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COSENZA – «Ho parlato con chi di dovere e credo che una Commissione d’accesso sia doverosa sia per il Comune di Rende per il Comune di Cosenza», è un fiume in piena Nicola Morra nel video postato alcune ore fa sui social.

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MORRA LA PREFETTURA HA IL DOVERE DI INVIARE UNA COMMISSIONE DI ACCESSO A COSENZA E RENDE

Nel commentare i prodromi e gli esiti del blitz della Dda che ha assestato un duro colpo alle ‘ndrine operanti sul territorio bruzio, ripercorre lo scioglimento per infiltrazione mafiosa, alcuni anni fa, del Comune di Rende, nonché l’intervento da parte della Corte dei Conti su Cosenza e la conseguente dichiarazione di dissesto finanziario: «Come la relazione della Commissione Antimafia ha dimostrato – spiega Morra – le finanze di Comuni gravemente infiltrati sono assai spesso governate da chi, piuttosto che rispettar la legge dello Stato italiano, favorisce interessi criminali. Sono ipotesi che vanno verificate. Credo che la Prefettura abbia l’obbligo di promuovere una Commissione d’accesso sia presso il Comune di Rende, sia presso il Comune di Cosenza, per verificare se le condotte degli amministratori attinti sian state lesive della trasparenza e della legalità che debbono sempre accompagnare le azioni delle amministrazioni locali».

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I DUBBI SULL’OPPORTUNITÀ DELL’ELEZIONE DI MANNA ALLA GUIDA DELL’ANCI

Il presidente della Commissione parlamentare antimafia, poi, passa ad una serie di valutazioni che riguardano le implicazioni più “politiche” dell’operazione. Non mancano le tirate d’orecchi: «Circa un anno e mezzo fa i sindaci calabresi, pur essendo noto a tutti che l’avvocato Marcello Manna fosse coinvolto in indagini particolarmente rilevanti e molti ricorderanno un fotogramma che pochissimi hanno pubblicato in rete, lo elessero presidente dell’Anci. Sapevano, i sindaci calabresi, che Manna era oggetto di indagini, però se ne son fregati. Manna, fra l’altro, a gennaio passato, ha subìto anche un’interdizione dalla professione d’avvocato». Morra sottolinea quella che considera «la paradossalità» della situazione. «All’avvocato Manna si impedisce di esercitare la professione forense, quindi si interviene su un aspetto privatistico, però gli si consente di continuare a fare il sindaco, aspetto pubblico. Soltanto in Italia possono accadere certe cose».

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PERCHÉ INVIARE, PER MORRA, UNA COMMISSIONE D’ACCESSO A COSENZA E RENDE

«Manna – va avanti il senatore ex 5Stelle – è stato eletto sindaco la prima volta nel 2014, poi è stato riconfermato nel 2019. Rende è un Comune in cui l’età media è assai giovane perché ci abitano soprattutto universitari. I giovani hanno necessità di particolari servizi e, guarda caso, il tessuto imprenditoriale impregnato di ‘ndrangheta si era immediatamente messo a lavorare per offrire questi servizi ai ragazzi che da tante parti della Calabria convergono su Rende per poter studiare».

Ebbene, «l’avvocato Manna, non mettetevi a ridere, decaduto, verrà sostituito come f.f., da un assessore alle Politiche sociali, Annamaria Artese, il cui fratello è stato arrestato. È un imprenditore ed è stato anche lui arrestato. Si chiama Ariosto Artese. Annamaria Artese è assessore della Giunta Manna ma è anche segretaria cittadina del Partito democratico da maggio 2022. Ma se Manna è sindaco del centrodestra come fa ad avere in Giunta un assessore che è segretario cittadino del Pd?. Semplice: Perché in Calabria, così come in altri territori, vige il trasversalismo».

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COSENZA E IL CASO DE CICCO

Infine si passa al Comune di Cosenza, ove è stato tratto in arresto, ai domiciliari, l’assessore De Cicco (LEGGI). «Questa è una storia ancor più simpatica – ironizza Morra – si va al voto, l’anno scorso, alle Comunali, al primo turno il candidato del centrodestra, Caruso, non ottiene la maggioranza assoluta e quindi si va al ballottaggio. Ma contro chi si era schierato Caruso? Si era confrontato con i candidati di altri gruppi politici fra cui De Cicco che era però suo avversario per le Comunali, essendo al tempo stesso assessore della Giunta Occhiuto (Mario, ndr)».

Per Morra: «una situazione paradossale: tu sei assessore di una Giunta di centrodestra, quel centrodestra propone la candidatura di Caruso, tu non sei contento e ti presenti contro quella candidatura, però contestualmente conservi il ruolo di assessore in quella Giunta. Poi succede che si va al ballottaggio e vince il candidato del centrosinistra, l’avvocato Franz Caruso e, fra gli altri candidati si fa un apparentamento. Fra questi c’è anche il candidato Francesco De Cicco. Candidato che quindi vota e fa votare per Francesco Caruso (omonimo dell’altro candidato), diventando poi assessore alle Politiche sociali della Giunta di centrosinistra». Il resto è storia degli ultimi giorni.

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