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La scritta comparsa davanti alla chiesa

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POTENZA – “Assassini”. E’ stata la parola più urlata dai manifestanti davanti alla chiesa della Trinità durante la prima messa domenicale. Ora è stata messa nero su bianco, letteralmente, sulla facciata della parrocchia, da una mano anonima armata di bomboletta spray.

La scritta, tutta in stampatello, è arricchita da un lungo ghirigoro – per la precisione, una curva sinusoide irregolare – che parte dalla fine della parola e si estende sul muro. Sulla “i” finale della parola è stato tracciato un disegnino che potrebbe avere un significato o risultare uno scarabocchio casuale. La scritta è stata commentata ampiamente in città.

A condannarla, il Presidio Libera Potenza, la cui coordinatrice Marianna Tamburrino condanna fortemente il gesto e ricorda di essersi già dissociata ufficialmente «da toni accesi e da alcuni concetti espressi da singole persone».

«Tali gesti – aggiunge – non fanno bene a chi, a cominciare dalla famiglia di Elisa, da anni sta chiedendo una riconciliazione nel nome del rispetto e della verità».

Sui social network si è instaurato un dibattito che – come accade sempre più di frequente – si è polarizzato su due fronti contrapposti, riassumibili nelle seguenti posizioni: da una parte chi ritiene che deturpare un monumento importante, parte fondamentale del patrimonio artistico, come la chiesa della Trinità sia un delitto e vada condannato sempre e comunque; dall’altra chi ritiene che il gesto, per quanto in astratto condannabile, sia pienamente giustificato dalle colpe che avrebbe la chiesa di Potenza.

Non che non si attendesse da un momento all’altro il segno di un inasprimento della tensione che continua a covare a Potenza sulla vicenda dell’omicidio di Elisa Claps e sulle decisioni della diocesi in merito alla Trinità.

Nello scontro verbale i toni sono saliti velocemente con il consueto armamentario di analisi tagliate con l’accetta, commenti furenti, i soliti cosiddetti “benaltrisimi” («Su altri palazzi ci sono scritte ben più brutte e nessuno ha mai detto nulla»), veri e propri insulti.

Ricordiamo che la famiglia di Elisa da anni (supportata soprattutto negli ultimi tempi da un gran numero di cittadini) aveva chiesto che la Trinità non venisse riaperta se non dopo le scuse della diocesi.

Il vescovo Salvatore Ligorio ha invece riaperto la chiesa improvvisamente ad agosto e ha poi celebrato la prima messa il 5 novembre scorso, nel mentre una manifestazione organizzata da Libera Basilicata contestava con interventi e canti al di fuori della parrocchia.

I fedeli che si sono recati alla funzione in quell’occasione sono stati investiti da salve di fischi e insulti fra cui «Assassini» e «vigliacchi».

La diocesi, nella reazione contenuta in un comunicato stampa firmato da Ligorio (contestatissimo da ampie fette della popolazione potentina), non indulgeva certo alle scuse richieste dai Claps e dai manifestanti ma si lamentava della mancata protezione da parte della pubblica autorità ipotizzando dunque pericoli per l’incolumità di fedeli e clero.

La scritta sulla Trinità prevedibilmente alimenterà le ragioni di chi sposa e diffonde questa tesi. La speranza è che ci fossero in zone telecamere attive e che si riesca in breve a risalire agli autori. Per capire se sia una rozza bravata o qualcos’altro.

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