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Il nuovo segretario nazionale Fiom Michele De Palma

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Ciro D’Alessio non nasconde la sua soddisfazione. «È una bellissima giornata per la Fiom e l’intero territorio barese».
Il segretario di Bari dei metalmeccanici Cgil saluta con un sorriso, se pur a distanza, l’elezione di Michele De Palma a capo del più importate sindacato di categoria nazionale. Barese di Terlizzi, la stessa città di Nichi Vendola, cresciuto politicamente in Rifondazione comunista, segretario nazionale dei Giovani Comunisti a cavallo degli anni Novanta, con i sui 46 anni appena compiuti è diventato il più giovane segretario, dopo Bruno Trentin, del più antico sindacato della Confederazione generale del lavoro. È di poco più grande infatti dello storico sindacalista che approdò al vertice della Fiom nel 1962.

Raccoglie il testimone di Francesca Re David che si sposterà alla segreteria della Cgil dopo essere stato responsabile nazionale delle relazioni con Fiat prima e dell’intero settore automotive per il sindacato. «La vivo – ha commentato dopo la proclamazione all’assemblea nazionale facendo riferimento anche alla situazione della guerra in Ucraina – come una grande responsabilità: la storia della democrazia di questo paese è la storia dei metalmeccanici ed essere all’altezza della Fiom è la sfida più difficile, siamo la parte migliore di questo paese che ha però dimenticato l’industria. Il binomio è pace e lavoro perché la guerra distrugge, il lavoro crea».

De Palma ha anche ricordato la sfida per il presente, quella della transizione ecologica, che colpisce forte anche il territorio barese e il suo principale insediamento industriale: la Bosch. «Ci conosciamo dalle battaglie a Reggio Emilia a quelle alla Fiat di Pomigliano – racconta D’Alessio – percorsi, lotte e amicizia condivisi senza soste. È un vero metalmeccanico, ovunque è stato ha lavorato benissimo e lo ricordano con grande piacere. Non mancherà la sua attenzione verso questo territorio che, ovviamente, conosce molto bene. Sarà qui già i primi di maggio. Il problema della riconversione e degli investimenti per salvare il sito Bosch è ancora lì sul tavolo e se alla Magneti Marelli, che oggi appare come due siti in uno. Il primo dedito alle produzioni con le nuove tecnologie verdi, il secondo da riconvertire. Se non si interverrà prima o poi anche questo nodo verrà al pettine».


C’è spazio poi per le altre crisi e i nuovi insediamenti legati al settore informatico nell’analisi di D’Alessio.
«Siamo ancora impegnati nella risoluzione della vertenza ex Brsi, dopo aver scongiurato i trasferimenti in Sicilia di oltre 70 lavoratori proviamo a contrastare i licenziamenti collettivi. Il Settore degli It è in forte espansione a Bari, l’ultimo insediamento Atos ne è testimonianza. Molti applicano contratto metalmeccanici, la difficoltà è riuscire però a entrare in quelle aziende per difendere i diritti dei lavoratori. In alcuni casi siamo riusciti a ottenere ottimi risultati sul fronte dello smart working, ad esempio, ma c’è ancora tanto da lavorare, saranno mesi e anni duri ma siamo qui pronti a schierarci sempre accanto ai metalmeccanici».

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