrastrutturazione del territorio nazionale.

“Il 90% del traffico di passeggeri avviene su strada mentre sulle ferrovie viaggia appena il 6% dei passeggeri, una quota inferiore a quella europea (7,9%)” dice il presidente di Unioncamere, Andrea Prete. “La conseguenza, come evidenzia il PNRR, è che il settore del trasporto risulta tra quelli maggiormente responsabili delle emissioni climalteranti, con un contributo pari al 23,3% delle emissioni totali di gas serra”. Il sistema delle Camere di commercio – aggiunge – vuole rafforzare il suo ruolo di protagonista del confronto, fornendo un contributo per una nuova strategia nazionale per lo sviluppo di infrastrutture moderne, sostenibili e sicure e di una logistica efficiente e competitiva. Un contributo che potrà favorire e supportare la realizzazione delle numerose azioni, degli importanti investimenti e delle auspicate riforme previste nel PNRR”.

Complessivamente, gli interventi infrastrutturali nei territori sono 516, ma l’ammontare delle risorse finanziarie per realizzarle, non è ancora quantificabile. Di queste opere, 247, come detto, sono identificate come “priorità livello 1”. Delle 247, 50 sono inserite nel PNRR con un investimento complessivo di 85,5 miliardi di euro e 45 sono state affidate ad un Commissario straordinario di Governo. Dei 247 interventi infrastrutturali, il 39% riguarda le regioni del Mezzogiorno, il 21% quelle del Nord Est, il 21% quelle del Centro e il 19% quelle del Nord Ovest. Il sistema viario è il più coinvolto: il 44% delle opere interessa questa modalità di trasporto; il 33% riguarda invece il sistema ferroviario, il 6% quello portuale, il 6% quello interportuale e il 5% quello aeroportuale. Il restante 6% è relativo al sistema idroviario, ciclabile e alla governance. Gli interventi relativi al sistema viario e ferroviario assorbono oltre il 90% del valore economico complessivo, mentre i nodi (porti, interporti e aeroporti) si fermano a 11,5 miliardi di euro (5%).

AL MEZZOGIORNO IL 50% DEGLI INVESTIMENTI. DALLA SALERNO-REGGIO ALL’ALTA VELOCITÀ IN SICILIA

Il valore degli interventi infrastrutturali prioritari per rilanciare il Mezzogiorno supera 90 miliardi, di cui 57 dedicati al sistema ferroviario. Le opere più costose sono l’Alta velocità Salerno-Reggio Calabria, il completamento e la messa in sicurezza della A2 Autostrada del Mediterraneo, l’ammodernamento della Statale Jonica, tutti interventi particolarmente sollecitati dalle imprese calabresi; la linea ferroviaria Adriatica, indicata dalle imprese marchigiane; il potenziamento infrastrutturale e il raddoppio della linea Pescara-Roma, segnalata dagli imprenditori abruzzesi; la realizzazione dell’Alta Velocità/Alta capacità Napoli-Bari, indicata dalle imprese campane; il nuovo collegamento Alta Velocità-Alta Capacità Messina-Palermo – Catania e il completamento del raddoppio della linea ferroviaria Palermo-Messina, particolarmente cari alle attività siciliane; la Gronda di Genova e la realizzazione della bretella Carcare-Predosa, alle quali sono interessate le imprese liguri.

Ma qual è lo stato dell’infrastrutturazione complessiva del Paese? Guardando alla rete stradale, le situazioni migliore sono quelle del Nord Ovest e Nord Est e dell’area costiera da Roma a Salerno. Nelle prime 10 posizioni della classifica figurano i territori che presentano un’elevata consistenza di rete stradale e soprattutto di categoria autostradale. Ai primi posti, quindi, Milano, Roma, Napoli, Verona e Bologna.

FERROVIE: BENE IL NORD, MALE IL SUD

Anche per il sistema ferroviario le prime 10 posizioni della classifica premiano soprattutto le aree settentrionali, Nord Ovest e Nord Est, e i territori che presentano un’elevata consistenza di rete ferroviaria elettrificata. Le province meno performanti sono quasi tutte caratterizzate da totale assenza o scarsa significatività di servizi ferroviari di elevata qualità a cui, in alcuni casi, si associa anche un livello modesto di infrastrutturazione: è il caso ad esempio della Sardegna, in cui l’intera regione è sprovvista di rete elettrificata, ma anche di territori come Aosta, Biella, Belluno, Crotone, Ragusa e Trapani.

PORTI: IL SUD RECUPERA CON NAPOLI, MESSINA E SALERNO

Per quanto riguarda i porti, solamente 12 territori su 105 presentano un livello di infrastrutturazione elevato: Livorno, Genova, Trieste, Napoli, La Spezia, Messina, Massa Carrara, Savona, Salerno, Pisa, Lucca e Gorizia, con una prevalenza , quindi, di province del Centro-Nord, in particolare di Liguria e Toscana, ma anche del Nord Est, con l’eccellenza del territorio triestino. Nel Mezzogiorno, emergono i territori di Napoli (quarta posizione), Salerno (nona posizione) e Messina (sesta).

AEROPORTI: IL NORD FA IL PIENO, IL SUD ARRANCA

Le infrastrutture aeroportuali (così come quelle portuali e logistiche) non esauriscono la domanda potenziale nell’ambito della provincia in cui sono fisicamente collocate, ma – se ben collegate – estendono la loro influenza anche su territori limitrofi. Ci sono 10 di province che non possiedono un aeroporto nei loro confini, ma che sono molto prossime a province con grandi aeroporti. Complessivamente solamente 30 territori su 105 con un valore dell’indicatore elevato. Le prime dieci posizioni, con l’eccezione di Roma (che si trova al 1° posto) sono monopolizzate dalle province del Nord, in particolare in Piemonte e in Lombardia. Le province più penalizzate sono Sondrio, Bolzano, Caltanissetta, Grosseto, Potenza, Agrigento e Campobasso.

LOGISTICA: NORD-EST IN TESTA, MEZZOGIORNO FANALINO DI CODA

Per quanto riguarda la logistica, complessivamente l’analisi mostra che solamente 13 territori su 105 vantano una infrastrutturazione elevata. Le prime dieci posizioni sono monopolizzate dalle province del Nord Est, in particolare in Veneto ed Emilia-Romagna. Nel Mezzogiorno emergono solo le province campane e l’area appulo-lucana, mentre il Salento, la Calabria, la Sardegna e la Sicilia Occidentale presentano livelli infrastrutturali logistici molto bassi.


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