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Il vescovo emerito di Mileto-Nicotera-Tropea, Luigi Renzo

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MILETO (VIBO VALENTIA) – All’indomani dell’annuncio shock dell’addio anticipato alla diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea del vescovo Luigi Renzo (LEGGI) resta, negli ambienti ecclesiastici ma anche tra i fedeli, una certa incredulità mista a sorpresa.

Quanto accaduto è parso ai più una sorta di fulmine a ciel sereno del tutto inaspettato soprattutto se si considera che anche nell’attività di programmazione degli eventi di fede dei prossimi mesi non vi era alcuna traccia di una possibile anticipazione della conclusione del mandato di vescovo.

Quindi tra i più, dopo la sorpresa iniziale, è il momento degli interrogativi: perché il vescovo ha presentato la rinuncia al mandato e, soprattutto, come mai gli eventi sono “precipitati” in modo così repentino?

Rispetto al perché la motivazione ufficiale sono le ragioni di salute del vescovo Renzo. Da tempo egli soffre di problemi alla schiena che in passato, in alcune occasioni, lo hanno anche costretto a declinare appuntamenti pubblici o a presenziarvi con grande sofferenza.

Del resto, negli scorsi mesi, negli ambienti vicini al vescovo, si cominciava a far strada l’ipotesi che il presule potesse anticipare di qualche mese l’addio alla diocesi per poi fare ritorno nella sua Campana in provincia di Cosenza, ma questa presunta anticipazione prevedeva comunque di concludere l’anno 2021. Del resto la prassi vaticana tende a far trascorrere un po’ di tempo tra il momento della presentazione della domanda di rinuncia da parte di un vescovo dimissionario e l’accoglimento della stessa.

Questo non è, però, avvenuto per la diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea. Lo stesso vescovo, se vogliamo dar credito alle indiscrezioni che echeggiano nei corridoi della curia, sarebbe stato molto stupito della rapidità messa in campo dalla Santa Sede nell’accogliere la sua richiesta approvata in poco più di una settimana ed avrebbe adombrato l’ipotesi che a far premere sull’acceleratore possa essere stata anche qualche missiva anonima recapitata nelle sacre stanze della burocrazia romana che avrebbe gettato discredito sul ruolo guida dell’ormai ex pastore della diocesi.

Del resto, che Renzo non si attendesse di dover dire addio alla diocesi già da ieri 1 luglio (perché va detto con chiarezza: Luigi Renzo da ieri 1 luglio non è più il vescovo in carica di Mileto-Nicotera-Tropea ma solo il vescovo emerito, la diocesi da ieri 1 luglio è sotto la gestione dell’amministratore apostolico Mons. Francesco Oliva) lo si capisce dalla sua agenda.

Il 12 agosto era prevista la celebrazione dei suoi 50 anni di sacerdozio mentre lo stesso vescovo pare fosse in attesa di una conferma da parte della Fondazione Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime per fissare al 23 agosto la consacrazione della chiesa sognata da Natuzza Evolo (dopo che una prima proposta dello stesso presule di procedere a luglio sarebbe stata, secondo le indiscrezioni, cassata dall’ente di Paravati per problemi organizzativi).

Quindi appare chiaro che sebbene ci fosse l’idea di chiedere una chiusura anticipata dell’episcopato tale evenienza non si credeva potesse essere così anticipata altrimenti non sarebbero stati programmati degli eventi che, a questo punto, non posso tenersi, o almeno non possono tenersi per come programmato inizialmente ossia presieduti da un Luigi Renzo in carica.

Altro elemento che lascia perplessi è la nomina di un amministratore apostolico diverso. La prassi vaticana, in questi casi, vorrebbe che a gestire in via ordinaria la diocesi in attesa della nomina del nuovo vescovo sia l’uscente che, da vescovo emerito, assume il ruolo di amministratore apostolico. Non si tratta di una regola assoluta ma piuttosto di una sorta di consuetudine messa in campo anche per dare il tempo all’uscente, diciamo così, di concludere le pratiche aperte. Non in questo caso però, visto che contestualmente all’accettazione della rinuncia da parte di Renzo la Santa Sede ha deciso di chiamare a questo compito il vescovo di Locri-Gerace, Francesco Oliva, di fatto togliendo ogni potere al 74enne vescovo cosentino che in diocesi non ha, così, alcun ruolo.

Anomalie che, come detto, destano perplessità: come mai tanta solerzia da parte della Santa Sede? Solo un caso o forse si è voluta cogliere l’occasione per cambiare subito guida alla diocesi? E se così fosse, perché?

Di certo negli ultimi anni la diocesi è stata al centro di fatti di cronaca che, sebbene gestiti con decisione dal vescovo, non hanno certo deposto a favore. Dai casi di pedofilia e reati sessuali con minori (con tanto di condanna di un sacerdote) all’inchiesta e al successivo processo a carico del segretario del vescovo per il quale la stessa diocesi prese duramente posizione (LEGGI), nota cui seguì la replica della Procura guidata dal procuratore Nicola Gratteri (LEGGI) e infine la nota della diocesi per ribadire la propria fiducia nella magistratura. Senza dimenticare i lunghi anni di tensione e scontro con la Fondazione Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle anime, ente fondato da Natuzza Evolo, che senza dubbio hanno lasciato più di una scoria nei rapporti interni ed esterni alla diocesi.

Saranno questi i motivi che hanno spinto la Santa Sede a chiudere in fretta l’episcopato di Luigi Renzo, forse anche per ridurre al silenzio possibili “corvi” autori di missive anonime?. Non è dato saperlo. Forse, però, l’umano rispetto della dignità delle persone avrebbe consigliato l’applicazione di tempistiche di chiusura più “attente” alle ricorrenze.

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