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La piccola Princess

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Cani e Persone: la storia della piccola Princess del suo immenso dolore e dell’amore di Letizia


Tre chili di cane, un anno d’età e un dolore smisurato dentro, che l’ha portata persino a mutilarsi pur di avere l’attenzione e l’amore di cui aveva bisogno. Questa è la storia di Princess, un incrocio tra un Papillon e un Chihuahua, abbandonata, recuperata e portata al canile sanitario della città dei Bruzi, e di Letizia Valentini, presidente dell’Associazione “Gli invisibili del canile di Cosenza” e operatrice della struttura, che ha deciso di adottarla per salvarle la vita.

“Quando Princess è arrivata in canile – racconta Letizia – per una settimana è rimasta ferma in un angolo, senza mai rispondere a nessuna sollecitazione. Era completamente traumatizzata e con la cautela che si usa in questi casi, ho cercato di farla abituare lentamente alla mia presenza in box. Poi, ho provato a farla uscire e credo che per lei sia stata la prima volta che abbia annusato l’erba perché la guardava meravigliata, come chi si trova all’improvviso davanti a una cosa nuova, mai vista prima”.

Non è difficile intuire, per chi ha un po’ di dimestichezza con i cani, quale sia stata la vita di Princess prima del suo arrivo in canile. Probabilmente, nessuno si era mai preso la briga di portarla fuori a fare una passeggiata, né di dedicarle un po’ del suo tempo e alla fine è stata persino buttata via come un rifiuto qualunque, senza neanche porsi il problema di che fine avrebbe fatto. 

Negli occhi di Princess, Letizia riuscì a leggere sia la sua vita precedente che l’incapacità a ridiventare altro da ciò che era stata, ma mai avrebbe potuto immaginare ciò che sarebbe realmente accaduto da lì a poco.

“Mi accorsi – continua Letizia – che si leccava continuamente una zampetta e decisi di farla vedere dal veterinario della struttura, il quale non rilevò nulla di anomalo, era chiaro, però, che cominciava a manifestare un atteggiamento ossessivo compulsivo da tenere sotto controllo. La situazione precipitò subito dopo l’intervento di sterilizzazione alla quale fu sottoposta. Una mattina, quando entrai nel suo box, mi resi conto che aveva la maglietta che le era stata messa a protezione della ferita, piena di sangue e non aveva più la zampa. Se l’era rosicchiata tutta. A quel punto decisi di adottarla, di portarla a casa con me perché non poteva più stare in canile”.

Letizia tentò di salvare ciò che rimaneva dell’arto di Princess, ma lei non lo considerava più parte del suo corpo e continuò la sua opera di demolizione. Fu inevitabile, qualche tempo dopo, amputarle tutta la zampa, così come si rese necessario sottoporla a delle terapie specifiche per evitare che continuasse a farsi del male.

Sì, perché i cani soffrono, vivono disagi e spesso, manifestano aggressività perché non hanno altro modo per esprimere le emozioni che li attraversano, soprattutto quando intorno hanno persone incapaci di comprenderli.

Princess e Letizia

Letizia decise di offrire a Princess e a lei stessa, la possibilità di una relazione nuova che, è vero, è figlia del dolore, ma potrebbe diventare altro se entrambe lo vorranno per davvero.

“Quasi mi scoppia il cuore dalla felicità quando la vedo correre sul prato, seppur ormai è un cane tripode – conclude Letizia -. La strada per noi è ancora in salita ma vederla dormire serena e relazionarsi con gli altri miei cani attraverso il gioco, come se fosse stata sempre con loro, mi procura una soddisfazione enorme. Non potevo rimanere indifferente davanti al suo dolore, non me lo sarei mai perdonata. Sono certa che ce la faremo, che Princess si libererà dei suoi fantasmi e avrà sempre me accanto  a ricordarle che non sarà mai più da sola perché è entrata nel mio cuore e lì resterà per sempre”.



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