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Mario Desiati con il premio

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Ha dedicato la vittoria agli scrittori della sua terra, Mario Desiati, il pugliese vincitore della 76esima edizione del Premio Strega, lasciando intatta la bottiglia del liquore subito dopo la celebrazione, senza la tradizionale bevuta. “La berrò in Puglia in ricordo degli scrittori della mia terra – ha detto – In particolare di Maria Teresa Di Lascia che vinse lo Strega nel 1995 ma non potè bere questa bottiglia perchè morì pochi mesi prima”.

Il suo “Spatriati” (Einaudi) ha ottenuto 166 voti. Lo scrittore pugliese, che era già entrato in cinquina nel 2011 con “Ternitt”, ha superato la concorrenza di Claudio Piersanti che con ‘Quel “Quel maledetto Vronskij” (Rizzoli) che si è classificato secondo con 90 voti preferenze.

Il romanzo con cui lo scrittore pugliese ha scalato la vetta del più ambito riconoscimento letterario racconta la storia di Claudia e Francesco, due ragazzi di Martina Franca, lo stesso paese di Desiati. Due “spatriati”, ovvero due giovani irregolari, incerti, in qualche modo fuori dagli schemi. Due giovani in cerca di se stessi che, pur non essendo fidanzati nel senso pieno del termine, sono legati da un forte sentimento che li unirà per tutta la vita.

E che, da “Spatriati” lasceranno la Puglia per cercare fortuna all’estero. Claudia infatti non sopporta la provincia e, appena può, la lascia: prima fa tappa a Milano, poi a Londra per approdare infine a Berlino dove la raggiungerà Francesco. “Claudia – confessa Francesco – anche a distanza dava un senso alla mia vita, era petrolio bianco, ogni sua mail o messaggio, ogni sua telefonata, ogni sua parola assomigliava alle fiammate degli sputafuoco nelle notti estive dedicate al nostro santo. Percorrevo chilometri, conducevo visite negli appartamenti e nelle campagne, parlavo con tanta gente con cui non avevo niente da dire, e c’era sempre quella fiammata a illuminare il nero che m’era rimasto addosso da quando era andata via”.

Prima di lasciare la Puglia il giovane protagonista si interroga, scava dentro di sé, resta fermo nel suo paese. Ma lo abbandona per raggiungere la sua Claudia. Desiati, insomma, mette in scena le mille complicazioni di una generazione ‘fluidà, irregolare e sradicata: la generazione dei quarantenni che non ha avuto paura di cercare altrove la propria strada ma restando, al tempo stesso, ben ancorata alle proprie origini alle quali tende nonostante tutto.

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