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Misasi, De Mita e Mattarella a Reggio negli anni '80

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COSENZA- La Calabria aveva Riccardo Misasi e le bastava. Gli ex appartenenti locali della corrente della sinistra di base della vecchia Dc su questo punto sono tutti concordi. In Calabria il leader era Riccardo che con De Mita viveva quasi una simbiosi politica. Merito del vecchio rapporto d’amicizia fra i due, nato addirittura fra i banchi del Collegio Augustinianum ai tempi della Cattolica di Milano. Una fucina della futura classe dirigente democristiana.

Dopo l’esperienza di studi, la leggenda narra che Misasi tornò a Cosenza, con l’idea di svolgere la professione di avvocato, ma fu proprio De Mita a convincerlo a intraprendere una carriera politica che lo vide sempre al fianco del futuro segretario nazionale della Dc. Un rapporto simbiotico fra i due, accomunati dall’idea che la politica doveva sempre e comunque partire da un pensiero forte, da un’analisi. Non era il classico rapporto fra il leader nazionale e il plenipotenziario locale. No, i due erano praticamente sullo stesso piano. Insieme tracciavano le strategie, insieme si posero il problema del rapporto con le altre forze politiche che li portarono a fondare appunto la corrente della sinistra di base, contrapposta alla sinistra sociale di Donat Cattin. Per questo De Mita si interessava poco e con apparente distacco delle vicende politiche calabresi. A quelle ci pensava Riccardo.

Ma guai a pensare che De Mita non seguisse da vicino una delle roccaforti della vecchia Dc. Fu proprio lui, da segretario di partito, ad inviare nell’83 e nel 1987 Sergio Mattarella a Reggio Calabria, prima nelle vesti di osservatore, poi di commissario della sezione reggina della Dc. Erano anni complicati in cui le voci su possibili interferenze della criminalità organizzata nel partito si facevano sempre più insistenti. De Mita e Misasi decisero che quel ragazzo promettente, che molto bene aveva fatto già a Palermo. poteva essere l’uomo giusto per rimettere le cose in riga senza fare troppo rumore.

«Ricordo la gente che affollò il comizio di De Mita a Reggio Calabria nel 1987 – ricorda oggi Peppino Aloise – Anche io ero candidato alle Politiche e con noi c’era pure Ludovico Ligato. Ricordo che De Mita fece un discorso dei suoi: lungo, articolato, complesso. Ma la piazza restò sempre piena ad ascoltare le sue analisi. Certo erano tempi diversi, oggi che imperano i social quel tipo di discorsi non è più nemmeno immaginabile».

Ma Aloise ricorda ancora una grande passione del politico di Nusco: le carte. «Era un amante del gioco delle carte, un campione di scopa e tressette. Era il suo modo di rilassarsi. Un giorno andammo a Nusco a trovarlo e mi sfidò a scopa. Vinsi la prima mano, lui si arrabbiò molto e volle una rivincita. Vinse le altre due partite e poi con un sorriso sornione mi chiese: non è che mi fai vincere apposta?».

Sono tanti i ricordi legati a De Mita di Aloise. Il più esaltante la nascita del primo governo di centrosinistra grazie anche al contributo di Guarasci. «Tutti e tre sostenevano con forza la necessità della cultura come essenziale alla costruzione di una nuova classe dirigente e al riscatto del Meridione. Ricordo con grande emozione i discorsi serrati per la nascita dell’università ad Arcavacata. All’epoca la Dc giocò un ruolo che non sempre gli viene riconosciuto e lo fece proprio grazie a Misasi, De Mita e Guarasci».

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