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Domenico Tallini

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CATANZARO – Il Tribunale del riesame di Catanzaro ha annullato la misura cautelare per Domenico Tallini, l’ormai ex presidente del consiglio regionale sottoposto agli arresti domiciliari (LEGGI) con le accuse di concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio nell’ambito dell’inchiesta che nelle scorse settimane ha portato all’operazione “Farmabusiness”.

Devono essere stati accolti gli argomenti difensivi sviscerati dagli avvocati Enzo Ioppoli, Carlo Petitto e Valerio Zimatore, che in un’articolata memoria difensiva fornivano precisi riferimenti temporali e documentali per contrastare l’ipotesi accusatoria, escludendo categoricamente che Tallini avesse avuto rapporti con la criminalità organizzata e che fosse consapevole del coinvolgimento della famiglia mafiosa dei Grande Aracri di Cutro nell’iniziativa imprenditoriale Farma Italia.

Come si ricorderà, l’accusa ruota intorno ai tentacoli della super cosca che si sarebbero allungati sul consorzio farmaceutico nella cui struttura societaria Tallini aveva peraltro inserito il figlio Giuseppe. Il rapporto con il suo factotum Domenico Scozzafava, ritenuto dalla Dda di Catanzaro il tramite con i clan? Era incensurato all’epoca dei fatti contestati e Tallini non poteva sapere se avesse o meno rapporti con le cosche.

I legali di Tallini hanno negato, inoltre, ingerenze del loro assistito, all’epoca dei fatti contestati assessore al Personale, nella nomina del dirigente regionale Brancati che, secondo l’accusa, avrebbe agevolato la pratica che interessava al clan.

Quanto al presunto appoggio elettorale da parte di esponenti della criminalità organizzata, la difesa ha sostenuto che Tallini non ha mai né chiesto, né ricevuto alcun appoggio da associazioni criminali, potendo contare, invece, sui molti voti di tanti sostenitori.

Ma ai fini della richiesta di revoca della misura, e quindi dell’insussistenza di esigenze cautelari, è da rilevare anche l’annuncio fatto in udienza da Tallini, ras della politica catanzarese e non solo: “non mi ricandiderò mai più”.

Si ritira dalla scena politica l’esponente forzista, monitorato dalla Dda – che nella richiesta di misura cautelare aveva prodotto le relative intercettazioni ai fini della contestazione della recidiva – oltre che in occasione della campagna elettorale per le regionali 2014, anche durante tutta un’altra serie di consultazioni, comprese le politiche 2018 e le regionali 2020.

LA SCHEDA: MIMMO TALLINI, IL DEUS EX MACHINA DI CATANZARO

Il Tribunale del riesame ha annullato anche le misure per gli indagati Salvatore Grande Aracri classe ’86 (difeso dall’avvocato Carmine Curatolo) e Gaetano Le Rose (difeso dall’avvocato Luigi Colacino), entrambi di Cutro. Nei giorni scorsi era stata revocata la misura dell’obbligo di firma all’avvocato Domenico Grande Aracri (difeso dall’avvocato Gregorio Viscomi), fratello del boss ergastolano Nicolino, con la quale già il gip aveva sostituito gli arresti domiciliari.

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