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Le risorse Pnrr destinate al Sud dal governo Draghi non sono vincolate da clausole scritte per salvaguardare i fondi dal rischio dirottamenti

Circa 15 miliardi del Pnrr destinati dal governo Draghi al Mezzogiorno potrebbero ora essere a rischio, nel caso di revisione del Piano. Questo perché le risorse, a oggi, non risultano essere vincolate da clausole scritte per salvaguardare i fondi da eventuali dirottamenti e non ci sono nemmeno ancora progetti presentati e validati.

Insomma, quei 15 miliardi al Sud, per ora, sono solamente sulla “carta”. Il calcolo è effettuato dalla fondazione Openpolis sulla scorta dell’ultima relazione del Dipartimento per le Politiche di coesione pubblicata dello scorso 10 ottobre e che analizza i dati sino al 30 giugno 2022.

PNRR E SUD, I LIVELLI DI RISCHIO

Il rischio viene calcolato sulla base di alcuni criteri ed è classificato come
“basso” nei casi in cui le misure abbiano già condotto alla selezione dei progetti; “medio-basso” se l’investimento presenta un vincolo di destinazione territoriale e una clausola di salvaguardia a esso associata; “medio” quando non viene esplicitato un vincolo di destinazione, ma è possibile quantificare le risorse per il Sud in base a dati parziali di avanzamento delle procedure; “medio-alto” se il vincolo di destinazione c’è ma è privo di clausole di salvaguardia della quota; “alto” quando le procedure non esplicitano alcuna destinazione territoriale delle risorse.

I CALCOLI SUL RISCHIO DI OPENPOLIS

In base ai calcoli di Openpolis sono nella fascia di rischio alto e medio-alto circa 15 miliardi di euro. Soldi, in sostanza, che il governo Draghi ha destinato al Sud ma che, in caso di revisione, potrebbero essere anche “spostati”.
Il 39% delle risorse totali per il Mezzogiorno, circa 86,4 miliardi, è considerata a basso rischio e quindi destinata certamente al Sud. «Tuttavia- scrive Openpolis -oltre la metà dei fondi (55%) è associata a misure che non esplicitano un vincolo di destinazione al Sud o, laddove sia presente, non è comunque associato a clausole di salvaguardia. Nonostante ciò, tale ammontare viene comunque classificato come quota Mezzogiorno. E non comprende solo i fondi considerati a rischio medio-alto e alto, ma anche quelli a rischio medio».

Per la precisione, 800 milioni sono considerati a rischio “alto”, 14,2 miliardi a rischio “medio-alto” e 11,1 miliardi a rischio “medio”. Si tratta principalmente di soldi destinati alle infrastrutture, turismo e sviluppo economico. Inoltre «sono 9 su 22 – aggiunge Openpolis – gli Enti che, al 30 giugno 2022, risultano non rispettare la quota Mezzogiorno del 40%». «Si tratta – si legge ancora – dello stesso numero registrato dalla prima relazione, anche se le organizzazioni sono in parte cambiate. Tra le riconferme negative, emergono ancora il ministero del Turismo (28,6%) e quello dello sviluppo economico (24,5%)».

PNRR, LE RISORSE PER IL SUD

Complessivamente, però, il governo Draghi ha garantito al Sud il 40,8% delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza, come evidenziato nella relazione del dipartimento.

«L’analisi – si legge – riferita al 30 giugno 2022 ha condotto a una quantificazione in ordine alle risorse destinate al Mezzogiorno che, con riferimento al solo Pnrr, risulta pari a 74,8 miliardi di euro. Tale importo corrisponde al 40,8 per cento del complesso delle risorse Pnrr con destinazione territoriale. Un peso lievemente inferiore, ma comunque in linea con la soglia normativa, si registra con riferimento alla sola componente di risorse territorializzabili, che è pari al 40,7 per cento. Considerando l’insieme delle risorse Pnrr e Foc, la quantificazione delle risorse destinate al Mezzogiorno si attesta su 86,4 miliardi».

LA CONFERMA DEL DATO INTEGRATO

Questa quantificazione, con riferimento al 30 giugno 2022, conferma sostanzialmente, per il dato aggregato, quanto emerso dalla prima verifica al 31 gennaio. La situazione sottostante non è però statica. Perché nei mesi che separano le due verifiche le attività attuative del Piano hanno registrato avanzamenti e la modalità di quantificazione della quota Mezzogiorno ha potuto basarsi in diversi casi su nuovi elementi informativi, nonché comportato qualche affinamento nella categorizzazione delle risorse».

Quindi, «allo stato dell’ultima verifica con riferimento al 30 giugno 2022, sulla base degli elementi informativi disponibili la gran parte delle Amministrazioni sta rispettando il vincolo normativo di destinare il 40 per cento delle risorse al Mezzogiorno».

In realtà, siamo anche oltre il 40 per cento, e precisamente al 41 per cento, se si includono sia gli interventi attivati, per i quali cioè sono già stati formalizzati atti che ne determinano la destinazione territoriale, sia quelli non attivati. Quel che è certo è che il Pnrr del governo Draghi ha ribaltato le logiche che si consumano da ormai quasi 20 anni nella Conferenza delle Regioni e che consegnano al Mezzogiorno finanziamenti sottostimati.

PNRR, I PIANI E LE RISORSE APPROVATI AL SUD

Nei settori vitali, dalla sanità alle infrastrutture agli asili, al Sud andrà anche ben oltre la quota del 40%, ponendo in questo modo fine a un ciclo vizioso che ha danneggiato il Mezzogiorno. A cominciare proprio dalla sanità, il settore che assorbe dall’80 al 90 per cento dei bilanci regionali. La Puglia dal Pnrr incasserà più soldi di Veneto ed Emilia Romagna. La Calabria riceverà per la sua sanità più fondi di Friuli-Venezia Giulia, Marche e Liguria. La Campania, dopo la Lombardia, sarà la regione che otterrà la fetta maggiore nel riparto degli otto miliardi previsti dalla missione 6 del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per l’ammodernamento del comparto sanitario. In tutto, al Sud andrà il 42% delle risorse.

Per la rigenerazione urbana e le infrastrutture, dei 2,8 miliardi del Pnrr ben 400 milioni arriveranno in Puglia. La regione di Emiliano, quindi, si accaparra quasi il 15% delle risorse, risultando la prima anche per numero di progetti approvati dal ministero guidato da Giovannini, ben 21. Seguono il Lazio con 14, Lombardia 12, Emilia Romagna 12, Piemonte e Toscana 11, 9 per Campania e Marche, 8 per il Veneto, 8 per la Sicilia, 7 per la Calabria, 6 per la Liguria, 4 per il Molise sino all’unico progetto per la Basilicata.

LE RISORSE DEL PNRR: 159 PIANI PER LA QUALITÀ DELL’ABITARE, 40% AL SUD

In totale sono 159 i piani approvati. Il decreto assegna i fondi per attuare il Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare (PinQua). Il 40 per cento è stato destinato al Sud. Per gli asili nido sono stati messi a bando 3 miliardi di euro sui 4,6 miliardi totali previsti dal Pnrr. Di questi 3 miliardi, 2,4 miliardi sono destinati alla fascia di età 0-2 anni e 600 milioni a quella dai 3 ai 5 anni.

Dei 2,4 miliardi per la fascia 0-2 anni, la quota destinata al Mezzogiorno si attesta al 55 per cento del totale. Mentre per quello che riguarda i 600 milioni destinati alla fascia di età 3-5 anni la quota è del 40 per cento del totale. Per il tempo pieno sono stati messi a bando 400 milioni di euro. Di questi il 57,68 per cento va al Mezzogiorno. Per quello che riguarda le infrastrutture per lo sport si tratta di 300 milioni di euro messi a bando, di cui il 54,9 per cento è stato destinato al Sud.


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