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Giovanni Bombardieri

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Il Pm della Dda Stefano Musolino interviene sul caso Bombardieri e auspica «il ripristino della verità» sulla nomina a procuratore capo di Reggio

REGGIO CALABRIA – «È importante che il Consiglio Superiore della Magistratura sia posto in condizione di esercitare la sua scelta discrezionale sulla base di presupposti di fatto, corrispondenti alla realtà storica».

Dichiara Stefano Musolino, pm della Dda di Reggio, nonché segretario nazionale di Magistratura Democratica, in merito al “caso Bombardieri” dopo che il Csm ha chiesto al Consiglio di Stato la revocazione della sentenza, con cui i supremi giudici amministrativi hanno annullato la nomina dell’attuale procuratore, per errore manifesto.

«Affermare che Giovanni Bombardieri non abbia svolto i compiti di coordinatore di un settore della Dda di Catanzaro – prosegue il magistrato antimafia – è un falso storico, sicché mi auguro che il Consiglio di Stato ponga rimedio a quell’errore».

MUSOLINO SU BOMBARDIERI: «LA NOMINA A REGGIO SI DEVE BASARE SU DATI OGGETTIVI»

«Il ruolo di Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria non può essere assegnato sulla base di alchimie da azzeccagarbugli, ma sulla base di oggettivi presupposti storici, autenticamente rappresentativi del percorso professionale dei candidati. Altrimenti, sarebbe pregiudicata la autorevolezza del nominato, con effetti deleteri per la stessa credibilità ed affidabilità dell’intero Ufficio».

«In questi anni, vittime di gravi reati ed imprenditori vessati, hanno scelto di rompere il muro di omertà e di riferire i fatti a loro conoscenza, proprio in ragione della credibilità dell’Ufficio e dell’affidabilità del suo dirigente, fondata sul suo passato professionale. Per questo mi auguro che il Consiglio di Stato, sulla base dei documenti fidefacenti messi a sua disposizione, ripristini la verità storica e consenta al Consiglio Superiore di fondare la sua decisione su una comparazione non falsata dei profili dei candidati».

Nei giorni scorsi, il Plenum del Csm ha deliberato di presentare ricorso, per ottenere la revocazione della decisione del Cds “contro” l’attuale procuratore reggino, dopo l’input della V commissione dell’organo supremo della magistratura, che si occupa delle selezioni per gli incarichi direttivi nei tribunali da proporre per la nomina. Il Consiglio di Stato, nel gennaio scorso, per la seconda volta, aveva annullato la nomina di Giovanni Bombardieri a Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria.

IL CASO BOMBARDIERI E LE TESI SOSTENUTE DAL CSM

Il Cds aveva sentenziato condividendo il ricorso proposto da Raffaele Seccia, ex Procuratore della Repubblica di Lucera (Foggia) ed attuale sostituto procuratore generale presso la Corte di Cassazione. La nomina di Bombardieri a Procuratore di Reggio Calabria, che risale al 2018, era stata annullata una prima volta nel maggio dello scorso anno, sempre dal Consiglio di Stato in accoglimento di una prima istanza presentato da Seccia, che, invece, era stata rigettata in primo grado, dal Tar del Lazio.

Il 22 luglio scorso, poi il Plenum del Csm aveva confermato all’unanimità la nomina di Bombardieri, ribadendo la decisione che aveva assunto quattro anni prima. Ma anche questa seconda nomina veniva annullata. Il Consiglio di Stato, che disponeva una nuova valutazione, la terza, dei curricula dei due magistrati in concorso, Bombardieri e Seccia, per l’ambito ruolo di procuratore capo della Dda reggina. Il Consiglio Superiore della Magistratura, in nuova composizione insediatasi di recente, ha proposto, inoltre, l’impugnazione della summenzionata sentenza del Consiglio di Stato, producendo un secondo ricorso dinanzi la Corte di Cassazione, sotto il profilo di un eccesso di potere di giurisdizione.

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