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Il ministro alla riunione del Comitato per l’Ordine e la sicurezza in Prefettura a Foggia

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«La paura non deve condizionarci, la denuncia non può che rendere più lieve la vita di una persona». E’ un invito a ribellarsi alle mafie denunciando le minacce subite quello che da Foggia lancia la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, dopo aver presieduto il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. La titolare del Viminale è giunta nel capoluogo dauno dopo i nove attentati compiuti dall’inizio dell’anno ai danni di commercianti ed imprenditori di Foggia, San Severo e Vieste. Una nuova stagione delle bombe che ricorda l’arroganza della mafia foggiana del 2020, quando gli attentati dinamitardi terrorizzarono gli operatori economici della città che avevano deciso di ribellarsi alla logica del pizzo.

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Per aiutare i cittadini e condurli alla denuncia occorre – secondo la ministra – «Potenziare gli interventi strutturali che possano «Garantire un’efficace risposta a fenomenologie criminali di questo territorio». Lamorgese, che invierà a Foggia 50 poliziotti, ritiene fondamentali i sistemi di videosorveglianza ad alta definizione, per questo annuncia lo stanziamento di fondi nazionali per 80 milioni. Nonostante la prova muscolare dei clan mafiosi, i numeri relativi ai reati del 2021 in Capitanata segnano un meno 0,9% rispetto al 2020. Quelli rilevanti riguardano l’usura con un +33% in tutta la provincia e con un solo caso su Foggia. Sul fronte delle estorsioni si registra, invece, un -30,8%.

A Foggia, oltre ai vertici nazionali delle Forze di polizia e ai magistrati della Dda di Bari e della Procura dauna, anche il procuratore della Dna Federico Cafiero de Raho. «Le mafie foggiane – ha detto De Raho – sono di grandissima pericolosità e gli attentati compiuti sono come una sfida allo Stato. Di fronte a questa sfida lo Stato si muoverà con l’energia che compete a uno Stato di diritto che deve imporre l’osservanza della legge e proteggere i cittadini».

Ma ieri era anche il giorno della presentazione dell’associazione antiracket dedicata ai fratelli Luigi e Aurelio Luciani, vittime innocenti della strage di mafia del 9 agosto 2017 a San Marco in Lamis: vennero uccisi il boss di Manfredonia, Mario Luciano Romito, il cognato Matteo De Palma e i due fratelli, testimoni scomodi del duplice delitto. Presente anche Arcangela Petrucci, vedova di Luigi Luciani.

«Mi auguro – ha detto – che questa nuova associazione antiracket sia sostenuta dall’intero territorio, perché bisogna evidenziare con forza, che se un imprenditore denuncia non lo fa solo per se stesso ma per l’intera comunità. Così come un familiare di una vittima innocente di mafia che si espone non lo fa solo per se stesso ma per l’intera comunità». Sono in tutto una quindicina gli imprenditori che ne fanno parte, sei dei quali hanno denunciato i propri estorsori.

Ma il messaggio di speranza più intenso è arrivato nel primo pomeriggio durante l’incontro, all’Università di Foggia, tra Lamorgese e gli studenti. «Voi siete il futuro della nostra società, non cedete alle provocazioni. La vostra vita futura – ha detto la ministra – non è ancora contaminata, i vostri principi saranno i valori e gli ideali di una società giusta, all’insegna della legalità».

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