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Gli scontri

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Del derby Cosenza-Catanzaro restano gli scontri degli ultrà e le evidenti lacune nella sicurezza. Tredici i poliziotti feriti e tifosi giallorossi sugli spalti in numero superiore rispetto al previsto


COSENZA – Resta ancora da chiarire la dinamica dei gravi scontri di domenica sera al termine del derby Cosenza-Catanzaro. La partita si era conclusa con una vittoria dei giallorossi ma l’aspetto prettamente sportivo è ben presto passato in secondo piano. La Polizia è al lavoro per visionare le immagini delle telecamere di video sorveglianza che si trovano nella zona dello svincolo di Cosenza Nord dove, com’è noto, si sono registrati momenti di altissima tensione. Utili saranno anche i numerosi video circolati sui social che hanno immortalato gli scontri.

LA RICOSTRUZIONE ANCORA PARZIALE DELL’ACCADUTO

Secondo quanto è stato ricostruito da fonti della Questura di Cosenza, nei pressi del McDonald’s alcuni ultras del Catanzaro avrebbero bersagliato con fumogeni le auto delle forze dell’ordine. E successivamente sarebbero scesi dal pullman con l’intenzione di entrare nel locale «in modo non pacifico». Immediato l’intervento della Polizia che stava scortando – come da prassi – i tifosi ospiti. Questi ultimi sostengono di essere stati provocati dai tifosi cosentini con il lancio di pietre e bengala. Ma allo stato attuale questa ricostruzione non ha trovato conferma da parte della Polizia. Si tratterebbe, secondo i supporter giallorossi, di un “agguato” di un gruppo sparuto e isolato di sostenitori rossoblù. Tuttavia al momento la Questura bruzia non esclude alcuna ricostruzione proprio perché gli inquirenti sono al lavoro per cercare di capire che cosa sia successo e di individuare con precisione le responsabilità.

DERBY COSENZA-CATANZARO, LE LACUNE NELLA SICUREZZA

Le brutte immagini del Mcdonald’s assaltato dai tifosi materializza delle evidenti falle nelle gestione dell’ordine pubblico. Già durante il match non è stato difficile notare la presenza sugli spalti di un numero maggiore di tifosi giallorossi rispetto a quello previsto. Anche su questo aspetto (non di poco conto) saranno naturalmente le indagini a fare piena luce come richiesto anche dal sindaco di Cosenza Franz Caruso. L’eventuale surplus di tifosi giallorossi non ha certo giovato alla sicurezza di una partita notoriamente a forte rischio. Le prime scaramucce si erano verificate nei pressi dello stadio San Vito-Marulla con cariche della polizia nei confronti dei tifosi giallorossi. Ma il culmine dei disordini è stato nei pressi dello svincolo autostradale di Cosenza Nord. Il bilancio finale della guerriglia nell’area urbana è stato di tredici poliziotti feriti tra di loro anche il prossimo vicario del questore di Cosenza Ferruccio Martucci.

L’INTERVENTO DI ENZO LETIZIA, SEGRETARIO DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE FUNZIONARI DI POLIZIA

Gli scontri hanno creato un certo fermento anche tra le forze dell’ordine. Come evidenzia l’intervento di Enzo Letizia, segretario dell’Associazione nazionale funzionari di polizia. «Ancora una volta gli incidenti si registrano all’esterno dello stadio e lungo gli itinerari di deflusso laddove gli operatori delle forze dell’ordine sono stati chiamati a proteggere la collettività dall’azione di alcune frange dei tifosi che intendono la competizione sportiva come l’opportunità per dare vita ad azioni criminali che si riverberano anche sui cittadini e sui loro beni, che sono stati costretti a subire il triste spettacolo messo in atto dagli ultras ospiti che poco prima di lasciare la città, improvvisamente sono scesi dai pullman travisati ed armati di bastoni per affrontare le forze dell’ordine».
«Ancora una volta – conclude Letizia – ciò che rileva è la particolare esposizione degli appartenenti alle forze di polizia impiegati durante le manifestazioni che, nel caso di specie, nonostante la continua azione di dialogo svolta nei confronti della tifoseria ospite, iniziata prima dell’evento e mai interrotta, anche dopo che il dirigente del servizio era stato aggredito all’esterno dello stadio, non è riuscita a farne breccia nella frangia violenta dei supporter catanzaresi resasi responsabile dei successivi disordini lungo l’itinerario del deflusso».

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