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Non si ferma il lavoro dei magistrati e dei carabinieri sul caso Miniello, il noto ginecologo arrestato martedì scorso con l’accusa di violenza sessuale aggravata. Dopo l’appello del procuratore capo Roberto Rossi a ragazze e donne che fossero state vittime di Miniello a denunciare e a farlo presto, qualcosa si sta muovendo negli uffici della Procura. Nuove denunce, infatti, sono state depositate da parte di ex pazienti del ginecologo barese che accusano il medico di aver abusato di loro durante le visite.

A quanto è dato di sapere, altre quattro donne hanno presentato denunce, che sono ora al vaglio della Procura di Bari. Ma dopo l’arresto si sono aggiunti degli ulteriori esposti, sui quali sono stati avviati gli accertamenti dei carabinieri, coordinati dal procuratore Roberto Rossi, dall’aggiunto Giuseppe Maralfa e dalle pm Larissa Catella e Chiara Giordano. E sono almeno quindici, invece, le richieste di aiuto ricevute dai due Centri antiviolenza di Bari. Non tutte le presunte vittime sono state ascoltate. Anche perché non è detto che tutte decideranno di denunciare formalmente il ginecologo barese.
Intanto oggi il professionista – agli arresti domiciliari e assistito dal legale di fiducia Roberto Eustachio Sisto – comparirà dinanzi al gip del Tribunale di Bari, Angelo Salerno, per l’interrogatorio di garanzia.

Al momento, il ginecologo deve rispondere di violenza sessuale aggravata nei confronti di due ex pazienti. Per altre due presunte vittime, infatti, i reati sono stati dichiarati improcedibili per querela tardiva, vale a dire perché denunciati troppo tempo dopo i fatti. Le presunte vittime hanno raccontato come «nel corso delle visite e dei controlli sanitari cui si erano sottoposte presso il suo studio privato, Miniello aveva posto in essere atti e condotte gravemente lesive della loro sfera e libertà sessuale, peraltro in assenza di avviso alcuno alle pazienti circa talune pratiche “invasive” cui sarebbero state sottoposte e senza quindi averne accertato il relativo consenso». Condotte che – secondo il gip – sono del tutto estranee alla attività di indagine medica, poste in essere nell’ambito di un contesto caratterizzato dall’uso di frasi e affermazioni dall’esplicito contenuto sessuale.

Lo scandalo scoppiato nele ultime due settimane ha travolto la vita del professionista: prima la puntata shock delle Iene, con tanto di immagini e di inequivocabili rivelazioni circa la «terapia» usata con le donne che temevano di aver contratto il papilloma virus: guarire facendo sesso, con lui naturalmente; poi il chiacchiericcio sui social sul “metodo Miniello” che – a quanto pare – “tutti conoscevano”. E ancora, l’improvvisa impennata delle richieste di ascolto da parte di presunte vittime nei centri antiviolenza del capoluogo. Fino all’inchiesta aperta dalla Procura di Bari, inizialmente senza indagati, che nel giro di pochi giorno ha portato all’arresto del noto medico barese. Insomma, è bastato meno di un mese per segnare la parabola discendente di Giovanni Miniello, 68 anni, ritenuto un luminare della ginecologia e conosciuto anche oltre i confini italiani.

Sulla vicenda è intervenuto anche l’Ordine dei medici, che ha proceduto a una sospensione “ope legis” dall’esercizio della professione della durata pari a quella della misura cautelare stabilita dal giudice. Miniello risulta ancora iscritto all’Ordine dei medici, non essendosi ancora conclusa la procedura di cancellazione dall’albo da lui richiesta.

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