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Azzerato il fondo a disposizione per gli straordinari di infermieri e operatori sanitari. Dopo i licenziamenti di massa i pochi rimasti in servizio non possono sopperire agli assenti


POTENZA – Il fondo 2019 per la retribuzione degli straordinari si è esaurito. Così dopo il licenziamento di 83 infermieri e 40 operatori sanitari chi è rimasto non può nemmeno sopperire agli assenti, a meno di non accettare di lavorare gratis.
Si va complicando giorno dopo giorno la situazione nell’azienda ospedaliera regionale del San Carlo dopo i provvedimenti adottati dalla direzione nei confronti di oltre un centinaio di precari che fino all’altro ieri contribuivano in maniera determinante alle attività di numerosi reparti.
Nei prossimi giorni potrebbe esserci un incontro tra i medici dell’azienda ospedaliera e il governatore Vito Bardi per provare ad affrontare questa e una serie di altre questioni esplose negli ultimi mesi. L’impressione, tuttavia, è che quanto sta accadendo a causa del venir meno, repentino, di quegli infermieri e quegli operatori sanitari possa schizzare in cima alle priorità. Non foss’altro che per le voci, insistenti, sul possibile blocco dei ricoveri in una serie di reparti dove in alcuni turni sarebbero rimasti in due a occuparsi addirittura di 40 pazienti.
Entro i primi di dicembre, infatti, si attende la presa di servizio degli ultimi 13 infermieri assunti a tempo indeterminato, in sostituzione degli 83 precari per cui si è disposto il licenziamento con un mese e mezzo di anticipo rispetto alla scadenza contrattuale di San Silvestro. Inoltre non è ancora chiaro quando arriveranno gli operatori socio sanitari vincitori del concorso per la mobilità da altre aziende sanitarie nazionali, che prenderanno il posto della quarantina di colleghi precari per cui pure è stata già disposta la risoluzione anticipata del contratto. Ingressi, questi ultimi, che potrebbero ragionevolmente slittare persino all’anno nuovo.
Senza fondi per il pagamento degli straordinari, comunque, anche qualora dovessero prendere servizio resterà lo stesso molto difficile garantire la piena operatività delle unità a cui verranno assegnati, dal momento che le carenze d’organico vanno ben oltre il loro numero, e solo con i turni aggiuntivi finora si è potuto offrire un servizio adeguato.  
Ieri, a proposito di quanto sta accadendo all’interno del San Carlo di Potenza, è iniziata a circolare anche la lettera aperta del padre di una ragazza ricoverata in ospedale che si domanda «i motivi contingenti, gravi e concordanti che abbiano indotto il burocrate o politico di turno a sopprimere posti di lavoro, senza tener conto delle esigenze precise, chiare ed univoche di una struttura sanitaria».
L’uomo arriva a ipotizzare l’accusa di interruzione di pubblico servizio per chi ha deciso i licenziamenti con la conseguenza della «riduzione, se non il collasso, di parte dell’attività sanitaria del pubblico nosocomio». 

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