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Prima la puntata shock delle Iene con tanto di immagini e di inequivocabili rivelazioni, poi il chiacchiericcio sui social sul «metodo Miniello» che – a quanto pare – «tutti conoscevano». E ancora il crescere delle richieste di ascolto da parte di presunte vittime, nei centri antiviolenza. Infine, una inchiesta aperta dalla Procura di Bari, inizialmente senza indagati, conclusasi con l’arresto.

C’è voluto meno di un mese per segnare la parabola discendente di Giovanni Miniello, 68 anni, ritenuto un luminare della ginecologia, conosciuto anche oltre i confini italiani. Ora è ai domiciliari con una accusa gravissima: violenza sessuale aggravata. La richiesta di arresto è stata firmata dal procuratore Roberto Rossi, dall’aggiunto Giuseppe Maralfa, che coordina il pool che si occupa di fasce deboli, e dalle pm Grazia Errede e Larissa Catella. L’ordinanza è stata emessa dal gip del Tribunale di Bari Angelo Salerno.

Secondo la Procura, Miniello avrebbe abusato della sua qualità di medico. Lo avrebbe fatto nei confronti di quattro pazienti che hanno denunciato tutto ai carabinieri anche se – due tra queste denunce – sono state considerate inammissibili in quanto tardive. Le presunte vittime hanno raccontato come «nel corso delle visite e dei controlli sanitari cui si erano sottoposte presso il suo studio privato, il ginecologo aveva posto in essere atti e condotte gravemente lesive della loro sfera e libertà sessuale, peraltro in assenza di avviso alcuno alle pazienti circa talune pratiche “invasive” cui sarebbero state sottoposte e senza quindi averne accertato il relativo consenso».

Condotte che – secondo il gip – sono del tutto estranee alla attività di indagine medica, poste in essere nell’ambito di un contesto caratterizzato dall’uso di frasi e affermazioni dall’esplicito contenuto sessuale. In sessanta pagine, il gip spiega il modus operandi di Miniello. Il suo modo di rapportarsi alle vittime, che conferma in pieno quanto raccontato dalle Iene.

È stato proprio quello il punto di partenza: l’incubo per Miniello, infatti, comincia martedì 16 novembre. Una giovane donna si rivolge alla trasmissione di Mediaset, raccontando la sua storia: non riuscendo a rimanere incinta si era affidata al professionista. Lui le aveva diagnosticato il Papilloma virus, prospettandole il rischio di un tumore all’utero. Il pap test aveva dato esito negativo, ma lui le aveva detto che quelle analisi non erano attendibili e quindi le avrebbe proposto un rapporto sessuale, con lui, tra i pochi vaccinati in Italia, con l’unico intento di «bonificarla».

La donna insospettiva dalla “terapia” consigliata dal professionista, aveva consultato un’altra ginecologa che l’aveva rassicurata sul suo stato di salute, confermando – di fatto – l’esito negativo del pap test. La storia era piaciuta alla redazione della trasmissione e, come da copione, era stata arruolata un’attrice che aveva fatto cadere il ginecologo nella rete.

Il medico, infatti, spiega anche a questa donna che «ci sono alterazioni tumorali che non si vedono con il pap test e, dopo l’esito negativo del test, dice «io non mi faccio fregare e ti devo trovare un vaccinato, così ti bonifichi e fai una difesa per eventuali partner». Quindi si offre come il vaccinato che la salverà. L’appuntamento è nella stanza di un hotel. E lì si scopre il gioco: arriva la Iena con la telecamera accesa e il ginecologo è nei guai.

L’indomani la Procura apre un’inchiesta e in pochi giorni l’indagine conoscitiva prende un’altra piega: il 25 novembre Miniello è formalmente indagato. Ieri, 30 novembre, viene arrestato. E gli sequestrano telefono cellulare e computer. Le vittime raccontano storie molto simili tra loro. Il copione per Miniello è sempre lo stesso: diagnostica papilloma virus che consiglia di curare con la sua “terapia sessuale”. Utilizza un linguaggio spinto con le pazienti, difficile da fraintendere.

Propone di «avere rapporti completi, penetrazioni in tutte le posizioni, con frasi quali ti devi mettere sopra, poi sotto, devi fare p… così immunizzi le pareti della bocca e della gola, ti devi far l… le parti intime perché attraverso la lingua gli anticorpi arrivano al testo endometriale». Rapporti che – secondo Miniello – dovevano essere ripetuti nel tempo. In più di una occasione chiede alle pazienti di mostrargli il seno. In una occasione, in particolare, «dopo averle aperto la camicia ed inserito le mani all’interno, le palpeggiava entrambi i seni». Chiede «quali fossero le posizioni che prediligessi nei rapporti sessuali».

Ora Miniello – il cui avvocato di fiducia, Roberto Eustachio Sisto, assicura «chiariremo tutto nelle sedi competenti»- dovrà rispondere di violenza sessuale aggravata. La stessa accusa dalla quale – in una lettera nella quale chiedeva la cancellazione dall’albo dei medici – prendeva le distanze. «Essere accomunato a chi usa violenza sulle donne, alla cui salute ho dedicato la mia vita – aveva dichiarato – è stato davvero troppo e non mi consente scelte diverse».

Per il ginecologo, la Procura aveva chiesto la custodia cautelare in carcere ma il giudice ha ritenuto che «pur adeguata e proporzionata rispetto alla gravità dei delitti in questione, non risulta necessaria nel caso di specie, potendosi invece far fronte alle predette esigenze cautelari con la misura custodiale degli arresti domiciliari, altrettanto idonei a limitare la libertà personale dell’indagato, impedendogli contatti con potenziali pazienti, così precludendo nuove occasioni per tornare a delinquere».

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