X
<
>

Condividi:
4 minuti per la lettura

Secondo gli ultimi dati Istat l’economia italiana va bene e fa segnare nel 2022 un dato di crescita del Pil pari al 3.7%

Lo stato di salute è buono. L’economia italiana lo scorso anno ha tirato anche se meno del 2021 mettendo comunque a segno una crescita del Pil del 3,7% in volume (+6,8% in valore), sostenuta soprattutto dalla domanda nazionale.

L’analisi dell’Istat ha messo in evidenza un trend positivo per quasi tutti i settori produttivi con due sole eccezioni. L’incremento del 3,9% del valore aggiunto è il risultato del + 0,3% delle attività manifatturiere, del 10,2% delle costruzioni, del 4,8% dei servizi (+10,4% commercio, trasporto e magazzinaggio, servizi di alloggio e ristorazione, +3,5% servizi di informazione e comunicazione, +3,2% attività finanziarie e assicurative, +4,5% quelle immobiliari, +3% attività professionali, scientifiche e tecniche, amministrative e servizi di supporto, +1,3% Ap, difesa, istruzione salute e servizi sociali e +8,1% attività artistiche e di intrattenimento).

Solo due segni meno: per l’attività estrattiva e le altre attività industriali (-0,1%) e per agricoltura, silvicoltura e pesca (-1,8%). Il report pubblicato ieri su Pil e indebitamento delle amministrazioni pubbliche ha anche evidenziato un aumento in volume del 9,4% degli investimenti fissi lordi e del 3,5% dei consumi finali. Le uscite totali delle amministrazioni pubbliche sono aumentate del 5,9% sul 2021. Sostenuti soprattutto i contributi agli investimenti con un balzo del 31,5% spinto dai bonus edilizi (superbonus e bonus facciate).

PIL IN CRESCITA PER L’ECONOMIA ITALIANA

Un impegno pesante che ha favorito la crescita del settore delle costruzioni, ma con un peso minimo sul Pil (0,5%) decisamente inferiore rispetto alla molto meno onerosa misura Industria 4.0. Nel suo commento l’Istituto di Statistica ha definito la crescita “decisa”, accompagnata poi da “una espansione dell’input di lavoro e dei redditi”.

Le unità di lavoro sono salite del 3,5% con andamenti positivi in quasi tutti i settori meno che in agricoltura. E sono cresciuti anche i redditi da lavoro dipendente (+7%) e le retribuzioni lorde (+7,4%). In miglioramento il rapporto tra l’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche e il Pil. Un quadro dunque complessivamente favorevole e che potrebbe proseguire su questa traiettoria tenendo conto dei buoni risultati rilevati da alcuni dati dell’inizio dell’anno.

E sono tutte improntate all’ottimismo le valutazioni del mondo produttivo. Secondo Confcommercio “Il sistema produttivo italiano si è mostrato vitale e reattivo rispetto al doppio shock della crisi pandemica prima e della crisi energetica, poi”.

Per Assoturismo- Confesercenti a salvare la crescita e i conti pubblici è stato il turismo che ha offerto un contributo rilevante allo sviluppo. Voce fuori dal coro l’agricoltura che ha perso valore aggiunto e occupati. A segnare negativamente il bilancio 2022 due emergenze: il caro costi, dalle bollette energetiche ai fattori produttivi, e la siccità.

LA CRISI DELLE COLTIVAZIONI DEL GRANO

A pesare – ha sottolineato l’analisi della Coldiretti – il taglio dei raccolti in molti settori per effetto del clima anomalo e l’aumento dei costi di produzione che si è ampliato nel 2022 in buona parte per le conseguenze del conflitto in atto in Ucraina e che ha prodotto una forte instabilità dei mercati internazionali delle materie prime agricole e dei prodotti energetici. Il risultato è il calo delle imprese agricole (saldo negativo di 3363 realtà produttive ) che non hanno retto l’impatto dell’impennata dei costi e della distruzione delle coltivazioni.

Un caso, tra gli altri, è quello del grano pugliese con raccolti crollati lo scorso anno del 26%, mentre per quest’anno la Coldiretti regionale ha previsto semine stabili. L’emergenza di questi ultimi anni, unita alla disattenzione e alla concorrenza sleale, ha portato alla scomparsa di un campo di grano su cinque con la perdita di circa mezzo milione di ettari. La situazione rischia poi di aggravarsi ulteriormente a causa di una siccità che è ormai diventata un caso di Stato. Ieri si è svolto a Palazzo Chigi il primo incontro per la costituzione di una cabina di regia sotto la diretta guida del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

PER NON FRENARE IL PIL E SOSTENERE L’ECONOMIA ITALIANA SERVE FRONTEGGIARE LA SICCITÀ

L’obiettivo è definire un provvedimento normativo urgente per accelerare i lavori necessari a fronteggiare la siccità. Sarà anche nominato un Commissario straordinario. D’altra parte la situazione è fortemente critica e rischia di pregiudicare la produzione agricola con effetti che potrebbero ripercuotersi anche sui prezzi al consumo dei beni alimentari che attualmente, con quelli energetici, spingono in alto l’inflazione. Nelle aree del Centro Nord, particolarmente colpite dalla grande sete, sono 300mila, secondo il monitoraggio Coldiretti, le imprese agricole in affanno.

Con ricadute pesanti sull’’ambiente, l’economia, l’occupazione e la stessa sovranità alimentare. Dall’ acqua dipende la produzione degli alimenti base della Dieta mediterranea, dal grano duro alla salsa di pomodoro fino all’ortofrutta e al mais. Con la disponibilità di quell’acqua piovana che oggi in gran parte si perde (se ne trattiene attualmente non più dell’11%) si potrebbero triplicare le rese.

«Gli agricoltori – ha detto il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini – sono impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti». Ma non basta. Serve un deciso cambio di passo con la realizzazione di una rete di invasi che possa garantire la preziosa risorsa nei periodi come quello che sta attraversando una parte del Paese, ma che a correnti alternate colpisce l’intero territorio nazionale.


La qualità dell'informazione è un bene assoluto, che richiede impegno, dedizione, sacrificio. Il Quotidiano del Sud è il prodotto di questo tipo di lavoro corale che ci assorbe ogni giorno con il massimo di passione e di competenza possibili.
Abbiamo un bene prezioso che difendiamo ogni giorno e che ogni giorno voi potete verificare. Questo bene prezioso si chiama libertà. Abbiamo una bandiera che non intendiamo ammainare. Questa bandiera è quella di un Mezzogiorno mai supino che reclama i diritti calpestati ma conosce e adempie ai suoi doveri.  
Contiamo su di voi per preservare questa voce libera che vuole essere la bandiera del Mezzogiorno. Che è la bandiera dell’Italia riunita.
ABBONATI AL QUOTIDIANO DEL SUD CLICCANDO QUI.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE