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Gildo Claps, Ulderico Pesce e la mamma di Elisa

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POTENZA- Appena può lo ricorda: la famiglia di Elisa Claps resta contraria alla riapertura della chiesa della Ss Trinità. Gildo, il fratello, lo ha fatto anche in occasione della consegna del Premio “Amelia Rosselli” alla sua famiglia, lo scorso sabato a Rivello, dove si è svolto, prima della cerimonia di consegna del premio, lo spettacolo di Ulderico Pesce dedicato alla storia alla sedicenne potentina scomparsa il 12 settembre del 1993 ed il cui corpo è stato ritrovato dopo 17 anni nel sottotetto della Trinità, lì dove è stata uccisa da Danilo Restivo.

Nei giorni scorsi la notizia delle lettere inviate da Papa Francesco alla famiglia Claps ed al vescovo di Potenza mons. Ligorio. (LEGGI) per la riapertura della chiesa, la tomba in cui Elisa è rimasta nascosta per anni, il pontefice raccomanda una riapertura senza riti festosi ma la famiglia Claps, pur apprezzando la vicinanza del Papa, non vorrebbe rivedere aperte le porte di quella chiesa, ricordando di essere ancora in attesa di conoscere tutta la verità sulla vicenda che riguarda la morte di Elisa.

«Se loro (il riferimento è ai rappresentanti della Chiesa, ndr) continueranno nell’intento di riaprirla – ha sottolineato Gildo Claps- mi auguro davvero che quella chiesa resti deserta perché credo che sia la risposta migliore che si possa dare». L’invito è rivolto alla comunità che, però, resta divisa sull’ipotesi della riapertura o meno della Trinità. Intanto le critiche sulla decisione che dovrebbe restituire al culto l’antico edificio nel centro storico di Potenza, sono numerose. In un post sui social, l’attore e regista Ulderico Pesce, annunciando la presentazione del lavoro su Elisa Claps alla presenza della mamma Filomena e del fratello Gildo, non ha taciuto il suo punto di vista.

«A me -ha scritto- la lettera del Papa non piace. Neppure una parola sulle colpe della chiesa di Basilicata che ha nascosto quel corpo offeso per 17 anni. Neppure una parola sulle false testimonianze di vescovo e alcuni preti registrate dalla magistratura. Il Papa ha scritto una lettera di compromesso. Ne’ carne ne’ pesce. Che significa che la chiesa può aprire alla preghiera e a riti non festosi? Un matrimonio non si può celebrare e invece un funerale si? Uno accede alla vita eterna li’ dentro e la benedizione del corpo avviene a pochi metri dal luogo dove è stata uccisa Elisa e nascosta per 17 anni?

Il Papa -ha continuato- doveva fare pubbliche scuse come fece Giovanni Paolo II per le Crociate. Il corpo di Elisa vale le migliaia di morti delle Crociate. Il Papa non poteva dire che la chiesa di Potenza è corrotta. Magari lo pensa ma non poteva dirlo. D’accordo. Ma doveva dire almeno che la Chiesa di Potenza sulla storia di Elisa ha fallito. Vescovo Superbo e 3 preti che raccontano bugie in tribunale, il prete titolare della Trinità, don Mimi Sabia, che 2 ore dopo la scomparsa di Elisa chiude la chiesa e va alle terme per una settimana, e il Papa non dice mezza parola? No no.

Una lettera annacquata. Io rimango della stessa idea: la Trinità deve diventare un luogo di socialità, un luogo dove si previene la violenza e il Femminicidio. Sul mio sito -ha concluso- è aperta la petizione in questo senso». In due mesi la petizione proposta da Ulderico Pesce è stata sottoscritta da oltre 180 cittadini.

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