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Il porto di Gioia Tauro

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Il porto di Gioia Tauro leader nel transhipment in Italia, le opportunità del polo agroindustriale e del freddo: il miracolo Calabria al centro del mondo capovolto


C’è una Calabria che non ha voce perché nessuno la racconta. O, meglio, perché viene raccontata con una versione stereotipata della realtà che ormai ha poco o niente di reale. Anche perché ignora, giusto per fare qualche esempio concreto, che il porto di Gioia Tauro, continua ad essere leader assoluto in Italia nel settore del Transhipment. E si appresta a diventare un Polo logistico fondamentale per i rapporti tra Mediterraneo ed Europa. Al centro di quel mondo capovolto che il Quotidiano del Sud racconta dalla sua nascita in solitudine. Mondo capovolto che sarà il filo conduttore della seconda edizione del Festival EuroMediteranneo dell’Economia in programma a Napoli fra il 18 e il 20 aprile.

Gioia Tauro è un po’ il simbolo di questa rinascita. Un porto nato per errore, per fare da infrastruttura portante al quinto polo siderurgico nazionale solo immaginato. Poi, però, ha saputo trovare il suo posto nel mercato. Merito anche di quella cassa per il Mezzogiorno guidata da Pescatore che scavò fondali di 18 metri. E disegnò il perimetro dello scalo calabrese assicurandogli un futuro competitivo anche al di là delle follie dell’acciaio di Stato degli anni 70.

IL MIRACOLO CALABRIA, ESEMPIO DI UNA REALTÀ GIÀ PRONTA PER ESSERE NARRATA

Non è un caso che nel corso del dibattito moderato dal Direttore del Quotidiano del Sud, Roberto Napoletano, la Cassa di Pescatore sia stata più volte citata come modello dell’intervento pubblico per il Sud. E non è un caso se, proprio con l’istituzione della Zes Unica e della struttura di missione concentrata a Palazzo Chigi, il governo stia pensando di ripercorrere la strada di una centralizzazione delle misure per il Sud. Trasformandolo in una unica grande area capace di attrarre investimenti e creare nuova occupazione. Una strada che parte proprio dalla definizione di un piano organico di sviluppo del Mezzogiorno. Capace di tenere insieme tutti i pezzi di una realtà che al suo interno si è molto diversificata. Smentendo clamorosamente l’idea di un Sud tutto uguale e per di più già “sconfitto”.

Il miracolo-Calabria andato in scena a Catanzaro è l’esempio di una realtà già pronta per essere narrata, senza aspettare eventi catartici o rivoluzioni solo annunciate. E’ la realtà delle 150mila imprese di cui 24mila gestite da giovani under 35. E’ la realtà della Hitachi, che ha confermato la sua presenza nella regione e dove sono prodotti i vagoni della metropolitana milanese. Ed è la realtà dell’Università diventata un polo di eccellenza per l’intelligenza artificiale.

LE PROSPETTIVE PER IL FUTURO

O ancora, sempre per restare nell’ambito della logistica e dei trasporti, un tema affrontato soprattutto da Ercole Incalza nel suo intervento a Catanzaro, ci sono le opportunità offerte dal potenziamento dello scalo di Corigliano Calabro e delle nuove prospettive offerte, sempre a Gioia Tauro, dal polo delle Riparazioni Navali, grazie anche alle caratteristiche del grande scalo calabrese. Insomma, tutti tasselli di un mosaico dove il Ponte sullo Stretto, l’estensione dell’Alta velocità fino a Reggio Calabria e lo sviluppo delle nuove infrastrutture stradali possono trasformare effettivamente la Regione in un vero e proprio hub logistico al centro del Mediterraneo e al servizio dell’Europa.

Un disegno complesso che ha bisogno, naturalmente, di essere completato e monitorato quotidianamente, soprattutto nella fase di attuazione degli interventi, storico punto debole del nostro Paese. Ma c’è anche un altro fronte, non meno importante, su cui non bisogna abbassare la guardia: occorre cambiare radicalmente la narrazione del Sud e della Calabria. Per farlo sarebbe sufficiente raccontare quello che già esiste.


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