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Maurizio Scorza

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CASTROVILLARI – Un’esecuzione a tutti gli effetti: è il primo dato che l’autopsia sui corpi di Maurizio Scorza, 57 anni, e di sua moglie Hanane Saadi, 38 – uccisi brutalmente la sera del 4 aprile scorso nelle campagne di Castrovillari – restituisce col crisma della certezza.

All’esito dell’esame autoptico e balistico, condotto dal patologo Walter Caruso e dal criminalista dell’Università di Roma Tor Vergata Luca Chianelli nell’obitorio dell’ospedale di Rossano (LEGGI LA NOTIZIA DELLA LORO NOMINA) e durato oltre 7 ore (dalle 14.30 fino alle 22 di ieri), emergono particolari di non poco conto che saranno utili agli investigatori per ricostruire l’esatta dinamica dell’agguato.

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Da quanto si apprende, Scorza sarebbe stato attinto da due colpi, sparati da una pistola calibro 9, uno dopo l’altro alla distanza di un metro e mezzo: il primo, mortale, lo ha raggiunto sopra l’orecchio destro ed è fuoriuscito dal lato opposto, arrivando a colpire il cervello; il secondo, a seguito della rotazione del capo, tra il labbro inferiore e il mento, provocandogli la lesione del palato.

L’uomo, dunque, è deceduto sul colpo, mentre una sorte diversa è toccata alla ragazza, seduta sul lato passeggero: al sopraggiungere del (o dei) killer, la donna avrebbe tentato in tutti i modi di difendersi, proteggendo il volto con il braccio alzato.

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Il primo dei 12 colpi che i sicari le hanno scaricato addosso ha colpito, non a caso, proprio il braccio destro, entrando e fuoriuscendo poco dopo, quindi senza intaccare parti vitali; successivamente, sempre nel tentativo di schermarsi ruotando il corpo verso il lato sinistro dell’abitacolo, è stata ferita prima alla mammella, poi da una serie di proiettili in rapida successione sempre all’altezza del braccio e della spalla.

Una circostanza che dà l’idea dell’agonia antecedente agli ultimi istanti di vita della giovane Saadi e, di conseguenza, della volontà di eliminarla per far sì che lei, unica testimone dell’omicidio, non potesse mai più raccontarlo. Oggi le salme sono state dissequestrate e restituite alle rispettive famiglie: quella di Saadi, però, compirà un ultimo viaggio verso la Tunisia dove avranno luogo le esequie funebri.

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Gli accertamenti sul duplice omicidio continueranno nei prossimi giorni ad opera dei Ris: saranno espletati, in particolare, ulteriori rilievi sul luogo del ritrovamento dei corpi, in contrada “Giammellone”, e saranno analizzati anche l’automobile e i vestiti. Molti, infatti, gli aspetti ancora poco chiari: ad esempio, se il commando abbia agito altrove prima di trasportare l’auto nella strada di campagna a Cammarata, il perché dei fari lasciati accesi oltre, naturalmente, al movente, il rebus più complesso che gli inquirenti dovranno risolvere.

I RILIEVI SULL’AGNELLO

Anche la carcassa dell’agnello, rinvenuta nel cofano della Mercedes Glk accanto al cadavere di Scorza, è stata oggetto di ispezione da parte del medico veterinario dell’Asp, il dottor Vladimiro Liotti. L’animale, già ucciso prima ancora di essere adagiato nel bagagliaio in quanto su di esso non sono state rinvenute tracce di sangue, è stato sgozzato con un taglio netto all’altezza della gola, i muscoli recisi con precisione chirurgica. Una modalità particolarmente cruenta in cui potrebbe risiedere l’intento di recapitare un messaggio, forte e chiaro, all’indirizzo della vittima.

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