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Roberto Occhiuto

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LA RIFORMA dei Consorzi – quella su cui il presidente della Regione Occhiuto era arrivato a mettere la questione di fiducia (poi ritirata) – è legge, l’ente unico ha il suo commissario straordinario e il governatore lancia ora la sua ‘operazione verità’. Via «la polvere dal tappeto» promette, per portare fuori dai cassetti tutto quello che negli anni non ha funzionato nella gestione dei (vecchi e disciolti) Consorzi. Soprattutto possibili sprechi e condotte dubbie. Il primo file che Occhiuto tira fuori è quello dei compensi dei dirigenti.

I numeri che compaiono, scorrendo il file excel, sono tutti a sei cifre. Una media di 180mila euro di retribuzione annua (che sulle casse del Consorzio di appartenenza pesava per 200, 250mila euro) che da sola «superava il monte stipendi dei dipendenti». Stipendi pagati a singhiozzo (quelli dei dipendenti) e in perenne ritardo, come le immagini dei lavoratori sui tetti per reclamare diritti e spettanze testimoniano.

Questi dati, insieme ad altri, finiranno ora in Procura, annuncia Occhiuto. «In Calabria la Pubblica amministrazione è stata spesso zavorrata da questi comportamenti. Ecco perché riformare la Pubblica amministrazione, gli enti, i Consorzi è così difficile: perché ci sono grumi di potere che a volte in connessione con settori della politica impediscono che le riforme si facciano.

No, io le riforme le faccio comunque e anzi, visto che ho detto che questa operazione verità sui Consorzi di Bonifica è appena iniziata, questi dati insieme agli altri che stiamo recuperando, dai lodi arbitrali alle assunzioni perché si controlli se sono state pilotate, li darò alle Procure della Repubblica perché verifichino le attività dei Consorzi, ora sciolti, di bonifica, perché i Consorzi come gli altri regionali devono dare servizi ai cittadini e non devono essere intesi da chi li governa, da chi li dirige come mucche da mungere».

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