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Il presidente della Provincia di Vibo Valentia, Salvatore Solano

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VIBO VALENTIA – Arriva la conclusione delle indagini preliminari per l’operazione Dedalo (in passato identificata come Rinascita 2 a significarne la stretta correlazione con l’operazione Rinascita Scott o Petrolmafie) condotta dalla direzione distrettuale antimafia di Catanzaro nei confronti di 94 persone non solo calabresi.

Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione e tentata estorsione aggravata, rapina, ricettazione, scambio elettorale politico mafioso e diversi altri reati contro il patrimonio.

INDAGATO IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI VIBO SALVATORE SOLANO

Tra gli indagati spiccano nomi eccellenti tra cui il presidente della Provincia di Vibo Valentia, Salvatore Solano, indagato, assieme a Giuseppe D’Amico di scambio elettorale politico mafioso perché Solano «già Sindaco del Comune di Stefanaconi, riceveva ed accettava la promessa di Giuseppe D’AMICO, appartenente alla associazione ‘ndranghetistica, di procacciare voti presso gli elettori (ex art. 1, coo. 51 e ss., L. 56/2014) dei Comuni di Vibo Valentia, Capistrano, Filandari, Francica, San Nicola da Crissa, Tropea ed altri, anche mediante il ricorso alle modalità di cui al
terzo comma dell’articolo 416 bis c.p., nell’ambito della procedura elettorale relativa alla nomina del Presidente della Provincia di Vibo Valentia indetta per il 31.10.2018 in cambio del proprio stabile asservimento agli interessi di D’AMICO, realizzato attraverso l’impegno permanente a compiere od omettere una serie indeterminata di atti ricollegabili alla funzione esercitata nonché contrari ai doveri d’Ufficio».

Una serie di accuse particolarmente pesanti che vengono ulteriormente approfondite e incrementate al capo successivo quando ai due vengono contestate anche le minacce, la corruzione e gli atti contrari ai doveri d’ufficio.

Tra i 94 indagati spiccano nomi eccellenti dei clan vibonesi, come quelli di Luigi Mancuso e Francesco Mancuso, oppure Filippo Fiarè di San Gregorio, ma anche personaggi di rilievo del mondo socio-politico vibonese. Oltre al presidente della Provincia, infatti, risulta indagato per concorso in turbativa degli incanti anche il Responsabile della Protezione Civile di Vibo Valentia, Isaia Angelo Antonio Capria, e diversi funzionari provinciali.

Ma l’inchiesta, che riguarda anche una convergenza di strutture e pianificazioni mafiose originariamente diverse nel business della illecita commercializzazione di carburanti e del riciclaggio di centinaia di milioni di euro in società petrolifere intestate a soggetti insospettabili, considerati meri prestanome, si è largamente estesa rispetto alla sua configurazione iniziale tanto da riguardare ben 94 persone e uno spettro di reati enorme.

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