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Il procuratore Francesco Curcio

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L’appello accorato del procuratore di Potenza Francesco Curcio:: «L’omicidio di Lorenzo Pucillo, un omicidio feroce. Chi sa parli»

POTENZA – «Un gravissimo omicidio, volontario, feroce, efferato». Non usa giri di parole, il procuratore distrettuale antimafia di Potenza, Francesco Curcio, per definire la causa della morte di Lorenzo Pucillo, 70 anni, il medico di Pescopagano trovato privo di vita mercoledì scorso in un terreno di sua proprietà. Gli inquirenti non hanno dubbi su questo e convocano la stampa non per svelare l’individuazione del responsabile (o responsabili) del delitto, quanto «per stimolare la presentazione di eventuali testimoni».

Quello del procuratore Curcio è un vero e proprio appello alla comunità di Pescopagano, piccolo centro di poco meno di duemila abitanti. «Chi sa parli» dice in pratica il magistrato e dia un contributo alle indagini che portano avanti i carabinieri della Compagnia di Melfi e del Nucleo investigativo di Potenza, coordinati dalla Procura del capoluogo lucano. Indagini che si presentano in salita rispetto a una morte che da apparente incidente nei campi ha assunto i contorni di in un vero e proprio giallo.

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PUCILLO OMICIDIO FEROCE, L’APPELLO DEL PROCURATORE CURCIO

Gli investigatori cercano chiunque abbia incontrato il dottor Pucillo o lo abbia visto nelle prime ore della mattina di martedì scorso, 21 marzo. Comunque prima delle 10. L’omicidio, portato a termine con almeno un colpo di fucile, sarebbe infatti avvenuto non più tardi di quella ora, secondo quanto sarebbe emerso dall’autopsia eseguita all’ospedale San Carlo di Potenza. E il delitto è avvenuto nel campo di proprietà del medico, in una zona di campagna di Pescopagano, lontana dal centro abitato, a Bosco delle Rose, in località Cucumiello. Un’area cui si accede attraverso strade sterrate: tanto dal dentro del paese quanto dallo scalo Calitri-Pescopagano; o anche a piedi dalla statale Nemoli-Bella-Muro.

Tutti gli elementi sarebbero utili, ha spiegato il procuratore Curcio: «Il passaggio di un’auto, magari un fuoristrada, oppure di persone sospette, armate o anche disarmate, o ancora delle voci o dei rumori insoliti e particolari». Insomma, un appello ai residenti a fare uno sforzo di memoria, perché ogni singolo particolare può essere importante per arrivare alla soluzione del caso. Il procuratore distrettuale antimafia di Potenza ha poi sottolineato che «il diritto alla sicurezza deve essere sicuramente garantito dallo Stato, ma vi deve essere una consapevole collaborazione da parte di tutti i cittadini. C’è poi un dovere di solidarietà – ha aggiunto -, calandosi anche nei panni della vittima e dei familiari».

IL TURBAMENTO DEI FAMILIARI

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Già, i familiari, che non erano a Pescopagano quando si è consumata la tragedia. Moglie e figlio di Lorenzo Puccillo erano lontani dal paese in quei giorni. Ieri, in Procura a Potenza, era presente anche l’avvocato della famiglia, Pietro Pesacane. «Siamo turbati – ha detto il legale – e in attesa che ci arrivi qualche segnale importante. Non è per nascondersi dietro il riserbo delle indagini in corso, che pure va osservato, ma il punto è che al momento davvero non sappiamo nulla di più».

LA RICOSTRUZIONE DEL “FEROCE” OMICIDIO DI LORENZO PUCILLO

I carabinieri, negli ultimi giorni, hanno ascoltato diverse persone a Pescopagano, a caccia di proprio di informazioni e testimonianze che potessero risultare utili a dare una svolta alle indagini. Secondo la ricostruzione fatta dagli investigatori, Lorenzo Pucillo, martedì scorso, ha fatto colazione in un bar del centro storico di Pescopagano, nella piazza vicina al Comune. Il medico è giunto di buon’ora, come pare fosse solito fare, intorno alle ore 6.30. Consumata la sua colazione si sarebbe quindi diretto verso la sua azienda agricola, percorrendo uno fra tre possibili itinerari.

Da tempo, infatti, Pucillo – oltre alla sua attività di dentista e a quella di medico sociale della squadra di calcio del Picerno, che milita in serie C – si era dedicato anche all’allevamento di mucche podoliche in virtù della sua altra grande passione, quella per gli animali. E alla loro cura dedicava tutto il tempo che gli restava a disposizione. Nel terreno di sua proprietà, Pucillo di sicuro ci è arrivato. Ma cosa sia accaduto in quel campo rimane un mistero, almeno per ora. Si sa solo che, il giorno dopo, ovvero mercoledì 22 marzo, un agricoltore di passaggio, che aveva notato qualcosa di strano nel terreno, ha trovato il suo corpo senza vita. L’uomo ha subito dato l’allarme e avvertito i carabinieri della stazione del paese, che hanno raggiunto il luogo insieme ai colleghi della Compagnia di Melfi per eseguire i rilievi del caso.

DA INCIDENTE A DELITTO.

Inizialmente, si è pensato a una tragica fatalità, l’ipotesi che il medico potesse essere stato aggredito da uno dei suoi animali, una delle mucche presenti nell’allevamento. Il cadavere è stato quindi trasportato all’obitorio dell’ospedale di Pescopagano.

«No, non si è trattato di un incidente di caccia né di un evento fortuito – ha sgombrato subito il campo da possibili equivoci ieri il procuratore Curcio -, ma di un gravissimo omicidio, volontario, feroce, efferato». Il sospetto, divenuto poi certezza, lo si è avuto già nel presidio ospedaliero di Pescopagano, tanto che il corpo senza vita del medico è stato trasferito all’obitorio dell’ospedale “San Carlo” di Potenza per eseguire – su disposizione della magistratura – l’autopsia. Obitorio dove si trova tuttora la salma di Pucillo, non ancora restutita ai familiari.

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