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Giancarlo Devona

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Operazione Glicine, le riunioni di Devona con Adamo, Romeo e Sculco per distribuire incarichi ai “segnalati” e la mediazione con imprenditori in cambio di voti

GLICINE, LA STIMA “IMMENSA” DI OLIVERIO PER DEVONA

CROTONE – «Non poteva essere toccato». L’ex governatore calabrese Mario Oliverio aveva una stima immensa nei confronti del suo segretario particolare, Giancarlo Devona, una figura che nel corso delle indagini sul presunto “comitato d’affari” scoperchiato dalla Dda di Catanzaro con l’operazione “Glicine” ha un ruolo assolutamente centrale.

Architetto, già capogruppo del Pd in consiglio comunale e assessore ai Lavori pubblici del Comune, quando, nel 2014, si candidò nella lista Oliverio presidente raccolse oltre 3000 preferenze. Non ce la fece ad essere eletto ma venne inserito nell’elenco dei collaboratori del presidente e successivamente ne divenne il segretario.

IL RUOLO DI GIANCARLO DEVONA RICOSTRUITO NELL’OPERAZIONE GLICINE

Dal filone investigativo di Glicine sviluppato dalla Dia sotto le direttive del pm Antimafia Domenico Guarascio viene fuori che era Devona a tenere i contatti con i sindaci interessati a chiedere a Oliverio contributi per i Comuni e chiarimenti sulle pratiche e ad accompagnarlo ad incontri e convegni prevalentemente nel fine settimana, in alternativa agli autisti ufficiali.

Soprattutto, sarebbe stato lui a mediare con alcuni imprenditori, per esempio con i fratelli Vrenna, detentori del monopolio dei rifiuti. Cugino di Rocco Devona, pluripregiudicato affiliato alla cosca Megna, così come lo sarebbero lo zio e diversi tra i suoi contatti telefonici più frequenti, talvolta in rappresentanza di Oliverio, talvolta di concerto con Sculco, avrebbe seduto ai tavoli con l’ex assessore regionale ed ex parlamentare cosentino del Pd Nicola Adamo. Ma vediamo, nel dettaglio, in cosa consisteva la sua attività di “facilitatore”, o presunto tale.

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L’assunzione di 14 figure professionali nel settore Ambiente della Regione

Nel corso di una delle conversazioni intercettate, Sculco rappresenterebbe a Devona che, il giorno successivo, ci sarebbero stati gli esami «relativamente a quella cosa che riguarda l’ambiente». Il riferimento era ad un esame previsto per l’assunzione di 14 figure professionali presso quello che i conversanti definivano “Ambiente”. Devona chiedeva a Sculco chi fosse la persona di suo interesse da assumere. Sculco cercava un nome, spiegava che lui da solo non riusciva a far andare avanti la candidatura della persona interessata e quindi chiedeva a Devona di intervenire diversamente.

Devona faceva presente che avevano provveduto alla rotazione triennale, prevista dalle norme anticorruzione, e che a breve avrebbero dovuto nominare diverse figure professionali presso la Regione, indicando numericamente quello che spettava alla provincia di Crotone. E specificava che a Crotone servivano 9 persone così ripartite: 1 dirigente, 4 categorie D, 2 categorie C e 2 categorie B. Sculco poi si informava sulla situazione dell’Aterp, ricevendo rassicurazioni sull’imminente nomina delle persone che Sculco aveva segnalato.

OPERAZIONE GLICINE, L’APPUNTO DI DEVONA PER SCULCO

E quando Devona lasciava a Sculco un appunto riportante i nominativi di persone che dovevano essere reclutate, per fare consulenza per i contratti del tipo “V1”, in modo tale da fargli vagliare eventuali tagli e/o proposte, Sculco chiedeva del tempo per una valutazione attenta delle persone da proporre per questa ennesima opportunità lavorativa e gli ricordava di tenerlo in considerazione per ogni opportunità che gli venisse sotto mano, in modo da valutarla insieme. Dopo aver fatto le fotocopie del carteggio, la sua attenzione si sofferma sul nome di una persona che ha prodotto istanza per l’assunzione e dice a Devona di mettere accanto un asterisco. Si trattava di fare consulenza presso i Comuni della Calabria per la valutazione del rischio sismico. Chissà se gli asterischi servivano per sottolineare le competenze necessarie in una terra ad elevata sismicità come la Calabria.

Le nomine del programma “Contratti fiume, lago e costa”

Il 5 novembre 2017 veniva documentata una riunione tra Oliverio e Devona nel corso della quale i due decidevano di inserire nomi a loro graditi o segnalati. «Facciamo un’operazione… accontentiamo qualcuno vicino a noi… i figli di questi qua che sono vicini a noi….ingegneri», pare dicesse Oliverio. Devona alludeva alla selezione del personale da assumere. Quindi i due ragionavano sul le parentele.

«Questo è il fratello di coso…dell’assessore, quello che gli fa il vice sindaco a quello di… Rocca di Neto», osservava l’architetto crotonese. Quindi Oliverio menzionava la figura di un’avvocatessa che si trovava in difficoltà dopo essere entrata in conflitto con l’allora assessora regionale all’Ambiente Antonella Rizzo e che quindi meritava di essere aiutata. Devona faceva un cenno a due o tre figure da includere, in quanto indicate. Poi accennavano a Orsola Reillo, dirigente regionale del settore Ambiente, destinataria delle richieste di raccomandazione, e pare intendessero ampliare la rosa di persone da inserire.

I bandi per l’assunzione di 95 esperti legali

Analogo il modus operandi adottato, insieme all’ex consigliere regionale Sebi Romeo, per la scelta di figure da assumere o contrattualizzare. I due passano in rassegna una serie di nomi, alcuni segnalati anche da altri consiglieri regionali, per verificare come fossero posizionati in graduatoria, e Devona suggerirebbe di intervenire prima, per evitare che, una volta passato alla commissione l’elenco degli ammessi, non si potesse più procedere agevolmente, aggiungendo esplicitamente che sarebbe servita «la spinta». Al termine della conversazione, Devona contava a voce alta fino a cinque e faceva una considerazione. Su dieci persone segnalate ne avevano segnate cinque e pertanto lui riteneva la richiesta di facile evasione. Ma c’era un “problema”. La presidente della commissione esaminatrice appariva rigida. Secondo Oliverio, che interviene in un altro brano captato dagli inquirenti, aveva soltanto interesse a sistemare alcuni candidati “suoi” e applicava criteri “a convenienza”.

Le nomine all’Atc (ufficio Caccia)

Dalle intercettazioni sarebbe emerso anche il «particolare interesse», è detto nelle carte dell’inchiesta, del governatore Oliverio, di Sculco e Devona nel voler accontentare, con un impiego alla Regione Calabria, Sergio Costanzo, politico catanzarese, che alle consultazioni comunali del 2017 aveva ottenuto ben 3.500 preferenze, cugino di primo grado di Girolamo Costanzo, reggente dell’omonima cosca satellite del “locale” di ‘ndrangheta di Isola Capo Rizzuto e detenuto al 41 bis per aver riportato condanne definitive.

«Domina nei quartieri», dice Sculco facendo considerazioni sulla sua forza elettorale. Sergio Costanzo per circa 20 anni ha ricoperto la carica di consigliere comunale a Catanzaro. Per una legislatura (2008-2013) è stato anche consigliere provinciale. Politico prevalentemente di centro-sinistra, anche se alla sua prima candidatura venne eletto col centrodestra, il trio Oliverio-Sculco-Devona avrebbe dapprima tentato di conferirgli l’incarico di responsabile dell’ufficio caccia Atc per la provincia di Catanzaro e, in seguito, avrebbero cercato di inserirlo nell’organico della Cogea, che si occupa di assistenza alla PA sui fondi comunitari, e dell’Arcea, l’agenza per gli aiuti all’agricoltura.

Il “comitato” si interroga, sin dalle prime battute, sull’opportunità di collocare Costanzo in posti di rilievo per la sua parentela con il boss detenuto. Ma è lui stesso, stanco dello stallo venutosi a creare, a minacciare di passare dalla parte del centro destra, spostando in questo modo il suo bacino di voti che erano preziosissimi in vista delle elezioni regionali e, per quel motivo, raccontava di abboccamenti avuti con i dirigenti di FdI.

I lavori per il termovalorizzatore di Gioia Tauro

Frequenti i contatti con l’imprenditore crotonese Francesco Graziani, specializzato nel settore della siderurgia, da parte di Devona che media con Oliverio per un incontro con “zio Ciccio”. Al termine, Graziani, interessato ad accaparrarsi lavori al termovalorizzatore di Gioia Tauro, appare soddisfatto. Devona, del resto, rassicurava Graziani, affermando di avere avuto già l’assenso di Nicola (secondo gli inquirenti si tratta di Nicola Adamo) e di aver comunque informato “entrambi” dell’operazione (alludendo ad Adamo e Oliverio). Graziani, dal canto suo, pare evidenziasse la convenienza dell’operazione, anche in vista delle elezioni alle quali Oliverio si sarebbe dovuto candidare. Graziani sottolineava a Devona, infatti, che se il presidente Oliverio avesse voluto ricandidarsi avrebbe dovuto soddisfare la sua richiesta: «si deve dare da fare», rappresentando disponibilità per un appoggio in campagna elettorale.

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