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La conferenza stampa di Goletta Verde ieri a Marina di Pisticci

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MATERA – È ancora Nova Siri, l’unico comune costiero della Basilicata, peraltro appena ribattezzato Bandiera Blu, ad indossare la maglia nera per l’inquinamento dello specchio di mare prospiciente il canale “Toccacielo”.

A confermare il triste primato è, ancora una volta, come avviene ormai da almeno dieci anni, l’analisi autonoma del team di Goletta Verde di Legambiente, con un poco rassicurante “fortemente inquinato”, per valori di batteri fecali (enterococchi ed escherichia coli) più che raddoppiati rispetto ai limiti di legge. Dei cinque punti monitorati sulla costa jonica e tirrenica della Basilicata, solo due risultano oltre i limiti di legge, di cui uno giudicato “inquinato”, ovvero la foce del fiume Cavone a Scanzano Jonico; l’altro, Nova Siri, “fortemente inquinato”. Nel mirino ci sono sempre canali e foci, i principali veicoli con cui l’inquinamento microbiologico, causato, secondo i tecnici di Goletta Verde, da cattiva depurazione o scarichi illegali, arriva in mare.

La storica campagna di Legambiente è dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane. A parlarne, nel corso di una conferenza stampa tenuta ieri a Marina di Pisticci, sono stati Antonio Lanorte, presidente di Legambiente Basilicata, Laura Stabile, presidente di Legambiente Pisticci, Stella Bonavita, presidente di Legambiente Policoro, Maurizio Rosito, presidente di Legambiente Montalbano Jonico e Luciano Castrignano, responsabile per la comunicazione di Goletta Verde di Legambiente Basilicata. Per la prima volta quest’anno, la campagna ambientalista non segue il classico itinerario coast to coast a bordo dell’imbarcazione, che si prende una piccola pausa, nel rispetto delle restrizioni per il distanziamento fisico imposte dalla pandemia.

«Il monitoraggio di Legambiente non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali -precisano da Goletta Vede- ma punta a scovare le criticità ancora presenti nei sistemi depurativi per porre rimedio all’inquinamento dei nostri mari, prendendo prevalentemente in considerazione i punti scelti in base al “maggior rischio” presunto di inquinamento, individuati dalle segnalazioni dei circoli di Legambiente e degli stessi cittadini attraverso il servizio Sos Goletta. Foci di fiumi e torrenti, scarichi e piccoli canali che spesso troviamo sulle nostre spiagge rappresentano i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta all’insufficiente depurazione dei reflui urbani o agli scarichi illegali che, attraverso i corsi d’acqua, arrivano in mare. Le località costiere, inoltre, spesso pagano problematiche che si estendono fino ai comuni dell’entroterra. La denuncia sulle carenze depurative da parte di Legambiente vuole provare a superare questo deficit cronico, anche per tutelare il turismo e le eccellenze dei territori. Il monitoraggio delle acque in Basilicata è stato eseguito lo scorso 29 giugno da volontari e volontarie dell’associazione. I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i campioni in cui almeno uno dei due parametri supera il valore limite previsto dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli in cui i limiti vengono superati per più del doppio del valore normativo».

Tre i punti campionati in provincia di Matera, sulla costa jonica: spiaggia di Marina di Pisticci, risultato entro i limiti di legge, la foce del fiume Cavone, in località Terzo Cavone, tra i territori comunali di Pisticci e Scanzano Jonico, risultato “inquinato”, e la foce del canale Toccacielo a Nova Siri è risultato “fortemente inquinato”. Entro i limiti i due punti monitorati in provincia di Potenza, sulla costa tirrenica: si tratta della spiaggia di Castrocucco, e della foce del fiume Fiumicello, in località Fiumicello/Santa Venere, entrambi ricadenti nel territorio comunale di Maratea. «Un’istantanea utile a individuare criticità e ragionare sulle soluzioni, senza voler fornire patenti di balneabilità. -ha dichiarato Lanorte- L’obiettivo è scovare le criticità presenti nei sistemi depurativi e, purtroppo, anche quest’anno il quadro che i dati ci restituiscono è quello di una regione che ancora evidenzia, sia le carenze di un sistema di depurazione spesso non adeguato o inefficiente, che si somma alle pressioni degli scarichi industriali e reflui zootecnici. Le criticità sono riscontrabili soprattutto alle foci di fiumi e canali artificiali, spesso molto frequentati dai bagnanti».

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