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Manna: «Malagiustizia e politica, ora basta. Va dato un segnale forte»

COSENZA – Il primo cittadino di Rende e presidente dell’Anci Calabria, Marcello Manna, scrive ai sindaci dopo la decisione del Tribunale del Riesame di Catanzaro che ha revocato la misura cautelare degli arresti domiciliari emessa nei suoi confronti nell’ambito dell’operazione Reset.

«Care colleghe, cari colleghi – esordisce Manna – la nomina a presidente di Anci Calabria mi ha dato la possibilità di conoscere con quanto impegno civile, responsabilità e tenacia, lavorano i tanti sindaci e amministratori della nostra regione. Un grande onore e privilegio essere accanto a voi e condividere un percorso che ci ha visti uniti in più occasioni. La solidarietà e vicinanza che molti di voi mi hanno manifestato in questi momenti, mi conferma la grande sensibilità democratica che la nostra terra contiene. In questi mesi, ho toccato con mano gli sforzi profuso dai sindaci calabresi che, nonostante le situazioni di dissesto e predissesto che affliggono pressoché tutti gli enti locali, con grande coraggio istituzionale, sostengono quotidianamente le proprie comunità dimostrando grande maturità amministrativa. Tante le sfide che, insieme, ci attendono e che ci vedranno, fianco a fianco, lavorare per risollevare le sorti dei nostri territori».

MANNA: TROPPI AMMINISTRATORI COINVOLTI IN INCHIESTE GIUDIZIARIE

«Come presidente di Anci Calabria mi preme anche porre l’accento sulla stringente necessità di avviare una seria riflessione sulla questione giustizia – prosegue Manna – e di come essa sia legata a doppio filo e, spesso in maniera distorta, alla politica. Una questione, questa, discussa ampiamente e da tempo a livello nazionale. Basti ricordare la partecipata manifestazione a Roma lo scorso 7 luglio 2021 sul tema della reputazione degli Amministratori locali e le difficoltà a operare nella funzione di Sindaco. In questi anni, infatti, sono stati tanti i colleghi sindaci coinvolti in vicende giudiziarie: Gianluca Callipo, Giuseppe Idà, Giuseppe Falcomatà, Alessandro Tocci, Gianni Papasso, Franco Mundo, Umberto Bernaudo, Sandro Principe, Paolo Mascaro, Mario Oliverio. Elenco decisamente troppo lungo per poterne riportare tutti i nomi, così come sarebbe troppo lunga la lista di tutti i comuni sciolti per presunte infiltrazioni mafiose e poi risultati incolpevoli».

MALAGIUSTIZIA E POLITICA, MANNA: COSÌ LA SEVERINO NON VA

«Con la legge Severino – aggiunge il presidente dell’Anci Calabria – basta una sentenza di primo grado, quindi non definitiva, per far venir meno le funzioni di amministratore. C’è un automatismo che non funziona e che va rivisto perché lede le funzioni degli amministratori in maniera incomprensibile. Bisogna dare un segnale al legislatore e scuoterlo dalla sua inerzia. La riforma sulla legge che regola lo scioglimento dei comuni non è più procrastinabile».

«Noi sindaci abbiamo il dovere di richiamare tutti all’impegno civile: come la malasanità esiste anche la malagiustizia. Ci tocca allora dare un segnale forte ai cittadini del nostro impegno civile, sociale, politico, affinché l’inerzia parlamentare che registriamo su tali temi si arresti in nome della nostra Repubblica e nel rispetto della nostra Costituzione», conclude Manna.

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