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Papa Francesco

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ROMA – «Dio mostri la strada per porre fine a questa folle guerra. Rinnovo la mia vicinanza al popolo ucraino, a quanti fanno le spese di brutali attacchi. Che Dio mostri la strada per porre fine a questa folle guerra».

Questo l’appello di Papa Francesco durante l’Angelus in piazza San Pietro, durante il quale ha rivolto il suo pensiero anche alla situazione nello Sri Lanka.

L’appello di Papa Francesco per lo Sri Lanka

«Mi unisco al dolore del popolo dello Sri Lanka che subisce gli effetti dell’instabilità politica ed economica – ha detto – Insieme ai vescovi rinnovo l’appello alla pace. Imploro coloro che hanno autorità di non ignorare il grido dei poveri».

«Il Vangelo – ha ricordato Papa Francesco – ci educa a vedere: guida ognuno di noi a comprendere rettamente la realtà, superando giorno dopo giorno preconcetti e dogmatismi. E poi seguire Gesù ci insegna ad avere compassione: ad accorgerci degli altri, soprattutto di chi soffre, di chi ha più bisogno. E di intervenire come il Samaritano. Davanti a questa parabola evangelica può capitare di colpevolizzare o colpevolizzarsi, di puntare il dito verso altri paragonandoli al sacerdote e al levita, oppure di colpevolizzare sé stessi enumerando le proprie mancanze di attenzione verso il prossimo. Ma vorrei suggervi un altro tipo di esercizio. Certo, dobbiamo riconoscere quando siamo stati indifferenti e ci siamo giustificati, ma non fermiamoci lì. Chiediamo al Signore di farci uscire dalla nostra indifferenza egoistica e di metterci sulla Via».

Il pontefice ha poi aggiunto «Chiediamogli di vedere e avere compassione di coloro che incontriamo lungo il cammino, soprattutto di chi soffre ed è nel bisogno, per avvicinarci e fare quello che possiamo per dare una mano».

«Il Vangelo della Liturgia odierna narra la parabola del buon Samaritano – ha spiegato il pontefice -. Sullo sfondo c’è la strada che da Gerusalemme scende a Gerico, lungo la quale giace un uomo picchiato a sangue e derubato dai briganti. Un sacerdote di passaggio lo vede ma non si ferma, passa oltre; lo stesso fa un levita, cioè un addetto al culto nel tempio.
Invece un Samaritano – dice il Vangelo – che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Il Samaritano non trova scuse e si lascia interpellare».



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