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Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte durante la conferenza stampa

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ROMA – Il Mezzogiorno avrà «un’attenzione privilegiata» nel progetto di ricostruzione del Paese messo al tappeto dalla crisi economica generata dal Covid 19. Lo ha assicurato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, tornando a parlare agli italiani, ieri, dal cortile di Palazzo Chigi. «Con il ministro Provenzano – ha detto il premier – stiamo lavorando a una fiscalità di vantaggio: se riusciamo a coniugarla con gli investimenti programmati possiamo rendere attrattivo davvero il nostro Sud».

PIANO DI RINASCITA

Conte ha illustrato i punti fondamentali del “Piano di rinascita” che potrà fare affidamento sul Recovery Fund, il pacchetto da 750 miliardi di fondi comunitari che all’Italia riserva 172,7 miliardi di euro (81,807 miliardi di sovvenzioni e 90,938 di prestiti), su cui è atteso l’imprimatur del Consiglio europeo. Rappresenta «un’occasione storica – ha sottolineato il premier – Noi dovremo cogliere questa opportunità e saper spendere bene questi soldi. Sul progetto di spesa che sapremo realizzare si misurerà la credibilità non solo del governo ma del sistema Italia».

STATI GENERALI

Conte ha annunciato, poi, la convocazione degli Stati generali dell’Economia – accogliendo l’appello lanciato dal nostro giornale, sottoscritto anche dai rappresentanti delle diverse categorie produttive – chiamando, già dalla prossima settimana, a Palazzo Chigi «i principali attori del sistema Italia: parti sociali, associazioni di categoria, singole menti brillanti, per un confronto di idee e suggerimenti». «Abbiamo già una base di lavoro tecnico, della commissione Colao, che consegnerà in questi giorni i suoi lavori, che ha avuto un serrato confronto con gli stakeholders italiani – ha spiegato il premier – Ora inizia la fase finale, del confronto aperto sulle nostre proposte e idee, sul progetto di rinascita dell’Italia che richiede coraggio, lungimiranza e grande determinazione», ha poi aggiunto cogliendo l’occasione per rispondere alle parole del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, sui danni della politica.

LA REPLICA A BONOMI

«Quell’espressione è sicuramente infelice, e la rimando al mittente – afferma Conte – Dall’intervista che ha rilasciata desumo che Confindustria porterà progetti lungimiranti e sono lieto di confrontarmi anche con Confindustria». Nel giorno in cui sono cadute anche le “barriere” tra le regioni, il presidente ha affermato che i «numeri incoraggianti» mostrano che «l’emergenza sanitaria è ormai alle spalle». Il Paese si merita «il sorriso e l’allegria», ha aggiunto, sottolineando però che «sarebbe leggerezza abbandonare le misure di sicurezza», come il distanziamento e le mascherine.

I RITARDI

Conte ha chiesto scusa per i ritardi nell’entrata a regime degli interventi messi in campo per far fronte all’emergenza economica e sociale generata dalla pandemia, chiamando in causa la burocrazia. «Ci rendiamo conto dei ritardi – ha detto – ci rendiamo conto che ci stiamo confrontando con una legislazione che non era affatto pronta a erogazioni così generalizzate. Stiamo intervenendo per pagare più velocemente bonus e ammortizzatori sociali». «Dobbiamo lavorare meglio per sostenere le imprese, dobbiamo lavorare sull’inclusione e contrastare le diseguaglianze. È un progetto impegnativo ma la somma che metterà la Ue a disposizione dell’Italia non potrà essere considerata un tesoretto di cui potrà disporre il governo di turno – ha avvertito – Sarà una risorsa a favore del sistema Paese, di cui il governo si fa carico».

MODERNIZZAZIONE

La rinascita del Paese disegnata da Palazzo Chigi, ha ricordato il il premier, passa dalla modernizzazione del Paese, attraverso la digitalizzazione, l’innovazione; il consolidamento delle imprese e il rafforzamento della loro capitalizzazione; il rilancio degli investimenti pubblici e privati e la riduzione della burocrazia; la transizione verso un’economia sostenibile, legata al green deal europeo; un grande investimento per il diritto allo studio; la riduzione dei tempi della giustizia penale e della giustizia civile; la riforma di un «fisco iniquo e inefficiente». E un piano per le infrastrutture, tra cui quelle nel Meridione, a cominciare «dalla Sicilia» e l’Alta velocità. «Poi – ha affermato – mi siederò al tavolo e senza pregiudizi valuterò anche il Ponte sullo Stretto».

MES E ASPI

La conferenza nel cortile di Palazzo Chigi è stata anche l’occasione per affrontare due questioni, su cui il confronto tra le forze di maggioranza è serrato: il Mes e la vicenda Aspi. In merito al Mes, il premier si è detto abbastanza «testardo»: «Non cambio idea dall’oggi al domani. Quando avremo tutti i regolamenti li prenderò, li studierò, li porterò in Parlamento e decideremo. Sembrano soldi regalati, ma ricordo a tutti che è un prestito». Su Aspi, ha invece sottolineato, «c’è una procedura di caducazione in corso, e per quanto mi riguarda sono comprovati i molteplici motivi di inadempienza da parte del concessionario e dunque ci sono gli estremi per procedere alla caducazione». Per ora «le proposte transattive» giunte al governo «non sono compatibili» ma «stiamo affinando le ultime considerazioni e a breve il Governo deciderà».


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