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L’arte per non dimenticare

Un ragazzo avvolto in una coperta termica color oro che tende le mani mentre viene inghiottito dal mare. E accanto i reperti della tragedia: resti del barcone affondato, scarpette, giubbottini. È l’opera realizzata dall’artista vibonese Antonio La Gamba, inaugurata in piazza Di Bona a un anno dal naufragio in cui morirono 94 migranti.

94 nomi, 94 speranze infrante

Dinanzi al Municipio esposte maglie con i nomi dei migranti che si erano messi in viaggio sulla barca da pesca turca disintegratasi sulla spiaggia di Steccato.

Il “Canto del legno”

Nella chiesa delle Monachelle di Cutro è stata rappresentata dal Progetto Metamorfosi l’Orazione, il “Canto del legno” di Nicola Piovani, con testo di Paolo Rumiz, eseguito con strumenti realizzati con resti di barconi affondati a Lampedusa. Tante le analogie con la tragedia di Cutro, specie quando la voce narrante del senegalese Ba Mohammed ha evocato i “mercanti di uomini” che abbandonano la barca che “vibra di paura”.

La preghiera della comunità islamica

Il presidente dell’Unione delle comunità islamiche in Italia, Yassine Lafram, ha pronunciato una preghiera annunciando che il prossimo 10 marzo ci sarà un’altra commemorazione nel cimitero musulmano di Bologna, dove sono sepolte undici vittime del naufragio (sei, invece, quelle ancora senza un nome tumulate a Cutro).

Il “Memorandum”

L’artista Luigi Camarilla ha donato l’opera “Memorandum” a Cutro. Tre testimoni di legno, tre pilastrini, reliquie del barcone affondato, conservano nella memoria collettiva la tragedia materializzatasi in una gelida alba di un anno fa.

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