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Massimo Ferrero, ex presidente della Sampdoria

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PAOLA – Nel mentre giungono impietose motivazioni contenute in altre ordinanze del Tribunale del Riesame – questa volta di Catanzaro – a carico di imprenditori e consulenti del “gruppo Ferrero” per i vari fallimenti di Ditte registrati sulla costa tirrenica cosentina, dagli atti si registrano nuove intercettazioni da cui emerge che i parenti del “Viperetta”, ossia il patron della Sampdoria Massimo Ferrero, erano allarmati per la richiesta di fallimento della Procura della Repubblica di Paola, diretta da Pierpaolo Bruni, a carico della Maestrale Srl.

Ma andiamo con ordine. L’inchiesta riguarda il preoccupante “cerchio dei raggiri” che ha portato a un “dissesto finanziario ed economico immane” caratterizzato da un sistema di “scatole cinesi” riconducibili al patron della Samp Massimo Ferrero ed a suoi parenti diretti. Artifizi e raggiri consumati a danno dei crediti per svariati milioni di euro.

Già il Tribunale del Riesame di Cosenza, determinatosi sulla richiesta di dissequestro di conti correnti delle società di “er Viperetta” e di revoca di misure cautelari spiccate dal Gip del Tribunale di Paola a carico dei Ferrero e di altri imprenditori, presunti prestanome e soggetti giuridici, era intervenuto con una analisi condivisa dei provvedimenti del Gip di Paola, facendo proprie le risultanze investigative della Procura della Repubblica di Paola, nelle persone del procuratore capo Pierpaolo Bruni e dei sostituti Rossana Esposito e Maria Francesca Cerchiara.

Ora è il momento delle motivazioni legate alle ordinanze del Tribunale del Riesame di Catanzaro, in relazione alle posizioni di Massimo e Giorgio Ferrero, e del consulente Aniello Del Gatto. Assieme a Ferrero erano rimaste coinvolte nel blitz altre otto persone, accusate a vario titolo di reati societari e bancarotta: Vanessa Ferrero, 48 anni, figlia di Massimo; Giorgio Ferrero, 41, nipote di Ferrero; Giovanni Fanelli, 53 anni, di Potenza; Del Gatto Aiello, di Torre Annunziata, 55, residente ad Acquappesa; Roberto Coppolone, 55 anni, di Roma; Paolo Carini, 77, di Roma; Cesare Fazioli, 64, di Roma, Laura Sini, 56, di Roma.

Secondo quanto emerso dalle indagini, il 23 dicembre 2013, gli indagati cagionavano il dissesto della società Ellemme Group Srl per effetto di operazioni dolose. Era stato altresì accertato che i soldi della “Unione Calcio Sampdoria Spa”, peraltro, sarebbero stati utilizzati per tappare i buchi della fallita Sport Spettacolo Holding Srl, oggetto di inchiesta penale da parte della Procura della Repubblica di Paola nell’ambito del crack provocato da Massimo Ferrero, patron della società blucerchiata, destinatario, giorni addietro, di un’ordinanza custodiale in carcere. Tornando al Riesame di Catanzaro, il collegio ha rigettato per Giorgio Ferrero, confermando le contestazioni del Gip di Paola contro Del Gatto e trasformando a suo carico la misura dei domiciliari in divieto temporaneo di esercitare attività di impresa per dodici mesi.

Nell’ordinanda del Riesame catanzarese, tra l’altro, si legge: “Con particolare riguardo a Ferrero Giorgio, cui sono ascritte numerose e gravi condotte poste in essere nel contesto di riferimento, lo stesso risulta aver rivestito e/o ancora rivestire cariche di rilievo in altre società riconducibili al contesto d’interesse, in particolare: Film 9 S.r.l. — attiva —, quale socio e amministratore unico; Holding Max S.r.l. — attiva — quale socio e amministratore unico; I Golosi Sr.l.s. — inattiva — quale socio e amministratore unico; Mediaport Cinema Sr.l. (incorporata a Eleven Finance S.r.l il 28.10.2015), quale amministratore unico; Primus Real Estate S.r.l. — inattiva —, quale socio. Lo stesso continua a mantenere contatti anche con gli altri indagati interloquendo su questioni afferenti alle gestioni pregresse e attuali. A tale ultimo proposito significative appaiono la plurime conversazioni d’interesse sopra citate con specifico riferimento al predetto, da cui si evince la stretta cointeressenza con gli interessi economici di Ferrero Massimo e della figlia Ferrero Vanessa, con cui si confronta anche in riferimento ai comportamenti tenuti da persone di fiducia del primo”.

E ancora: “In particolare, con riguardo a Ferrero Massimo, Ferrero Vanessa, Fanelli Giovanni, Del Gatto Aniello, Coppolone Roberto e Ferrero Giorgio i forti interessi personali sottesi alle condotte in esame, l’elevato grado di coinvolgimento nel contesto soggettivo e oggettivo di riferimento, il numero e la gravità delle condotte loro ascritte per come indicate nella provvisoria imputazione e l’inserimento delle stesse in un contesto soggettivo e oggettivo allargato fanno ritenere che l’applicazione di una misura non custodiale sia inidonea allo scopo. Appare infatti elevato il pericolo che, ove liberi di circolare sul territorio, gli indagati possano operare illecitamente in maniera sia diretta che mediata, anche attraverso contatti e comunicazioni reciproche e/o con terzi”.

Con riferimento a Del Gatto Aniello, Ferrero Vanessa e Giorgio, Fanelli e Coppolone, “si ritiene che le circostanze summenzionate in riferimento alla pluralità e gravità delle condotte loro ascritte, alle modalità delle stesse e al relativo coinvolgimento nel contesto oggettivo e soggettivo di riferimento (avuto riguardo alle emergenze relative alle società tuttora riconducibili al contesto in esame — per come ricostruite dalla P.G. operante — e/o alle risultanze delle operazioni tecniche di intercettazione con riguardo ai contatti in essere tra gli indagati) impongano come detto l’applicazione di una misura custodiale. Al contempo, tenuto conto dello stato di incensuratezza degli stessi, del minor numero di fatti ascritti a loro carico e dell’incidenza dei ruoli formalmente rivestiti ai fini della perpetrazione degli illeciti, idonea e pienamente rispondente alle esigenze cautelari del caso di specie, oltre che proporzionata all’entità dei fatti ed alla sanzione che si ritiene potrà essere irrogata, appare l’applicazione congiunta della misura cautelare degli arresti domiciliari, con assoluto divieto di comunicazione — anche per via telefonica e telematica — con soggetti diversi da coloro i quali con gli stessi coabitano o che li assistono, e della misura cautelare interdittiva del divieto di esercitare attività di impresa e uffici direttivi delle persone giuridiche”.

Con riferimento alla misura coercitiva disposta il ritenuto pericolo di recidiva, e la prognosi circa l’entità della pena che potrà in concreto essere irrogata all’esito del giudizio, tenuto conto dei limiti edittali previsti e della gravità dei fatti, “fanno escludere — allo stato — la futura concessione del beneficio della sospensione condizionale della pena”. Il Collegio condivide la ricostruzione operata dal primo giudice con riferimento alla sussistenza delle esigenze cautelari, evidenziando come, peraltro, la produzione documentale depositata dall’Ufficio di procura nel corso dell’odierna udienza camerale sia da supporto alle argomentazioni già spese dal Gip di Paola”.

La Guardia di Finanza ha poi scoperto che Andrea Diamanti, verosimilmente avvisato con un messaggio di posta elettronica inviata da Del Gatto, chiedeva a questi la veridicità della notizia della dichiarazione di fallimento della Maestrale. Del Gatto rispondeva che “è stata avanzata richiesta di fallimento da parte della Procura della Repubblica di Paola e che è stata già fissata un’udienza”. Successivamente Diamanti chiedeva: “ma noi non avevamo fatto richiesta di cancellazione?” (in riferimento presumibilmente alla Maestrale s.r.l.) ricevendo risposta affermativa da Del Gatto e attestando, indirettamente, di essere — conoscenza” delle vicissitudini che hanno coinvolto anche le altre società del “gruppo Ferrero”. Diamanti cercava di tranquillizzare Del Gatto e gli chiedeva un pò di tempo per leggere quanto gli ha inviato: “va bè… che ti devo dì…Nello ehhh… che so … dammi tempo magari di leggere … e poi… che ti devo dì? dobbiamo … dobbiamo gestire questa…” Del Gatto si lamentava dei costi che deve sostenete e della circostanza che non viene pagato tant’è che di questo si è lamentato anche con Ferrero (presumibilmente Massimo) il quale lo ha tranquillizzato. Il suo interlocutore afferma “..chist so errori nella vita che si fanno quando purtroppo stai con l’acqua alla gola non sai come cacchio fare e ti… ti butti a pigliare incarichi che poi alla fine non riesci a… a…pensavo che la cosa fosse un pò più gestibile”.

Del Gatto nel corso della telefonata afferma “… non mi creo tanti problemi perché alla fin fine io non ho fatto nulla di male… cioè né ho creato danni ne… quella era la situazione specchiata e quella è la situazione, ad oggi … cioè non è che ci so stati movimentazioni e cose per cui hai potuto… certo che… l’unico… l’unico neo è che avrei dovuto chiedere io il fallimento… “ Viene poi captata una conversazione telefonica tra Del Gatto e Vanessa Ferrero, nel corso della quale quest’ultima, facendo riferimento alle vicissitudini che coinvolgono alcune società del cd. Gruppo Ferrero, spiegava: “Guarda Nello lo sai che ti voglio bene a parte per tutto per tutto quello che abbiano fatto insieme e ancora ce dividiamo .. diciamo e sembra che le cose sì stanno a mette un po’ meglio quindi speriamo bene anche giù”.

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