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Andrea Agnelli e Pavel Nedved

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Scandalo plusvalenze, stangata Juventus: 15 punti di penalizzazione

Stangata della Corte federale alla Juventus per il caso plusvalenze: -15 punti in classifica, oltre la richiesta della Procura federale che era stata di nove. La Corte ha anche inflitto sanzioni ai dirigenti bianconeri superiori alle richieste della procura federale.

La Corte federale ha accolto l’istanza per revocazione del processo plusvalenze, presentata dalla procura Figc, e ha così riaperto un procedimento sportivo a carico della Juventus. Sanzioni solo per la Juve e i suoi dirigenti, prosciolti gli altri club.

Nel dispositivo diffuso dalla federazione, vengono annunciate, oltre ai 15 punti di penalizzazione alla società “da scontare nella corrente stagione”, le squalifiche ai dirigenti. Sono 24 mesi ad Andrea Agnelli, 30 mesi a Fabio Paratici, 16 a Federico Cherubini (per tutti con richiesta di estensione in ambito Uefa e Fifa). Otto mesi per Pavel Nedved, 24 per Mauro Arrivabene.

PENALIZZAZIONE ALLA JUVENTUS: LE RICHIESTE DELLA PROCURA FIGC

Il procuratore della Figc, Giuseppe Chinè, aveva chiesto 9 punti di penalizzazione per la Juventus alla corte della Figc chiamata a valutare la riapertura del processo sportivo per le plusvalenze, dopo la richiesta di revocazione della sentenza di archiviazione.

Chinè aveva anche chiesto 16 mesi di inibizione per Agnelli, 20 e 10 giorni per Paratici, 10 mesi per Cherubini, 12 mesi per tutti gli altri consiglieri. “La pena deve essere afflittiva, la Juventus in classifica deve finire ora dietro la Roma, fuori dalla zona delle Coppe Europee”.

DIFESA JUVE: “RICORSO INAMMISSIBILE, ASSENTI FATTI NUOVI”

Ricorso “inammissibile, in ragione dell’assenza, nel caso in esame, dei presupposti applicativi di tale mezzo di impugnazione straordinario”, cioè di “fatti nuovi”, secondo il principio per cui “nessuno può essere perseguito o condannato penalmente dalla giurisdizione dello stesso Stato per un reato per il quale è già stato assolto o condannato a seguito di una sentenza definitiva conformemente alla legge e alla procedura penale di tale Stato”. Parte così la memoria difensiva della Juve per l’udienza della Corte federale d’Appello per l’istanza di revoca dell’assoluzione presentata dalla Procura Figc sulle plusvalenze. “Nessuno degli elementi valorizzati dalla procura Federale” nell’ambito delle operazioni di mercato “dimostra l’esistenza di una artificiosa sopra-valutazione dei diritti alle prestazioni sportive dei calciatori alle predette operazioni, con ciò rendendosi piena infondatezza dell’odierno ricorso”. Lo sostiene la difesa Juventus. Circa la “sussistenza di documenti interni e budget riportanti l’indicazione di plusvalenze come obiettivo strategico”, “non costituiscono affatto – scrivono i legali- un elemento che possa fondare la natura fraudolenta e artificiosa delle operazioni concluse e dei valori ad esse assegnati”.

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